Gola(Hieronymus Bosch, Sette peccati capitali: Gola)
Per alcuni “dottori della Chiesa” medievale il peccato di gola si commetteva in cinque modi: mangiando fuori tempo, molto frequentemente; ricercando cibi prelibati; eccedendo nella quantità; con soverchia avidità; esagerando nei condimenti.
Il peccato di gola era detestato, contrapposto alla dilagante povertà.
Il teologo Sofronius Eusebius Hieronymus, noto come san Girolamo (347 – 420 circa), nel trattato “Adversus Iovinianum” esalta la verginità e l’ascetismo, l’astinenza e il digiuno per evitare “il perfido vizio dell’impurità”: “ Esus carnium et potus vini, ventrisque saturitas seminarium libidinis est” (= Le carni, il vino e la sazietà del ventre sono un seminario d’incontinenza”.
Nella “Commedia” l’Alighieri colloca i peccatori di gola nel terzo cerchio dell’inferno e nella sesta cornice del Purgatorio. Al cerchio infernale dei golosi dedicò il sesto canto, mentre nel Purgatorio a questo peccato dedicò due canti: il XXIII ed il XXIV.
Il sesto canto dell’Inferno dantesco è ambientato nel terzo cerchio, dove sono punite le anime dei golosi: giacciono a terra, con il viso nel fango, torturati dalla pioggia incessante, “la piova / etterna, maladetta, fredda e greve”. Ma non basta, le anime dei golosi debbono anche subire le angherie del guardiano, il malefico Cerbero, un personaggio demoniaco, dotato di tre teste canine, che graffia e fa a brandelli con i suoi artigli le anime dei golosi. Mentre Dante e Virgilio attraversano questo cerchio una delle anime dannate si alza in piedi appena essi le passano davanti, è l’anima di Ciacco che non disdegna di dialogare con il poeta fiorentino e gli dice: “Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: / per la dannosa colpa della gola, / come tu vedi alla pioggia mi fiacco”). (Inferno, VI, 52 – 54).
Nel Purgatorio i golosi sono nella sesta cornice. Per contrappasso hanno il volto pallido, scavato dalla magrezza, la pelle aderisce alle ossa del cranio. I penitenti corrono senza sosta sotto alberi carichi di frutti e sulle rive di limpidi ruscelli, che però non possono toccare. La fame è provocata in loro dal profumo di dolci frutti che crescono su due alberi, posti all'ingresso e all'uscita della Cornice, dove Dante incontra e dialoga con i poeti Forese Donati e Bonagiunta Orbicciani.
Ma qual era il comportamento alimentare dell'Alighieri ?
Nel “Trattatello in laude di Dante” lo scrittore Giovanni Boccaccio dice che “Nel cibo e nel poto fu modestissimo, sì in prenderlo all’ore ordinate e sì in non trapassare il segno della necessità… né alcuna curiosità ebbe mai più in uno che in uno altro: li dilicati lodava e il più si pasceva di grossi”, cioè lodava i piatti ricercati, quando c’erano, ma di solito mangiava cibi non elaborati.
Ancòra Boccaccio, nella terza novella dell’ottava giornata del “Decameron” cita la contrada di Bengodi, un luogo dove si legano le vigne con le salsicce, c’è una montagna di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale le persone producono maccheroni e ravioli e li cuociono nel brodo di capponi “poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n'aveva; e ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciol d'acqua”.
Dal punto di vista psicologico il peccato di gola non è un peccato ma una psicopatia collegata a problemi esistenziali, a condizioni di disagio psicologico ed emotivo. L’anoressia e la bulimia nervosa sono le manifestazioni più note, che derivano dall’interazione di molteplici fattori: biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici, c’è comunque da parte del paziente una ossessiva sopravvalutazione dell’importanza della propria forma fisica, del proprio peso e corpo e una necessità di stabilire un controllo su di esso.
Uno dei motivi per cui una ragazza inizia a sottoporsi a una dieta eccessiva è la necessità di corrispondere a un canone estetico che premia la magrezza, anche nei suoi eccessi. Secondo molti psichiatri, infatti, l’attuale propensione a prediligere un modello di bellezza femminile che esalta la magrezza ha conseguenze devastanti sui comportamenti alimentari di molte adolescenti.
L’anoressia e la bulimia possono anche dipendere da eventi traumatici, per esempio violenze sessuali, drammi familiari, comportamenti abusivi da parte di familiari o di persone esterne, difficoltà ad essere accettati socialmente e nella propria famiglia, sentirsi oggetto di derisione per la propria forma fisica o di non poter raggiungere i risultati desiderati per problemi di peso e apparenza.