Autore Topic: Piccola Strega e Tenero Orso  (Letto 4165 volte)

Platino

  • Mucca Razzo
  • *
  • Post: 1515
  • Karma: +29/-33
  • "Sempre caro mi fu quest'ermo colle..."
    • Mostra profilo
Piccola Strega e Tenero Orso
« il: Giugno 03, 2018, 20:52:10 »
Dal 2015 nulla di nuovo in questa sezione???? Provvediamo.


Piccola Strega e Tenero Orso

Il destino li aveva fatti incrociare nei loro bisogni non solo umani, voluti, repressi o delusi nella vita attraverso una delle tante CHAT presenti su INTERNET. Di Lei lo aveva colpito la dolcezza, la sincerità come l’ironia nei suoi interventi, di Lui l’educazione e la correttezza del linguaggio, sempre colorito, mai volgare nelle risposte, sopra tutto quelle per Lei. Sebbene entrambi impegnati, in privato e col tempo, erano diventati nei discorsi e sfoghi sempre più intimi ed accesi, desiderando l’incontro fisico, reale, visto la non grande distanza tra loro. Decisero di averlo in un paesotto a metà strada. Le apparenze non avevano importanza, anche per le foto già scambiate in precedenza. Si riconobbero subito nel parcheggio di un supermercato di quel pomeriggio d'inverno, il luogo prescelto. Lui arrivò poco dopo che Lei aveva fermato l'auto accanto al deposito dei carrelli, come concordato. Si posizionò accanto alla macchina, la osservò, rispose con un sorriso al cenno di assenso della donna. Scesero, si avvicinarono e un primo abbraccio, sancì quel desiderio di possibili nuove esperienze. Nonostante i tacchi messi di proposito per l’altezza di Lui, Lei arrivava alle spalle dell'uomo, era praticamente immersa, la sovrastava. Le sue lunghe braccia ora l’avvolgevano, ne sentiva il suo respiro caldo tra i capelli. Una percezione di protezione prima che di amicizia si impadronì di Lei, dei suoi pensieri e voglie. Lui assaporava nel silenzio quel momento atteso, voluto e cercato, incurante degli sguardi stupiti che i clienti rivolgevano loro. Si strinsero l'uno nell'altro ancora di più, una pressione piacevole per entrambi, non era per il freddo. Lui aveva paura di farle male nella dolce morsa, Lei non si negava, la cercava, assieme a emozioni dimenticate o sopite da tempo che si stavano impadronendo di Loro, invadendone corpo e mente. I cuori battevano forte quando si staccarono, lasciando spazio alla reciproca curiosità fisica, di quanto reale fosse l'immaginato tra le E-mail, SMS o telefonate scambiate in precedenza. Gli occhi continuavano a cercarsi, a osservare nel dettaglio. Per poco, tornarono subito ad abbracciarsi, a stringersi ancora. Lui stavolta, nonostante l’abbigliamento pesante, senti i seni della donna comprimersi sul suo ventre, apprezzò molto la cosa. Quella consistenza non gli dispiaceva. Lei invece voleva ancora quel calore, quell'intensità da tempo dimenticata. “Ti dispiace se saliamo in auto? Rischiamo il congelamento.” Propose Lui. Lei alzò lo sguardo. “Saliamo sulla mia, è più comoda per questo, da tempo mi manca.” Si staccarono e salirono sull'auto di Lei. Nemmeno il tempo di accomodarsi erano nuovamente abbracciati. Lui stavolta cerco la sua bocca, Lei non si negò.

