Il bisso e le donne dell’acqua
Sa che dopo di lei nessuna potrà perpetrare i suoi gesti, gli stessi di sua mamma, sua nonna, e indietro, fino ai tempi di re Salomone. Solo un altro filo può competere con la bellezza e la rarità del bisso; questo di mare, quello di montagna, questo da una conchiglia, quello dalla barbetta dell’antilope tibetana, entrambi così rari da poter essere regalati solo ai re e ai papi.
Ha il portamento di una nobile guerriera, gli occhi di un nero profondo come i capelli, cornice di un viso bruno e bellissimo, regina delle acque di Sant’Antioco, in Sardegna, dove è l’unica a cercare ancora i rari bivalve. La Pinna Nobilis si erge dalla sabbia in piedi, una grande cozza ricoperta da una lanugine setosa che, una volta filata dà vita ad una materia lucida e dorata. Un tempo la pesca delle nacchere, così anche si chiamano nell’isola che della Spagna conserva anche qualche dialetto, era praticata in tutto il Mediterraneo, ora solo da lei, l’ultima, come ultime sono le nacchere sarde.
Si immerge ancora Chiara Vigo, sessantenne dal corpo di ragazza, raccoglie il bisso fra le mani, lo dissala, lo fila e lo tesse in una lavoro che dura anni. Tanto ci vuole per ottenere qualche metro di tessuto, il più raro al mondo insieme allo shatoosh, la sciarpa dei re, i cui fiocchi sono raccolti fra i rovi dell’Himalaya.
Tutto è mistero intorno a Chiara, i canti che accompagnano il lavoro, i ricordi, le leggende e le lezioni che impartisce nella sua stanza del Museo del Bisso; gratuite ma non accessibili a tutti, solo a chi mostra l’indole della sirena. In una sorta di rito sciamanico regala un filo di bisso a chi va a trovarla, facendolo passare prima attraverso una fede nunziale, quella che ha suggellato il suo matrimonio con il mare. Niente di scritto, solo tradizione orale, la stessa che ha da sempre tramandato i poemi epici. E così racconta come si tinge il filo che per sua natura è color del miele. Molluschi o cocciniglia per le sfumature di rosso, sali di rame che tingono di verde.
Ci vuole rispetto per mantenere i bivalvi in vita, solo i fili superficiali di Pinne con almeno dodici anni di vita senza stappare le conchiglie dal fondo; cento immersioni per ottenere trecento grammi di filo.
I suoi lavori sono sparsi nei musei del mondo, al Louvre e al British Museum, a Whashinton è esposta una cravatta donata a Bill Clinton tessuta con cinquecento metri di filo. La sua arte è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco E quando le hanno proposto compensi enormi per entrare nel mondo dell’alta moda, lei sdegnata ha risposto: ‘Il bisso non si compra, si regala’.