“Se potessi vivere un'altra volta
la mia vita nella prossima
cercherei di fare più errori
… mi negherei di più…
prenderei pochissime
cose sul serio”.
(J.L.Borges)
Natale!
Un uomo, anziano, esce da casa: sul volto una mascherina verde gli copre bocca e naso; a tracollo, come un fucile, un piccolo contenitore da cui parte un sottile e candido tubicino di plastica che in fondo si biforca nei cosiddetti occhiali da naso che raggiungono le narici infilandosi sotto la mascherina.
L’asfalto è bagnato di lieve pioggia, scivoloso, ma l’uomo conosce ogni irregolarità, ogni avvallamento e avanza con passo lento ma sicuro… incurante.
Procede con sguardo alto, dritto.
Guarda quelli che incrocia: i neri, i mendicanti, e dà loro qualche centesimo. Ne ha sempre una scorta, di centesimi: sono il resto dell’acquisto del giornale quotidiano che non legge: ne scorre solo i titoli e sempre poi finisce col rifugiarsi nell’indifferenza evitando di farsi domande. Non riesce comunque a tranquillizzarsi, afflitto com’è da imprecisati, strani, sensi di colpa; resta indifferente a tutto, e durante “la passeggiata” non si agita neanche quando lo raggiungono imprecazioni e bestemmie. Anche l’olfatto disattiva, rifugiato dietro uno schermo.
E sì, ché era più bello prima!
Ma molto prima, quando il cielo era trasparente e gorgogliava il blu; quando ogni sguardo suscitava sensazioni, sogni… anche promettenti ribellioni.
Ha smesso di piovere… ora è neve: poca, sporca, a minuti fiocchi che danzano sulla stanchezza dei passi in cadenza sulle spalle cariche.
Era più bello prima!
Questo lo sa!, che lo dicono tutti i vecchi, ma non ci si fa caso: sono essi in equilibrio sulla follia.
Due auto si sono toccano; le persone si maledicono; la violenza si palpa; l’uomo guarda il bianco sporco della neve e sa che non la si potrà mai ripulire… rimarrà così… per sempre.
Ha smesso di “nevicare”… scende una nebbia grigia.
Era più bello prima!
Quando la neve cadeva a larghe falde… improvvisa e tanta… profumata e candida, la si raccoglieva in un bicchiere e la si spruzzava con uno sciroppo colorato e dolcissimo.
Era più bello prima!
Oddio!
La tosse!
Questa nebbia!
Aumenta l’erogazione di ossigeno.
Crac… craac… craaaK!
Insiste la tosse.
Avrebbe fatto meglio a non uscire di casa… ma è Natale, perbacco!
È festa, perbacco!
La vista gli si annebbia… è la nebbia! carica di smog.
Il respiro sempre più faticoso…
Era meglio prima!
Si appoggia con le spalle ad un muro.
Le ginocchia cominciano a cedere, scivola col dorso lungo il muro.
È in ginocchio.
Sa che è giunta l’ora di negare la biografia costruita con fatica nella speranza… il fondo dei suoi occhi si illumina di lucciole!... Tante!