Autore Topic: Onestà intellettuale  (Letto 1152 volte)

Doxa

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Onestà intellettuale
« il: Luglio 26, 2016, 10:34:01 »
L’onestà intellettuale esiste?

Cosa significa onestà ? Questo  sostantivo  deriva dal latino “honestas”,  che discende da “honestus” (= onesto), e l’honestus, ci insegna Cicerone, è chi è degno di onore. Ma nel senso comune del nostro tempo onesto è chi non ruba e non imbroglia, chi non si impadronisce del denaro altrui. Però la storia  concettuale del vocabolo narra  vicende più complesse. A cominciare dalla differenza sessuale, indicatore oltremodo sensibile in tutti i casi di polisemia, tanto più quando sono in gioco non solo gli onori ma anche le virtù. Per esempio, la donna onesta è illibata, destinata a divenir moglie fedele e madre esemplare. Il suo onore e la sua virtù stanno nel rispetto delle regole fissate da padri e mariti.

Dante Alighieri usò spesso nelle sue opere l’aggettivo onesto, per esempio nella “Commedia”, nel X Canto dell’Inferno: "O Tosco che per la città del foco / vivo ten vai così parlando onesto, /piacciati di restare in questo loco.”; nel sonetto  “Tanto gentile e tanto onesta pare “, contenuto nel XXVI cap. della “Vita Nova”.

L’onestà è una virtù, un ideale da praticare nella quotidianità, è la caratteristica di una persona che agisce in modo etico, con rettitudine, lealtà, giustizia,  sincerità, in base a principî morali ritenuti universalmente validi, e che si astiene dal commettere il male.
 
E  “gli intellettuali onesti” sono quelli che  sanno riconoscere come eticamente giuste le opinioni altrui senza voler imporre la propria ragione; sanno non  guardare le cose dal lato sbagliato del “cannocchiale” ed accettano l’oggettività anche se contraria al proprio interesse  o alle proprie convinzioni. 

"Onestà intellettuale" significa non farsi sopraffare dal proprio ego e di poter dire all’interlocutore: "hai ragione !”

Onestà intellettuale è anche comprendere come una propria convinzione abbia risvolti nel contesto, perciò è necessario contestualizzare le proprie opinioni e credenze in ambiti diversi da quello nel quale si sono inizialmente sviluppate. Se cambio il contesto la medesima teoria o convinzione può variare di significato.

Il rapporto di onestà  è fra conoscenza e coscienza, che apre al contraddittorio la propria opinione.  L'atto di onestà intellettuale apre al dialogo, all'ascolto e al confronto con le opinioni altrui, mina il pregiudizio, l'apriorismo sulla propria presunta verità. La conoscenza si attua fra  pregiudizi, intuizioni, correzioni, nel contesto dell'esperienza.

Onestà intellettuale è anche sapere che c'e' sempre da imparare. Ci vuole umiltà, bisogna ammettere di essersi sbagliati,  di  saper cambiare opinione.


 
« Ultima modifica: Luglio 26, 2016, 11:24:22 da dottorstranamore »

Annabel

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Re:Onestà intellettuale
« Risposta #1 il: Luglio 26, 2016, 11:55:49 »
Quindi molti sinistri attuali mancano senz'altro di onestà intellettuale. Nel migliore dei casi probabilmente a causa della rigidità mentale o perché non è facile  abbandonare le proprie convinzioni in quanto verrebbe percepito come tradimento verso il  proprio ego.  Ma è pur vero che l"'onestà" è una qualità morale. Personalmente ammiro molto le persone con onestà intellettuale perché sono anche dotate di un'altra qualità morale: il coraggio. È bello e davvero arricchente conversare con persone intellettualmente oneste perché anche se si hanno divergenze su alcune opinioni rimane sempre il rispetto reciproco e il dialogo non viene mai meno proprio perché è possibile dire e sentirsi dire "hai ragione", "in questo sono d'accordo con te". È un piacere leggere ed assaporare il gusto della  sferzante genuinità del pensiero espresso attraverso i loro scritti. Oriana Fallaci, un grande esempio di onestà intellettuale. La scrittrice Silvana De Mari di cui ho riportato un suo articolo proprio ieri sera in questa stessa sezione. Persone degne di onore, appunto.
« Ultima modifica: Luglio 26, 2016, 13:08:22 da Annabel »