Il primo bacio tra loro fu dolce, quasi impercettibile per poi trasformarsi in una ricerca continua di sensazioni forti. Lei non stette tanto senza affondare la lingua nella bocca di Lui a cercarne la sua. Lui non si fece problemi di questa azione, fece altrettanto in preda a una passione dimenticata, lasciata al tempo andato quasi sconosciuto, dimenticandosi l’età adulta, il luogo, la situazione e il caso. Si staccarono e unirono le labbra più volte, fino quasi a una strenua ammissione di aver bisogno fondamentalmente di questo cibo per anima, cuore e corpo. Lei lo voleva ancora suo ma la ragione suggerì di provare a trovare un luogo più discreto per proseguire. A questa proposta, Lui chiese “Nemmeno un caffè?”. Lei lo guardo con gli occhi in fiamme, col desiderio di Lui già acceso. “Da tempo ho voglia di coccole sincere, vere, umane.” Disse mettendo in moto. Diresse l’auto verso L’uscita del parcheggio. Lui chiese dove volesse andare. “Usciamo dal paese, poi un luogo tranquillo e appartato lo si trova.” Lui era sempre più colpito dalla determinazione di Lei. L’osservava alla guida, attenta. I suoi occhi scivolarono sul basso, la gonna salita nel sedersi metteva in luce ancor di più le gambe ancora sode, avvolte nelle calze nere. Lui ebbe un sussulto. Lei si accorse e chiese “Ti piacciono?”. Lui rispose “Si, sei molto elegante e femminile. “Ma altro era l’aggettivo che voleva usare per Lei. Si sorrisero a vicenda. Intavolarono il discorso sul fatto che quanto accaduto prima sembrava così spontaneo, naturale. Ammisero entrambi che era quanto mancava da tempo nel loro rapporto ufficiale. Appena fuori il paese, voltarono per una stradina laterale, si addentrarono e fermarono dopo un centinaio di metri, in uno spiazzo laterale coperto da alberi. Lei spense l’auto, tolse la cintura e nuovamente abbraccio Lui, che si strinse intorno a Lei nuovamente. Ne percepiva i bisogni immediati, di sentirsi apprezzata, voluta e contraccambiata. Si lascio poi correre le labbra e lingua di Lei sul viso, sulle orecchie, lungo la gola… Fece altrettanto di Lei gustando ogni sapore dove passava, sentendo il suo piacere dove toccava. “Vorrei il tuo petto.” Chiese Lei, staccandosi e iniziando ad aprire il giubbotto di Lui, che non si oppose, lasciandosi lentamente alzare la maglia, sbottonare la camicia e infine, alzare la maglietta.” Oh, qui c’è qualche chilo di troppo. Piaceri della vita o scarsa attività di un certo tipo?” Lei così lo punse nuovamente mentre la mano dal ventre saliva al torace di Lui, accarezzandolo. “Quello e quello.” Rispose Lui. Nel frattempo la testa di Lei si appoggio al suo petto.

Al pari di Lei, Lui era felice di quella situazione così semplice e allo stesso tempo, intima e sensuale tra loro. Lei da sotto i capelli, alzava spesso lo sguardo a cercare il piacere nell'espressione del viso di Lui, mentre ne esplorava a baci e carezze il petto villoso. Il piumotto di Lei era già aperto, Lui allungò la mano facendo salire il maglione pesante e subito dopo la canottiera, trovandosi la pelle della donna sotto le dita. Lei ebbe un brivido, sorrise e si lasciò fare ancora, compiaciuta, fiera di essere regina nelle attenzioni di quell'uomo. Lui la sollevò con delicatezza da sopra di se, accompagnandola al sedile del passeggero. Era mezza nuda, il reggiseno nero mostrava orgoglioso e teso, il suo ancora invitante contenuto. Lui non volle andare oltre che appoggiare la testa nell'incavo del petto di Lei, non senza giocare con le dita sotto il bordo delle sue coppe ricamate. Lei stupita del tutto, godeva di ritrovati brividi, con quell'uomo così attento nella sua iniziativa come rispetto. “Non voglio andare ora oltre, hai chiesto coccole” Disse Lui alzando la testa da Lei. “Divorarti ora sarebbe solo un’abbuffata di carne che entrambi non vogliamo” Aggiunse. “E’ vero. “Rispose Lei cercandone nuovamente le labbra. “La prossima volta non credo di fermarmi” Disse Lui, sottolineandone l’intenzione e scivolando con la mano lungo il fianco della donna fino alla natica. “Ti aspetto allora” Rispose Lei stringendolo nuovamente a sé, quasi a possesso. Rimasero così ancora alcuni minuti, continuando a baciarsi e accarezzarsi, prima di staccarsi definitivamente per ricomporsi, quasi a dispiacere. La strada del rientro al parcheggio fu occupata dal programma del prossimo incontro tra i due, in quella casa di cui Lui le aveva parlato e ne aveva custodia, lontana da sguardi indiscreti dove era. Spiegò a Lei come arrivarci, la distanza non era poca, ma questo non contava. Non volevano una fredda camera d’albergo per quella passione che stava salendo e volevano appagare in pieno. Arrivati al parcheggio, Lui scese non senza un ultimo bacio al finestrino aperto, con la promessa di sentirsi quanto prima al telefono. La strada del rientro fu per entrambi una riflessione su quanto cercato, stato, vissuto e voluto in un paio d’ore trascorse insieme nel loro primo incontro. Ognuno tornò alla propria vita, alla propria famiglia, figli, partner ufficiale. La notte successiva accolse di nuovi sogni entrambi.

