Autore Topic: Anahita  (Letto 949 volte)

Birik

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Anahita
« il: Gennaio 07, 2016, 11:27:59 »
Ho un'amica Iraniana, Anahita,figlia di quella ricca borghesia che scappò in Europa prima che Khomeini si insediasse in Iran dopo la cacciata dello Shah. Ha la mia età e vive a Roma da quando aveva diciotto anni. Quando io abitavo a Tehran le davo lezioni di Italiano per le quali ero fin troppo retribuita. E' una donna molto bella, dalla pelle chiarissima e occhi da cerbiatto. I capelli ormai grigi erano un tempo seta nera che le ondeggiava sulle spalle. Le ho sempre invidiato l'eleganza nei gesti e nel portamento, i toni pacati del suo parlare e una sensualità che avrebbe fatto breccia in ogni uomo. Ai tempi della scuola, in Iran, era una ragazza quasi spregiudicata, metteva il rossetto e dipingeva le unghie, beveva vodka e quando poi si andava a ballare si accorciava la gonna arrotolandola in vita.
Quando l'ho rivista in Italia era sposata con un connazionale e aveva già il primo figlio, nato nello stesso anno del mio. Ci rivedemmo a Roma in un bar del centro. Erano passati sette anni ma l'affetto che ci aveva legato era rimasto immutato. Eravamo davvero due splendide signore nel fiore degli anni, ma qualcosa in lei era cambiato. Non più il kajal sugli occhi, un foulard le copriva i lunghi capelli e indosso aveva un sobrio tailleur con la gonna al polpaccio. Io invece ero fresca di parrucchiere e indossavo abiti alla moda adatti ad una venticinquenne, in particolare una camicetta scollata sui jeans attillati. Dopo esserci raccontate gli ultimi anni sorseggiando tè alla maniera iraniana e cioè mettendo la zolletta di zucchero in bocca, le chiesi timidamente le ragioni del suo cambio di immagine, siamo in Italia le dissi e non sei costretta da leggi islamiche. Non sono cambiata, sono sempre attenta alla mia bellezza, come lo sei tu, solo che io rivolgo la mia seduzione all'interno della mia casa, tu lo fai all'esterno. Tu quando rientri togli quei jeans aderenti e metti la tuta, levi i tacchi e metti pantofole di pezza, ti strucchi e così ti mostri a tuo marito, io invece indosso indumenti di seta, sciolgo i capelli, metto il profumo e così accolgo il mio uomo che mai mi vede discinta. Ma dimmi Silvia, chi devi sedurre tu oggi a Roma con quella scollatura che mostra metà del tuo seno?

nihil

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Re:Anahita
« Risposta #1 il: Gennaio 12, 2016, 10:25:53 »
punti di vista validissimi. Le donne iraniane sono bellissime. Comunque probabilmente esibirsi per il marito è una specie di sottomissione. E' anche vero che certe donne dopo qualche anno di matrimonio non si impegnano  ad essere gradevoli nemmeno all'esterno della casa, si lasciano andare, non si stimano più. Bisognerebbe capire se esibirsi per il marito è un atto di compiacenza o un tentativo di potere per tenere aggiogato l'uomo.  Personalmente sceglierei una via di mezzo, essere decente se non proprio elegantissima con pizzi eccetra i casa, ma rinnegherei  la necessità del servilismo, più o meno interessato, verso il m arito. Noi forse siamo più liberedi essere come siamo senza dover affidarci all'esteriorità.

Birik

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Re:Anahita
« Risposta #2 il: Gennaio 12, 2016, 15:24:43 »
Non credo che sia sottomissione, ricordo di aver notato una sera, a casa dei coniugi e in compagnia di amici, che ogni volta prendeva la parola Anahita per raccontare qualcosa o fare una battuta, era il marito a prestarle per primo attenzione, indirizzando così anche l'attenzione dei presenti su di lei.

piccolofi

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Re:Anahita
« Risposta #3 il: Febbraio 11, 2016, 19:03:05 »

Appunto : tutto mediato dal marito.  Però la cosa è interessante, dal momento che viene da un tipo di donna che hai descritto come molto libera e, soprattutto, dotata di cultura.
Pur col rispetto per un mondo tanto diverso, non vorrei mai essere in loro, se non per la pura curiosità di un momento. Una curiosità umana e psicologica. Perché credo che tutto si giochi a livello psicologico, e qui stia il fascino che in qualcuna può indurre.
Ribadisco, però : per un'occidentale, salvo quelle alla disperata ricerca di una qualunque consistenza ideale che loro manca, resta lontano anni luce e inaccettabile.
Io credo che la libertà non sia barattabile con nulla.  Ma loro ci sono nate, e certe radici prima o poi tornano fuori.

Birik

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Re:Anahita
« Risposta #4 il: Febbraio 11, 2016, 20:24:43 »
 Le donne iraniane studiano e lavorano, basterebbe guardare qualche bel film per capire la posizione della donna nella società, non possiamo paragonarle alle Arabe che vivono l'integralismo, il mondo islamico è variegato, le marocchine vanno al mare in costume da bagno per esempio. In Afganistan negli anni '70 si indossavano minigonne, tutt'ora all'università di Tehran le studentesse sono il 60%. L'anelito di libertà è uguale in tutte le donne del mondo, compreso l'Occidente, quell'Occidente che non sembra avere grande rispetto per l'universo femminile dato l'incremento di violenze che noi donne subiamo in famiglia o magari sul luogo di lavoro. Pensare che il marito di Anahita sia il mediatore della sua vita è solo frutto di pregiudizi, come pregiudizio è pensare che loro siano nate in condizione di inferiorità e che le radici prima o poi saltino fuori.  Io invece ho visto un marito rispettoso e innamorato, che dava l'attenzione alla mia amica quando lei prendeva la parola, al contrario del mio che in pubblico mi sovrastava. Per lei non provocare gli sguardi maschili abbigliandosi in maniera castigata è stata una scelta di rispetto verso il marito. In paesi dove non si dovrebbero avere rapporti sessuali prematrimoniali, gli uomini sono frustrati e l'abbigliamento femminile è di fondamentale importanza. Ricordo le mie minigonne e gli apprezzamenti maschili, il mio provocare col rossetto color fuoco, mi sentivo libera, il corpo è mio e lo gestisco io  ma ero di fatto ingabbiata in uno stereotipo. Da trent'anni circa, con l'avvento delle reti Mediaset, il corpo seminudo di giovani ragazze ammiccanti è diventato la regola, col risultato di ridurre la donna a tette e culo e bocca rifatta, una regressione storica che fa paura, specie se associata all'escalation di violenza. Stiamo perdendo molti diritti, compreso quello di una maternità serena, la società ci emargina, ci sfrutta sul lavoro e poi ci fa credere di essere privilegiate rispetto ad Anahita. Mah.......   
« Ultima modifica: Febbraio 11, 2016, 20:40:50 da Birik »