Ogni mattina vado all’edicola e acquisto il quotidiano.
Più che per leggerlo, lo prendo, il quotidiano, per non tradire gli edicolanti: una coppia di giovani che hanno acquistato, indebitandosi, l’edicola in tempi che queste ancora rendevano a sufficienza. Ma poi è arrivata la crisi anche per i giornali… e il debito dei due giovani nuovi edicolanti naturalmente non si vedeva la fine. Poteva bastare?, e no!, ché il comune li ha obbligati a mettere su una nuova edicola, più elegante, secondo il progetto di chissà quale architetto… edicola con rifiniture in rame, e il debito non solo era sempre lì, ma cresceva oltre misura, mentre i poveri giovani lucidano il rame ogni giorno. Con quale animo potrei sottrarre loro un cliente?
Il giornale comunque non lo leggo: lo sfoglio, non sempre, e mi bastano i titoli per…
Ho provato a cambiare quotidiano… macché!, tutto come prima, forse anche peggio. E così sono ritornato al vecchio: almeno ci avevo l’abitudine. Comunque le notizie?... da depressione profonda: e non solo quelle della politica in cammino trionfante verso il perfezionamento di un nuovo fascismo (ma quanti se ne accorgono?… anzi sono tanti che gioiscono nel riaverlo… finalmente); ma anche la cronaca spicciola... Manca del tutto di personaggi originali, stimolanti, diciamoli pure letterari: assistiamo ad un susseguirsi di eventi senza fantasia: omicidi, omicidi-suicidi, botte e bullismo, filo spinato e muri, tatuaggi anche di ultracinquantenni, piersing… e culinaria e cibo a tutte l’ore…
L’edicolante mi invia un sorriso triste e allarga le braccia.
Rispondo al sorriso e allargo la braccia.