Autore Topic: Seduta su una panchina al centro di un giardino  (Letto 552 volte)

presenza

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Seduta su una panchina al centro di un giardino
« il: Marzo 17, 2015, 12:46:33 »
Non posso dare nulla per scontato, solo io so come sono andati i fatti, e sono qui a parlare di me stessa, qui seduta su questa panchina mentre il mondo scorre, solo perché mi voglio raccontare. Faccio il punto della situazione, come quando si mettono poco a poco i pezzi in un mosaico, per coincidere, anche se sbagliati.  Avrei dovuto vivere, e certo questo ho fatto, ma poi sono passati tanti anni, e non ho concluso  niente, se per concludere s'intende realizzarsi. Ho fatto sogni ad occhi aperti e poi li ho messi da parte come abiti vecchi. E se a quel tempo fossi andata avanti senza guardare indietro, oggi potrei rispondermi diversamente, potrei non essere seduta qui sotto questo cielo grigio di fronte a un giardino, dove alcuni bambini gridano rubandosi la palla.
In verità c'ho dentro alla radice di me stessa solo un'amarezza, l'ho già capito da quando quel giorno te ne sei andato come seta sotto alle mie mani.
Di certo adesso non mi serve a niente dare la colpa ad un ciao che non c'è stato, però m'aiuta a ritornare all'uso del ricordo, era rimasto impolverato giù in cantina senza nessuna voglia d'essere riguardato come si fa con quei filmini vecchi in super otto, che nemmeno più esiste il proiettore.
Ma a questo punto del racconto ricordo all'improvviso il motivo per cui sono seduta qui ad aspettare, semplicemente voglio che la mia vita si fermi in questo istante così che io possa rivederla tutta in una volta, per capirne il senso fino ad oggi non trovato.
Ritorno allora a quella sera particolare, giravo in lungo e in largo per trovare una soluzione e tu dicevi di calmarmi che sarebbe andata a finire male. Forse sapevi già qualcosa e non avevi il coraggio di tirarla fuori, e ti guardavo scoprendo in ogni istante gli occhi di chi sa, di chi non vuol restare. Ed aumentava in me la voglia di tirarmi fuori dai pensieri, quella casa sembrava starmi stretta. E accumulavo giorni senza più dormire, non mangiavo affatto, non me ne accorgevo, e mi sentivo strana, almeno della colpa volevo liberarmi lasciandola a te perché potessi farne buon uso. E tutto questo dentro la mia testa montava come panna, e di ogni aspetto vedevo una mancanza. Poi te ne sei andato a letto, non hai aspettato che mi distendessi accanto, e dopo un attimo ti sei addormentato. Te lo racconto io, te lo racconto come è finito il dopo, e di come le cose sono cambiate.
Tutto girava nella mia testa, del fatto e del non fatto e di come ero diventata, di te, di me e di quello che non avevamo, degli altri come dei nemici, di chi mi aveva oltrepassato, di chi s'era mostrato e di chi s'era realizzato. Così mentre pensavo ad un certo punto una soluzione ricordo d'avere trovato. 
Mi rivedo dirigermi al cassetto degli attrezzi di cucina e prendere un coltello, quello di tante volte, e mentre lo impugnavo sempre di più pensavo a come finalmente avrei trovato pace. Dormivi ed era perfetto, non ci sarebbe stato bisogno di svegliarti, nella testa il rumore era assordante, e fu così che diedi a tutto una risposta colpendoti senza sapere dove, e poi colpii anche me stessa e dopo un fortissimo dolore ecco sopraggiungere il silenzio.
Adesso sono qua seduta, almeno dirmi grazie prima di andartene per sempre, questo da te me lo aspettavo.
Guardo le mie mani e non rispondono al comando, suvvia svegliatevi, ordino loro e loro non mi ascoltano, come potrò perciò riprendere il mio discorso?
E dire che al tanto mancava giusto un poco, e con la mia pace avrei raggiunto il tutto, una vita fatta di mille colori, uno spazio e un tempo senza bisogno di dire fino a quando, e tu insieme a tutto il resto. Ora so per certo che ho paura, ho paura di vivere la vita sul bordo di un muretto, in bilico tra un questo certo e un niente.
Io non voglio perdermi, e lancio un grido disperato, voglio riprendere me stessa e riportarla qui su questa panchina solitaria.




 

nihil

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Re:Seduta su una panchina al centro di un giardino
« Risposta #1 il: Marzo 18, 2015, 08:57:58 »
il dramma di un inconscio che si muove in prima persona, e forse non a torto.

ninag

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Re:Seduta su una panchina al centro di un giardino
« Risposta #2 il: Giugno 23, 2015, 19:52:44 »
Molto intenso.