Autore Topic: Personaggi e interpreti  (Letto 763 volte)

nihil

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Personaggi e interpreti
« il: Dicembre 11, 2014, 11:50:03 »
 Personaggi e interpreti
 
 
 
 
La preside:

non molto alta, secca, un fisico nervoso che è sempre in movimento. Agita le mani.
Ha le unghie lunghe da arpia. Pettinata con una coda di cavallo lunghissima di capelli tinti di nero, agita la testa per sottolineare le sue parole. Si trucca lievemente, sembra più sulla cinquantina che sulla quarantina. Occhi vivaci scuri. La voce è dolce e schietta, sembra in cerca di conferme. Una persona che nasconde la sua solitudine.
Probabilmente non è sposata, non porta la fede, o forse è divorziata. Si riempie la giornata di impegni superflui, riunioni, scuola di  teatro, scuola di cucito, presentazioni di libri dell’autore, volontariato.
Aspetta il grande amore, o forse lo ha già perduto.
 
La prof. di italiano:

più piccola della media, sembra antica, ma  non lo è. Capelli scarruffati e rovinati da permanenti mal gestite e dal colore incerto. Viso scarno, occhi dolci. Parla dei suoi moltissimi viaggi in Cina, in India, Lituania eccetra. La faccia è rugosa, ma quelle rughe non sembrano mai state stanche.
Non lo fa per vantarsi, ma per condividere emozioni. Ha un carattere avvolgente, si ha l’impressione che si sempre disponibile ad aiutare. Gli studenti la amano, di lei si fidano. Non ha figli, forse per questo si dedica con amore ai suoi studenti. A Natale già inizia con il marito a progettare altri viaggi estivi: la vita va riempita, la vita corre, la vita non aspetta nessuno.
 
 
 
La prof. di matematica:

un poco sovrappeso, non ride quasi mai, mette soggezione. Capelli a caschetto, con scriminatura nel mezzo, che lascia indovinare un diradamento dei capelli. Gesticola con calma, non trasmette comunicatività, ma piuttosto ansia. Parla lentamente, forse per avere la certezza di venire capita, come fa con i suoi allievi, che di matematica capiscono poco. Porta sempre braccialetti d’argento molto belli, che le ragazze ammirano. Sposata e con due figli, sembra lì per caso, il suoi pensieri sono rivolti ai suoi problemi, nessuno sa quali, ma è evidente che ci siano. Una volta si è commossa, quando le hanno regalato per il suo compleanno una stella di Natale: non credeva di meritare nulla di più di una stretta di mano.
 
La prof. di religione:

a vederla viene in mente una torta di panna o un panettone bel lievitato. Sembra morbida. Non parla mai di sé, forse ha avuto un marito, ma il fatto che si vesta in modo assurdo pieno di colore, denota un’esca per attirare l’attenzione. Se è sposata, non è amata. Porta sempre collane lunghe di pietre dure e anelli enormi, che sulle dita grassocce fanno un effetto ridicolo. Ha i capelli biondo platino, quasi fosforescenti. Nessuno la invita mai in pizzeria,  le colleghe pensano che la religione sia una materia superflua. Lei sorride sempre, fa finta di essere accettata e così si consola. Porta smalto blu con disegnati fiorellini gialli per essere come le ragazzine, nemmeno lei è convinta della cosa, ma non si arrende all’evidenza: non ha 15 anni.
 
Il prof. di inglese.

