Vero, per le patologie rappresentate, questa serie televisiva non è stata proprio inerente alla realtà, ma credo che abbia trasmesso il senso giusto di affrontare certe malattie, cioè non tanto o non solo con la speranza di farcela, ma con il desiderio di continuare comunque a vivere la vita nel presente, come se non si avesse nulla di grave, con serenità e, perché no, anche con gioia, nei limiti delle condizioni fisiche, s’intende. Finché c’è vita bisogna comunque viverla e cercare quanto più possibile di assaporala nei suoi aspetti positivi.
Personalmente credo che per le patologie oncologiche le terapie ufficiali quasi sempre precipitano ancora di più le condizioni generali del paziente a causa della loro tossicità (tutte le medicine sono tossiche), ma penso pure che ogni situazione è un caso a sé e che una cura può andare bene per una persona e male per tante altre. Credo che ogni malato dovrebbe quindi essere libero di scegliere la terapia che sente più adatta a sé e alle modalità in cui intende affrontarla, potendo scegliere anche tra terapie alternative, purché sia preventivamente bene informato su rischi e benefici tra quelle disponibili e che intende scegliere, offrendo la possibilità anche a chi non dispone di grosse somme di denaro, di curarsi a carico del SSN. Le terapie non ufficiali sono a volte molto costose, ma sempre meno di quelle dove lo zampino delle multinazionali farmaceutiche (e non solo) ci sguazzano guadagnando enormi profitti multimiliardari, alla faccia di chi si ammala.