Un viaggio ad occhi chiusi
Ad occhi chiusi in un viaggio attorno a me stesso,
accanto ad altri come me, pur se diversi,
mi sono sentito trasportare nel cammino per evitare le persone.
E’ stato difficile, non sono stato bene,
mi sono spaventato, non sono in una zona franca,
chi sono queste voci, la differenza ...
tra capire e sentire, voler capire e sentire di muoversi nello spazio
di questo piccolo mondo,con gli occhi chiusi,
ho paura del buio e così mi sono affidato al muoversi di altri,
sono una statua di solitudine, mi ritrovo nel buio, come una statua
in attesa di cose tristi che bloccano i pensieri,
vedo insicurezza, paura, alberi solidi e immobili, come statue, come il David,
le voci sono come Golia contro David,
questa è la mia battaglia con le voci, devo trovare una tattica, una strategia,
sento una mancanza, ma cosa mi manca, perché sono insicuro,
come un ciclo che va avanti ma c'è sempre il mio sentire che non riesco a fare uscire,
è una parte di me che non riesco a mostrare prima a me poi agli altri,
vedo felicità, sorrisi anche questa è un’emozione che mi appartiene
io..sono così mi viene spontaneo sorridere non potrei farne a meno
poi cerco di mascherare i momenti più tristi.
Anche piangere è difficile, ma perché non voglio farmi vedere dagli altri,
ho paura del giudizio anche se piangere è un’emozione vera e naturale,
ho bisogno di sentire che la serenità si può raggiungere,
la noia come ripetizione dei “perché”, sempre lo stesso “perché”,
sono allo stesso punto, gli stessi giorni, ripetibili nella quotidianità
come una statua di gente che lavora,
è un nuovo modo di vedersi, per andare a casa appesantiti di umanità
con la paura che fa accendere la luce di notte per essere pronti alle difficoltà.
Oggi torno a casa con un senso di continuità
immedesimato nel mondo vicino,
portando in giro il peso delle voci.
Oggi vado a casa un po’ scombussolato
perché ho scavato dentro alle mie emozioni
per vivere in una statua libera da pensieri.
"un pensiero libero dal gruppo voci"