Sportivo suo malgrado, si crede bello. Cerca sempre di dire una battuta spiritosa, per altro di solito non capita. Si sente in dovere di essere galante con tutte le donne. E’ alto sopra la media, molti gli chiedono se ha giocato a pallacanestro e lui dice di sì, ma che ha smesso per via dei tendini. In realtà non ha m ai giocato, ma sembra che gli “alti” siano condannati alla pallacanestro e lui non vuole deludere le aspettative di chi parla. Però gioca a tennis con grande impegno e va in palestra. Non ama lo sport, ma non vuole rimanere da solo in casa, e in palestra ci sono tante ragazze single della sua età, che sono lì per lo stesso motivo: conoscere qualcuno.
Ogni tanto si lascia crescere la barba per sembrare più interessante, a volte porta occhiali a gradazione zero per lo stesso motivo, poi si vergogna di queste sue idee, si rade e toglie gli occhiali. Si sente solo e non amato. Durante le feste di Natale va a sciare, ma torna senza gioia, anche lì nessuna donna lo ha preso in considerazione.
I ragazzi della scuola lo sfottono, lui lo sa, ma pensa che anche lui ai suoi tempi faceva lo stesso. L’importante è resistere.
 
 
La bidella:

ragazza madre ormai invecchiata, si sente in dovere di trattare tutti come se fossero suoi figlioli, non riesce a fare diversamente. La sua maternità illecita si è trasformata in bandiera. Tutti sono suoi figli, di tutti si preoccupa, cerca di nascondere le marachelle degli studenti, consola cuori trafitti, rimprovera i mascalzoncelli.
Grassottella, non se ne fa un problema, mangia merendine a tutte le ore, e sorride pacificata. Se può, dispensa ricette di cucina esotica mai provate, ma le pare che faccia tanto donna di mondo. In realtà  il curry, il cumino, il coriandolo e le spezie che tanto sicuramente suggerisce, non sono mai entrate nella sua cucina. Così facendo sente che se avesse voluto, avrebbe potuto essere un’altra persona, invece che una bidella.
La figlia della colpa è insegnante di storia in un paese vicino,  lei è il suo riscatto relativo: relativo perché in realtà è stato il lucchetto chiuso sul suo futuro. Rimpianti? Sì, ma non lo ammetterebbe mai.
 
La segretaria:

donna di liberi amori e disinibita, è stata con molti e se ne vanta senza vergogna. Dispensa lenzuola con frequenza e poca discrezione. Anche lei vorrebbe un amore stabile,  quando era giovane non ci pensava, si sentiva una star, ora che il tempo passa, inizia a domandarsi se ne sia valsa la pena o se si fosse solo illusa di essere applaudita e ricercata. Si concede ancora qualche avventura romantica, ma sempre più spesso il suo unico ospite e commensale è il gatto. Alta, davvero bella, bionda spumeggiante e sempre allegra, sotto la sua noncuranza,  si sente ormai come la mitica Cicala, non sa se pentirsi e continuare su quella strada.
Tra una fotocopia per la preside, circolari da smistare, politiche e progetti incomprensibili, comincia a guardare il prof. di inglese . E aspetta.
 
 
L’insegnante di ginnastica:
 
bellissimo uomo, fianchi stretti e spalle larghe. Capelli neri con codino, gesti regali e autoritari, abbronzatura da lampada. Gestisce la sua materia militarmente, pensa corpo sano in mente sana: o viceversa, non ricorda molto bene il detto.
E’ stato due volte fidanzato, mai sposato. Si è fatta una corazza emotiva perché il suo più grande problema è la voce, decisamente femminile. Un tormento, niente di più assurdo, niente di più umiliante che dire sono Arturo con la voce di Valeria Marini. Gli occhi degli interlocutori prima sorpresi, mettono subito il pilota automatico del “ facciamo finta di niente”. Non abbastanza in fretta perché lui non capisca. La rabbia e il dispiacere per quella voce, lo mantengono asciutto nel fisico e nell’animo, ma spera sempre in un miracolo: una donna tutta per lui.
 
 
Questi sono i personaggi.
 Punto.
Non ho mai detto che ci sarebbe stata una storia.
Se vorrete, la scriverete voi.
A pensarci bene, però, una storia c’è: è l’attesa dell’amore, unico alibi per stare al mondo.
 
( quante altre materie ci sono? coraggio, aggiungete i vostri personaggi!)


