Autore Topic: Il Santo Natale  (Letto 437 volte)

Annabel

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Il Santo Natale
« il: Dicembre 24, 2015, 20:36:50 »
Un po' difficile: note di filologia evangelica

Da duecento anni a questa parte circa è in corso la banalizzazione del Cristianesimo. Di questo processo fa anche parte lo svuotamento del significato delle feste. Il Natale sarebbe niente di più che la vecchia festa dell’inverno del solstizio, con in più l’aggiunta di Gesù Bambino. L’idea cioè è che i primi cristiani si siano messi intorno a un tavolo come dei qualsiasi direttori di marketing e abbiano detto: dobbiamo fissare una data per la nascita di Gesù Cristo. Ok, bella idea, dato che non la sappiamo mentiamo, diciamo di saperla con certezza e la fissiamo il giorno del solstizio, che è già una festa, così è più facile. Ma se facciamo il solstizio pare proprio scopiazzato. Va bene allora cambiamo un po', quattro giorni dopo, così non sembra scopiazzato, ma si capisce che è la stessa roba.

Questo dialogo non è mai avvenuto. I cristiani non potevano mentire: erano persone che andavano alla morte, e di sicuro non avrebbero violato il divieto della falsa testimonianza. Il Cristianesimo nasce dirompente, assolutamente opposto al paganesimo in tutto, mai ne avrebbe adottato le feste che trovava ripugnanti. L’astronomia inoltre è una scienza esatta come la matematica: il quasi non c’è. O è il solstizio o non lo è. Il 25 dicembre non è il giorno del solstizio e non gli è nemmeno vicino.

È abbastanza divertente che a nessuno venga in mente l’idea più banale: che il 25 dicembre sia la data giusta. La Madonna sapeva benissimo quale era la data e gli apostoli anche. Gesù deve ben avere avuto un giorno di nascita: impensabile che non stato tramandato, sia pure solo per tradizione orale. Quindi è verosimile che la Cristianità che si è formata attorno ad Efeso, il luogo che oggi appartiene alla Turchia dove la Madonna è vissuta e morta, conoscesse la data esatta. Infatti Sant Agostino riferisce che i cristiani orientali, cioè dell’impero romano d’oriente, credevano fermamente che la data fosse a dicembre.
Le prove sulle date ci vengono dal Vangelo di San Luca.
Lo studioso Ammassari ha analizzato gli studi pubblicati nel 1958 dal professore israeliano Shemaryahu Talmon, che ricostruiva secondo il calendario solare biblico trovato a Qumran i turni di servizio dei sacerdoti al tempio di Gerusalemme, Ammassari giungeva a scoperte interessanti. Secondo l'evangelista Luca, infatti, Zaccaria (padre di Giovanni Battista) apparteneva alla classe sacerdotale di Abìa ed era in servizio a Gerusalemme quando l'arcangelo gli preannunciò la nascita del figlio. Ora, il gruppo di Abìa esercitava al Tempio di Salomone due volte l'anno: dall'8 al 14 del terzo mese (Sivan, corrispondente a maggio-giugno) e tra il 24 e il 30 dell'ottavo mese (Heshvan, ovvero ottobre-novembre). Prendendo per buona questa seconda ipotesi, l'annuncio a Zaccaria sarebbe avvenuto abbastanza vicino al 23 settembre, festa liturgica della "concezione di Giovanni" secondo il calendario bizantino; e la nascita del Battista verrebbe conseguentemente a cadere circa 8 mesi più tardi: cioè verso il 24 giugno, tradizionale memoria di san Giovanni.
Non solo: giacché Luca colloca la visitazione angelica a Maria nel sesto mese di gravidanza della cugina Elisabetta, si può risalire alla data dell'annunciazione; che andrebbe collocata pertanto verso aprile (la festa liturgica dell'evento è il 25 marzo). Quindi la collocazione del Natale di Cristo intorno al 25 dicembre non sarebbe poi così simbolica e - per dirla con le parole stesse di Ammassari - "risalirebbe ad una tradizione giudaico-cristiana registrata implicitamente da Luca".
A rafforzare la sua tesi, lo studioso indica che essa coincide con il calendario di lettura continua dei salmi rispettato dagli ebrei ortodossi dei tempi di Gesù; in sostanza: la natività del Battista cadrebbe nei giorni in cui si recitava anche il salmo 85, nel quale ricorre la medesima radice del nome Giovanni; l'annunciazione a Maria avverrebbe invece intorno al periodo dedicato alla lettura del salmo 18, in cui ritorna con insistenza lo stesso radicale "salvare" presente pure in "Gesù"; e infine il Magnificat sarebbe stato pronunciato in corrispondenza con i giorni riservati dal "breviario giudaico" al salmo 33 (quello che fa: "Celebrate il Signore con me perché è grande...).

Quindi tutti noi a mezzanotte del 24 possiamo riempirci di commozione.
È veramente il giorno giusto.
È veramente l’anniversario dell’istante che ha cambiato il mondo.

Un felice Natale a tutti
« Ultima modifica: Dicembre 24, 2015, 20:41:19 da Annabel »