Tecnocrazia
Ho vissuto in prima persona e vivo, questa inesorabile migrazione verso la tecnologia più spinta, che ha ora in PC e telefonini di ultima generazione, la punta dell’iceberg e dominio della nostra vita quotidiana. “Tecnocrazia” è una parola che ho coniato da tempo, non so nemmeno se sia di uso comune o già contenuta nei più moderni dizionari, quelli in rete si intende, visto cosa vado a trattare in questo spunto di una notte insonne. Una forma di presunta democrazia, quasi totalmente virtuale, alimentata da “Likes”, “Twitt”, “Hastags”, “Sites”, “E-mails” e tanti altri termini oramai comuni come l’aria che respiriamo ( chissà ancora per quanto … NdA). Il tecnocrate, cittadino imploso di questa società dedita all’interfaccia costante, alla imposta velocità delle comunicazioni e informazioni, vittima come carnefice al silicio e microchips, è colui che della tecnologia diventa definizione, bandiera, cliente e succube. Un frutto tipico della nostra epoca in espansione di terabites, che vive in una lontana periferia la propria identità umana (se ancora esiste NdA) spesso disconoscendola a favore del l’ultima invenzione o versione di linguaggio operativo. Il tecnocrate per quanto tale, nelle sue convinzioni di necessari aggiornamenti continui, è pari a un aborto di uomo come tale, costruito in corsa o crescita, coscienziosamente alimentato a divenire sola sterile periferica di dispositivi, macchinari, apps e chissà quanto altro, in un prossimo futuro obbligatori per ( soprav)vivere. L’uomo, inteso colui nella sua unicità e interiorità, è destinato prossimo all’estinzione, soffocato da questa atmosfera tecnica, ancora peggiore dell’illuminismo applicato. Comunque l’estinzione anche del tecnocrate è già scritta. Dopo la sua vita utile di consumi programmati, con l’età anagrafica il tecnocrate diventa rapidamente un rifiuto speciale, un esubero o obsoleto fino alla morte con la minima spesa possibile, non dimentichiamoci il Dio Denaro, colonna portante in tutta questa divagazione. La morte è però quando non alimenta più quel non troppo complicato ingranaggio che lega tecnologia e consumismo, l’uno a completamento dell’altro. Uomo, riflettici.