 
« Ultima modifica: Dicembre 12, 2014, 11:31:51 da nihil »

presenza

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Re:Personaggi e interpreti
« Risposta #1 il: Dicembre 12, 2014, 18:51:10 »
...Personaggi perdenti in una scuola di periferia. Scuola di poco conto risalente ai tempi del fascio quando all'ingresso c'era scritto Dux e basta. Il quartiere fatto di povera gente, e le case sgretolate dal tempo senza manutenzione. Balconi altezza strada e strada a livello coi portoni, qua e là tricicli disseminati come fossero macchine posteggiate, e televisori accesi fin dalla mattina a fare compagnia alle donne per le pulizie.
E quella scuola come un fungo in mezzo ad un prato secco, tutti la conoscevano perché c'erano già stati. I professori, quei personaggi perdenti senza nemmeno combattere, alla mattina li vedevi arrivare stretti, abbottonati dentro a quei cappotti che volevano aprirsi a tutti i costi mentre una mano ferma glielo impediva gridando al freddo.
Nessuno di loro osava più sperare, pensavano d'aver realizzato ognuno il proprio sogno trovandosi il da fare, salvo lasciarsi scappare qualche pensiero dolce agro su quello che sarebbe stato se avessero trovato quello che in fondo in fondo cercavano. Così tra loro si guardavano.
Fu la preside a rompere gli indugi partecipando al Concorsone. Nei mesi successivi tutti sapevano che se ne sarebbe andata e al posto suo chissà chi sarebbe arrivato. E quando alla riunione del collegio dei docenti pubblicamente fu presentato il preside entrante, tutti i presenti rimasero con gli occhi sbarrati. Era un bell'uomo di oltre cinquant'anni, al secolo convivente e senza figli che per la carriera aveva vissuto un po' freddo con gli affetti, ma con tanta voglia di recuperare. La compagna nel bel mezzo l'aveva lasciato e lui per risposta se n'era andato. Poche speranze aveva in quel quartiere, e quella scuola poi sudava proprio di vecchio. Guardando però quell'insegnante di religione con gli occhi dolci e le pietre di colore, sentì improvvisa la voglia di restare. Pensò di scuotere coscienze e menti stanche, propose e fece per non lasciare andare ciò in cui credeva senza difenderlo abbastanza. I professori si presero di coraggio, pensarono tutti che stare seduti a tavolino in attesa che qualcosa arrivasse giù dal cielo, era stata fino ad allora una trappola per poveretti. Solo alzandosi dalla sedia s'impara a camminare, di certo da fermi si può solo osservare...


... da continuare
« Ultima modifica: Dicembre 13, 2014, 08:26:20 da presenza »