Era quasi un'ora che l'attendeva nel parcheggio davanti al comune del paese in collina dove Lui aveva quella casa in custodia. Le aveva dato indicazioni precise e dettagliate di come arrivarci, non erano comunque pochi i chilometri tra loro. Da lì alla casa c'erano pochi metri, pochi metri a quanto volevano oramai entrambi. I pochi giorni intercorsi dal loro primo incontro erano trascorsi nell'attesa tra telefonate o SMS intrisi di desiderio, voglia e passione, con un pizzico di piccante che non guastava e piaceva ad entrambi. Lei lo definiva oramai il suo "tenero orso", Lui la sua "piccola strega". Lei prometteva fuoco su tutti i fronti, Lui rispondeva ironicamente che l'attendeva alla resa dei fatti. Appena vide entrare nel parcheggio quell'auto già teatro del loro primo approccio, fu felice, intravide il suo volto, i suoi capelli. Scese, si era fatta bella, più bella del solito per Lui. L'uomo lo meritava per come l'aveva trattata, cercata e rispettata la volta prima. Un primo veloce abbraccio tra loro. "Alla casa ora, andiamo a piedi." Lei lo seguì a piccoli passi, la gonna gli impediva di camminare veloce. Arrivarono così alla casa, Lui apri la porta, la fece entrare e chiuse a chiave dietro. Si volto verso di Lei abbracciandola nuovamente, voleva spogliarla subito, scartarne il corpo da quei abiti. Invece la invitò a salire in camera, di sopra. Li, l'ambiente era tiepido, lui aveva acceso prima di andare al parcheggio ad attenderla, una piccola stufa elettrica. Lei appoggio la borsetta sulla sedia, iniziando a togliersi il giaccone pesante. “Fermati.” Disse Lui aggiungendo “Facciamo un bel gioco: ognuno spoglia l’altro di un pezzo alla volta. Lasciami toglierti il giaccone allora…” Lei acconsenti a questo, tocco poi alla donna togliere la giacca pesante all'uomo. Così arrivarono a ritrovarsi l’uno di fronte all'altro, l’uomo in maglietta e mutande bianche, Lei in intimo nero e autoreggenti. Queste ultime erano state lasciate volontariamente da Lui perché rendevano Lei ancora più femmina ai suoi occhi. Ammirava quella donna matura davanti a Lui, sembrava proprio una vera piccola e sensuale strega. Lei volle la sua maglietta, Lui si chinò per permettere alla donna di toglierla e lasciarsi andare sul suo petto. Era nuovamente un contatto unico, il suo viso sul torace, i suoi baci, le sue carezze con quelle mani curate, leggere. Nel farlo disse: “Eccolo qui il mio tenero orso peloso tutto per me”. Lui approfitto della posizione, cercò il gancio delle spalline del reggiseno con le dita. Lo aprì, sfilando lentamente quella poca stoffa da Lei, che si era staccata, lasciandosi fare.

Quando il seno della donna comparve nudo ai suoi occhi, L’uomo ebbe un apprezzamento del tutto non da poco. Le mammelle erano ancora tonde, larghe, l’aureola scura ben definita e i capezzoli già dritti, puntavano avanti, ancora un buon segno di cura del proprio fisico da parte di Lei. Volle subito baciare quell'abbondanza, con cura e a lungo. Si stacco da Lei per girarla di schiena, prendendo tra le mani quei magnifici seni da dietro.” Ti piacciono?” Chiese la donna, mentre percepiva anche il sesso già duro di Lui sulla sua schiena.” Si, sono belli, giusti e sodi.” Rispose, continuando il dolce massaggio, col viso nei folti capelli di Lei. “C’è il tuo tesoro già pronto e bagnato, mio tenero orso.” Disse Lei, voleva provocarlo, voleva eccitarlo ancora di più, sapeva di questi propositi oramai dimenticati nel rapporto coniugale dell’uomo, oramai diventato monotono e insipido, il motivo per cui aveva anche cercato soddisfazione altrove, ora lo stava realizzando insieme a Lei. Quel pene ora lo desiderava sempre di più, lo voleva sentire pulsare dentro di Lei, in ogni modo. “Attende solo il tuo scrigno mia piccola strega.” Rispose a doppio senso anche Lui. Lei per risposta, si staccò e girata, si abbassò e lentamente fece scendere le mutande di Lui fino a toglierle. “Ma che bel tesoro!” Commentò, iniziando a toccarlo nell'intimità. Le dita della donna ora scorrevano delicate ed esperte sui genitali dell’uomo, un preliminare al rapporto orale completo che conosceva bene, visto che il marito lo chiedeva spesso e Lei lo accontentava senza alcun piacere proprio. Adesso però, lo desiderava, il sapore di Lui, di maschio e del suo seme. La sua mano abbassò la pelle del membro di Lui, la sua bocca si stava avvicinando al glande scoperto, pronta ad avvolgerlo tra le sue labbra. Lui la fermò, intuendo quanto volesse fare. La fece alzare davanti e si inchinò alla donna. Allargò con calma le mutandine, facendole poi scendere lentamente sulle cosce inguainate dal nylon. Erano già impregnate dell’eccitazione di Lei. Una sensazione piacevolissima questa, ancor più intensa quando ebbe tutta la sua intimità avanti a Lui, ornata di un folto pelo scuro. Le mutandine finirono a lato, la sua mano andò sul monte di Venere di Lei, scese poi a cercare con le dita l’ingresso tra le grandi labbra, a violarle bagnate, a cercare il suo clitoride da stuzzicare. Lei lo fermò, lo alzò a se per abbracciarlo nuovamente. Che cosa strana stava accadendo in Lei? Mai così desiderava un uomo per sé, questo ancor di più sentendo il sesso duro e umido di Lui sul ventre. “Andiamo sul letto, staremo più comodi.” Invitò l’uomo. Si sdraiarono l’uno accanto all'altro, senza coprirsi, la stufetta elettrica faceva il suo compito, “Tenero orso, cosa mi vuoi fare ora?” Chiese Lei.

