Aggiungo le mie impressioni, senza leggere chi mi ha preceduto per non esserne involontariamente influenzata.
La nostra Squarcio è come sempre dolente e profonda, sensibilità ferita ma che resiste, risponde. A chi? A cosa?
Alle voci dentro di sé, dico io, che lei esteriorizza in sembianze, in qualche modo umanizza e fa terze.
Lì per lì non lo si capisce, lei è sobria ed ermetica, ma chi le parla, quel " lui ", è il muro, è la casa. Così almeno penso io.
Il dialogo intimo è fra lei, lei com'era, come si ricorda e ricorda, e la casa che ha visto i primi tempi della sua giovinezza, che ha accolto la sua vita e i suoi sogni, di cui accarezza con mossa rapida i muri perché le rispondano, le facciano eco.
Oggi la vita è cambiata, ma l'allegria di quel muro giallo la seduce ancora, come tutto quello che è legato al nostro passato e alle nostre speranze, ai primi palpiti, ai primi dolori che si colorano comunque del colore della giovinezza.
Dieci anni dopo giovane lo è ancora, ma c'è una nuova " giovane " che le tende la mano, la strappa ai ricordi, la riempie della sua semplicità, immediatezza e fiducia.
Nonostante la casa ritrovata le abbia per un attimo aperto i battenti.. tutto è cambiato, e quell'attimo consolatorio di passato non può più inserirsi nel presente.
E dopo essersi concessa il tepore del cuore, lei riprende la strada più concreta dell'oggi.
( Questo è quello che hai comunicato a me, spero non sia tutto " sbagliato ".. )