Nell’arte sacra dedicata alla Natività e alla cosiddetta “sacra famiglia”, la figura di Giuseppe comincia ad apparire per la prima volta alla fine del IV secolo.
In precedenza, la scena dominante è quella del neonato nella mangiatoia con accanto Maria, rappresentata in diverse posture post partum: distesa su un giaciglio, poi in piedi, oppure seduta o inginocchiata in adorazione davanti al Figlio.
Insieme a loro due compaiono alternativamente il profeta Isaia, il profeta Michea, il profeta Balaam, oppure un pastore.
Perché Giuseppe non fu raffigurato prima del V secolo ? Forse perché i vangeli e la dottrina cristiana affermano che il vero padre di Gesù è Dio. Maria concepì Gesù in modo miracoloso, per intervento dello Spirito Santo. Perciò Giuseppe viene detto dalla tradizione “padre putativo”: non padre vero, ma considerato tale.
L’aggettivo “putativo” proviene dal latino tardo “putativus” (= presunto, apparente) da “putare” (= credere), da cui il lemma “re -putare” (= ritenere, giudicare) ed il verbo “im-putare” (= mettere in conto, attribuire la responsabilità di un fatto, di un evento, ecc.).
Anche quando c'è Giuseppe nell’ambito dell’arte sacra è evidente l'emarginazione della sua figura, collocata sullo sfondo di quadro o di una scultura, quasi affacciato sulla scena come complemento per la contestualizzazione degli eventi narrati. Di solito anziano, con la barba, appoggiato ad un bastone, in adorazione o addormentato. Per vederlo rappresentato giovane e con i capelli biondi si dovette attendere l’epoca rinascimentale ed il pittore “Rosso Fiorentino” (1495 – 1540) nel dipinto “Sposalizio della Vergine”, realizzato nel 1523.
Il quadro che raffigura il matrimonio tra Maria e Giuseppe venne commissionata dal ricco mercante Carlo Ginori per la cappella di famiglia nella basilica fiorentina di San Lorenzo. Il dipinto aveva un particolare significato devozionale, poiché davanti ad essa le giovani spose venivano a far benedire gli anelli nuziali.
L’affollata scena presenta i due sposi che stanno per essere uniti in matrimonio dall’anziano sacerdote barbuto. Con la mano sinistra Giuseppe sorregge il simbolico bastone fiorito sulla cima, con la mano destra infila l’anello all’anulare della Vergine.
In questo dipinto Rosso Fiorentino ha un’attenzione particolare per l’abbigliamento, le acconciature, i gioielli, i colori vivaci e cangiante, tipica degli sperimentatori manieristi.
Il frate domenicano sulla destra è san Vincenzo Ferrer.
In primo piano appaiono due donne sedute sui gradini, ambedue rivolte verso la coppia; la donna a destra, rappresenta santa Apollonia che tiene aperto un libro; col dito pollice della mano destra indica il nome del pittore: “Rubeus Florentino”. Invece la data 1523 è scritta sul gradino ai piedi del sacerdote.