Piccola storia di gente comune è quella di quel ragazzo lì che due porte appresso a quella mia un giorno è uscito da casa e non ha fatto più ritorno.
La moglie ha smesso di cercarlo, i figli forse vorrebbero ancora e cosa possono se non solo piangerlo per morto.
La storia piccola e grande la fanno le persone, quelle che ogni giorno sbarcano il lunario, quelle che la vita se le ingoia e basta, mentre seduti stanno a bere un semplice caffè.
Piccola storia è anche quella mia che un giorno seduta alla stazione ho preso un treno solo andata ed ho trovato il coraggio di cambiare. E' piccola perché non la conosce nessuno, nemmeno è scritta sui libri, di quelli che i ragazzi studiano e poi ripetono a memoria. E quando un ragazzino mi ha guardata quel giorno su quel treno chiedendo io di chi fossi ricordo che ho risposto non sono di nessuno, nemmeno di me stessa!
Io non lo so com'è che va il mondo, so solo a stento come funziono io che di quel treno ancora m'è rimasto dentro il movimento. E da quel giorno non ho più guardato indietro, tanto che l'avrei fatto a fare se poi quella mattina nessuno è venuto a salutare. Così forse va il mondo, uno sta dove può e poi se non gli va se ne può pure andare tanto la gente nemmeno se ne accorge. Ma poi non voglio entrare nel particolare, sarei come a tutti quelli che vanno a pizzicare dicendo questo e quello delle cose che non vanno. Ma dico io, si può essere così fino alla fine?
Ecco che vado in giro senza più domandarmi, ciò che non so si è presentato un giorno alla mia casa insieme al suo fardello e ha cominciato a fare domande. Io per un po' ho anche risposto, ma quando poi ho capito che tutti a questo mondo hanno solo la loro di risposta beh... signori miei non ho resistito e me ne sono andata. Ed eccomi qua in mezzo a tanto e tutto, qualcuno fa domande, qualcuno ha capito già tutto, qualcuno se ne è pure andato.
Io ne approfito anche di questo, mi siedo sul divano e sto in silenzio, qualcuno prima o poi verrà a cercarmi.
