E’ tutto il giorno che ti sto a guardare, una cicala disse alla formica che di lì passava.
E non ho visto altro che il tuo lavoro, continuò guardandola avanzare.
Nemmeno l’acqua, la pioggia, neve e vento riescono a fermarti.
Nessun minuto passato come avessi le ali
sappi che non ti rimane ormai molto per schiattare, mentre io qua mi godo il panorama
e sto a cantare.
Allora la formica sentendola parlare, volse il suo sguardo continuando a camminare
con tono saggio e voce profonda disse: canta pure o cicala, e quando verrà il tempo di chiudersi all’interno potrai nutrirti soltanto di note e e di poesie, non riempiranno di certo il tuo stomaco incerto, ma almeno daranno lustro al tuo intelletto. A me poverina, incapace di cantare, non resta che mangiare.