Non rispose, si giro con calma contrario a Lei, aprendone le cosce e immergendosi col viso nell'intimità. Iniziò a baciarla sulle grandi labbra, per poi aprirle e entrare con la lingua. L’odore di femmina e il sapore di Lei, lo facevano ancor di più insaziabile. Ebbe un sussulto quando sentì le labbra della donna chiudersi intorno al suo sesso eretto. La donna fece spazio nella sua bocca per accoglierlo al massimo, fino alla base per poi risalire e riscendere. Ogni tanto si fermava per leccarlo, scorrere con la lingua, dal glande allo scroto e viceversa. Si sincronizzarono in questo piacevole esercizio,  fin quando, Lui venne, il suo seme accolto dalla gola di Lei, non molto ma denso. Si sporcò di questo anche le labbra, sentendone con la lingua il sapore selvatico, prima di fermarsi e godere della controparte. Il suo clitoride era il centro dell’attenzione di Lui, fin quando non la sentì gemere, godere dal piacere. Raccolti con la lingua gli umori caldi della donna, li trattenne in bocca, assaporandone il gusto. Si girò nuovamente, trovò il sorriso e sguardo compiaciuto di Lei, le sue braccia pronte ad accoglierlo ancora a sé, a stringerlo. Si accomodò sul seno col viso, lasciandosi andare nuovamente alle carezze di Lei che regalarono ancora emozioni, percezioni, sensazioni perse da tempo, dimenticate nel suo rapporto ufficiale. Restò a lungo su quel cuscino rappresentato dal corpo di Lei, che continuava nelle sue attenzioni, per dove possibile, a baciarlo, accompagnandosi con frasi ironiche sulla costituzione di Lui. “Non crederai di salirmi in cima con tutto il tuo peso, mio tenero orso?” Lo provocò definitivamente alla fine, vedendolo già col pene parzialmente nuovamente eccitato. Le sue mani lo raggiunsero subito, masturbandolo dolcemente fino ad ottenere un’erezione completa, c’era in Lei un’altra bocca già umida ad attenderlo con impazienza. “Cavalcami tu, allora” Propose l’uomo, lasciandosi completamente disteso sul letto. La donna salì a cavalcioni di Lui, con calma e attenzione si posizionò l’intimità sopra al membro di Lui, per poi lasciarsi scendere, lentamente, per riceverlo con calma e delicatezza. Era piuttosto grosso più che lungo, la riempiva tutta. “Non c’è più posto.” Rispose ridendo all'uomo che tentava di entrare ancor di più in Lei. Iniziò così a seguire con calma i movimenti ritmici già iniziati dall'uomo, poi chiese di dirigere quel sensuale e piacevole gioco tra loro. Lei continuava a circondare il sesso di Lui, di volta in volta con movimenti e stimoli diversi. Lui la sollevò leggermente, per poter meglio osservava quanto stava accadeva fisicamente tra loro. La donna si sentì appagata di questa curiosità e nuovo apprezzamento, fiera di sentirlo gemere, di vederlo e sentirlo al suo interno. Il piacere raggiungeva in Lei ogni punto del suo corpo, irradiandosi dal basso ventre.