nihil

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Re:Personaggi e interpreti
« Risposta #2 il: Dicembre 14, 2014, 16:33:53 »
Renata, la preside uscente, guardava il nuovo arrivato e riviveva le sue emozioni quando era lei la nuova. E ripensava a quella mattina di primavera, mesi fa, quando entrando nel suo ufficio aveva avuto la sensazione che era ora di andare via, in un altro posto dove sarebbe finalmente accaduto qualcosa.
Ora stringeva mani, baciava guance, prometteva che si sarebbero tenuti tutti in contatto, che non si sarebbero persi di vista. Sapeva anche che poi sarebbe accaduto l'inevitabile, piano piano non si sarebbero sentiti più. Va bene, inizierò una nuova vita, in quella cttà di mare cui mi hanno assegnata, sarò un'altra, e poi si starà a vedere.
Per ultima salutò Gloria, la prof. di religione, e intercettò la sua occhiata verso il nuovo preside:  oggi Gloria aveva anche il rossetto, viola quasi blu, in accordo con il maglione giallo, e la sciarpa arancione. In accordo...Renata sorrideva: accordo molto personale, ma almeno era un colpo di sole e colore in quella scuola grigia.
Era contenta per lei, era evidente che il preside le piaceva.
Scese per l'ultima volta le scale della scuola, si girò per riempirsi gli occhi di quell'edificio che per dieci anni aveva custodito le sue giornate e poi con passo deciso, montò sulla sua Panda rossa e se ne andò.
Dopo alcuni isolati si fermò, annusò quell'aria di periferia, che sapeva di piccole cose e umanità, dando l'ultimo abbraccio a quello che domani sarebbe già stato un ricordo.
Aveva già vuotato la casa e spedito il tutto alla nuova residenza, ma si dovette fermare al vecchio appartamento per recuperare il gatto e il suo trasportino. E poi via verso Savona, qualche ora di macchina e sarebbe piombata su un altro palcoscenico; era contenta e piena di aspettative.
Gloria, la guardò andare via, un poco la invidiava, un poco era contenta. Il preside aveva i capelli brizzolati, abbastanza alto per entrare nei suoi gusti, le mani grandi e forti. Chissà perchè lei per prima cosa guardava le mani. Secondo una sua idea indicano il carattere di una persona. Mani mollicce, di quelle che quando te le porgono sempre di prendere un pesce morto, aveva orrore. Gli occhi poi avevano uno sguardo diretto. Sì, tra qualche giorno avrebbe telefonato a Renata, aveva bisogno di parlare con qualcuno. Vide poi che tutte le colleghe girellavano intorno a Cosimo, questo il suo nome, e già ebbe una punta di gelosia. Notò che tutte cercavano di mettersi in mostra e le venne in mente il vecchio discorso, quello che dice che l'entrata di un nuovo personaggio in un cerchio preesistente, provoca la ridistribuzione dei rapporti reciproci. Ecco la biondona Elena, che prendendo sottobraccio Cosimo, lo trascinava verso la finestra, con la scusa di mostrargli il giardino. E te pareva!


continua...

presenza

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Re:Personaggi e interpreti
« Risposta #3 il: Dicembre 14, 2014, 23:51:37 »
Gloria sapeva di non essere ben vista dai suoi colleghi, ogni volta che entrava in sala professori sembrava trasparente e ormai ci aveva fatto l'abitudine, riconosceva che la sua riservatezza non dava adito ad incoraggiamenti e perciò se ne stava in un angolo a guardarsi le unghie. In tutto quel tempo in cui Renata era stata preside era riuscita a trovare in lei una confidente, Renata l'ascoltava come poche e questa loro amicizia ancor di più aveva creato sospetti tra i suoi colleghi e finito per isolarla del tutto. E ora quell'uomo, quel signor preside dai capelli brizzolati che quando parlava la fissava negli occhi come da tempo non le capitava. Per questo Elena faceva le moine, quella segretaria non stava mai al suo posto, si credeva d'essere sempre il pezzo forte della scuola, e ogni volta guardava sempre dall'alto in basso.
Era sovrappensiero Gloria immersa nei suoi vicoli, così li chiamava i pensieri che andavano e venivano dentro la sua mente, era sovrappensiero quando il collega, l'insegnante di ginnastica, le rivolse la parola. Lei si voltò senza riuscire a comprendere cosa volesse quell'uomo, poi comprese che voleva prestata un'ora per finire un allenamento. Fai pure, collega, me la restituirai appena ti sarà possibile.
Lui se ne andò e lei continuò a bere il caffè della bidella, l'unica cosa che di buono quella donna riusciva a fare quando non era impegnata a consolare le ragazze delle classi terze che si rivolgevano a lei per le loro delusioni d'amore.
Gloria sorseggiava quando la sua attenzione fu richiamata da una circolare fresca di giornata lì sul tavolo in sala docenti...

... continua

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Re:Personaggi e interpreti
« Risposta #4 il: Dicembre 23, 2014, 07:57:58 »
La gita di fine anno dovrà essere decisa entro la data XXX, per potere organizzare la cosa senza inconvenienti e con costi ben meditati. I professori che intendono accompagnare i ragazzi sono pregati di....
"Mi piacerebbe portare la scuola ai Sassi di Matera."
La voce era di Cosimo, Gloria lo sentì vicino  vicino e quando si girò con la circolare in mano, l'istinto di abbracciarlo fu superato solo dall'istinto che non era cosa intelligente.
Fece un passo indietro e con voce sicura affermò che era una bellissima idea. Arrivò Elena che cinguettando si mise a parlare dei Sassi, come erano belli, ci avevano girato film, ci era stata cinque anni prima, eccetra.
Cosimo non sbuffò per educazione, ma capì che l'insegnante gli dava il giro; si senti un poco lusingato, come quando era ragazzo, ma a lui interessava di più questa bionda pannosa. Sì, gli piaceva con tutti i suoi colori, aveva qualcosa di rassicurante, quasi brillante.
La riunione finì dopo poco e quando fu l'ora di uscita, Cosimo facendo finta di conoscere ancor poco le strade, chiese a Gloria se poteva accompagnarlo con la sua auto sino in Comune, per informarsi sull'orario degli uffici per il cambio di residenza.
Elena li guardò andare via come si guarda allontanarsi l'ultima spiaggia.
Si girò di scatto e rovesciò sulla giacca di Ireneo, il prof. di inglese, quel poco di coca cola che ancora aveva nel bicchiere.
Ireneo per gentilezza le disse che ...pazienza..mentre i cuor suo pensava  "speriamo che la macchia vada via". Elena si precipitò in scuse e lo invitò a casa sua dove aveva un prodotto miracoloso per le macchie. Ireneo sentì allargarsi il cuore e già immaginava qualcosa di tenero tra loro due. A casa Elena continuava a parlare nervosamente, sembrava spaventata, il gatto la quardava sorpreso aspettando le solite carezze. Lei stessa si domandava perchè si sentisse in tensione a quel modo, non era certo il primo uomo che entrava lì, poi senti le braccia di Ireneo stringerla e lui ch diceva " ma vuoi stare un poco zitta?" E un lungo bacio finalmente le tolse la parola. Ma lei...

continua...

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Re:Personaggi e interpreti
« Risposta #5 il: Dicembre 28, 2014, 17:47:55 »
… dopo averlo respinto si staccò dalle sue braccia e si allontanò intimandogli di uscire via dalla sua casa. Il poveretto non tentò nemmeno di chiederle come mai quell'atteggiamento, non se lo aspettava in verità, lei Elena così sicura e traboccante di sé, così piena della sua femminilità. “ Che credi” disse lei “ che mi va bene tutto? Io scelgo, caro, e solo i vincenti, non quelli come te che sono dei perdenti prima ancora d'iniziare”. Ireneo a quelle parole dure e offensive girò su se stesso e con la sua giacca imbrattata uscì da quella casa come se lo avessero preso a pugni.
Frattanto Gloria era lusingata che Cosimo le avesse chiesto quel passaggio, durante il tragitto fino al Comune quel loro chiaccherio sembrava nascere dal bisogno di sapere tutto l'uno dell'altra, era evidente che si piacevano e i loro sguardi sempre più prolungati erano in armonia con le voci e le parole. Arrivarono a destinazione ch'era già tardi, ma non sembrarono contrariati di ciò, anzi Cosimo colse quel ritardo come un segnale per farsi avanti. E così  guardando negli occhi Gloria la invitò a pranzo. Per un attimo il sorriso di Gloria sembrò gelarsi sul suo volto, le passò in visione l'intero paese, e se mai fossero stati visti da qualche alunno della scuola, come sarebbero stati considerati, o magari qualche collega, o Elena stessa... Cosimo comprese benissimo quella piega vicino al labbro che cominciò ad amare fin da quel momento, e senza che lei potesse aggiungere altro le disse che non ci sarebbe stato niente di cui sparlare su un pranzo tra colleghi. Gloria allora accettò di felicità e decise di portarlo in un ristorante vicino al...