L’uomo era preda finita oramai, vedeva davanti solo il viso di Lei sorridere, i suoi lunghi capelli ricci come il suo corpo si contraevano e distendevano sopra di Lui. Non aveva mai provato questo, ci sapeva fare, era esperienza oppure tutto spontaneo? Lui lo chiese, Lei rispose “Solo passione”. Non fece più domande, raggiungendo l’apice insieme a Lei. Si lascio così andare sopra il corpo di Lui, entrambi stremati e sazi, l’uno dell’altro, nel corpo e nell'animo. La mente dell’uomo non capiva più nulla, aveva il viso coperto dai capelli sudati della donna, il suo viso sul petto. “Il tuo cuore sembra una locomotiva da tanto corre ancora.” Disse la donna compiaciuta dell’effetto percepito attraverso la pelle. “Nemmeno il tuo scherza, ti sento battere.” Rispose l’uomo lasciando poi nel silenzio, il piacere esaurirsi tra Loro, restando l’uno nell'altra. Non si accorsero nemmeno del sonno che li avvolse poco dopo in quella strana posizione. Lei aprì poco dopo gli occhi per prima, si sollevò da Lui, mettendosi a lato, osservandolo, adesso, suo trofeo. L’uomo si accorse poco dopo della mancanza di quel morbido peso sopra di Lui. Le labbra si cercarono nuovamente, ancora più intensamente. Il tempo però reclamava il suo corso, incalzava per entrambi. Fu difficile arrivare velocemente al rivestirsi, ad abbandonare quel sogno diventato realtà tra loro. Rimisero in ordine la camera, chiusero la stufetta elettrica, scesero le scale e chiusero dietro di loro la porta di ingresso. Un ultimo bacio tra loro, poi uno alla volta si incamminarono verso le rispettive auto. Due perfetti sconosciuti per chi li guardò. Prima Lei, seguita poco dopo da Lui, lasciarono il parcheggio. Il cellulare era già in mano di entrambi, stavolta però per la realtà contingente… Cosa trarre da questa storia di pura fantasia non solo erotica, ma simile a tante, cambiando nei dettagli, che nascono, crescono in rete, indipendenti dalle apparenze, lasciando prima spazio a esperienze e aspettative nella vita di ognuno di noi. Anche per questo, molti si lanciano (o lasciano) in queste finestre ignote di un monitor, di confronti, relazioni, consigli, opinioni o semplici sfoghi, quando vengono a mancare nella realtà. Piccola Strega e Tenero Orso avevano bisogno di riscoprire (o ricostruire) in/con sé stessi, emozioni assopite, logorate, dimenticate. Si ritroveranno ancora oppure sarà l’unico incontro, non lo sappiamo, di queste uscite dalla quotidianità che non sempre appaga, lasciando in questo dietro quanto è convenzionale, scontato o dato per assunto sia per pregiudizi, come morali o etiche imposte, di qualunque origine.       



« Ultima modifica: Agosto 10, 2019, 22:58:42 da Platino »

Platino

  • Mucca Razzo
  • *
  • Post: 1515
  • Karma: +29/-33
  • "Sempre caro mi fu quest'ermo colle..."
    • Mostra profilo
Re:Piccola Strega e Tenero Orso
« Risposta #1 il: Agosto 12, 2018, 20:59:13 »
1117 visite, tante letture diverse spero... E una minima di opinione? Mica stiamo parliamo di extraterrestri...
« Ultima modifica: Settembre 15, 2019, 22:43:34 da Platino »

ninag

  • Mucchine
  • Mucca Trombettista
  • *****
  • Post: 998
  • Karma: +21/-15
    • Mostra profilo
Re:Piccola Strega e Tenero Orso
« Risposta #2 il: Settembre 10, 2019, 20:17:45 »
Tutte suore e frati ;D

nihil

  • Mucchine
  • Drago
  • *****
  • Post: 5581
  • Karma: +82/-73
    • Mostra profilo
Re:Piccola Strega e Tenero Orso
« Risposta #3 il: Settembre 13, 2019, 14:37:00 »
scrittura molto elegante. Mi ricorda la gioventù. ;D ;D

Platino

  • Mucca Razzo
  • *
  • Post: 1515
  • Karma: +29/-33
  • "Sempre caro mi fu quest'ermo colle..."
    • Mostra profilo
Re:Piccola Strega e Tenero Orso
« Risposta #4 il: Settembre 15, 2019, 22:44:52 »
Nihil, la gioventù è andata. Spesso con poco, la cerchiamo ancora nell'attimo di una follia...