Sono nato in provetta per la gioia dei miei genitori, che desiderosi di esprimere la loro genitorialità si sono affidati ad un certo, Dottor Rinasci. A dire di mio padre, un grande luminare, non ho mai avuto occasione di incontrarlo, perché per mia fortuna o sfortuna è deceduto, a volte capita, poco prima che io nascessi.
Tra l’altro la sua morte è avvenuta in circostanze misteriose, sembra che si fosse ferito con uno speculum, cosa che fa inorridire chiunque ne senta parlare, insomma, per farla breve non si fece una volgarissima antitetanica e in poco tempo, lasciò quello da noi è conosciuto come il nostro mondo.
Mia madre racconta questa storia a tutti quelli che incontra, l’unica cosa che ho imparato è quella di guardare le facce dei suoi interlocutori.
Prima mi guardano, poi mi commiserano poi mi mettono una mano sulla spalla con fare paternalistico, roba da riversargli addosso qualunque cosa uno stesse bevendo.
A guardarmi sembro normale se non fosse per la forma delle mani, le dita in particolare sono inusuali, così dice mia madre, da piccolo ne andavo fiero, lei mi diceva” guarda Federico, che hai delle mani uniche al mondo”. Sì, ne ero molto orgoglioso, erano una fonte di gioia, poi le cose che riuscivo a fare erano uniche, arrivavo dove gli altri neppure riuscivano ad immaginare. Lei, la mamma dice che sono il frutto del suo amore, ma l’unica cosa che manca è un albero. Perché se io sono il frutto ma non so proprio che fine ha fatto l’albero.
Mio padre ha preso il volo l’anno scorso, non in senso letterario, sul serio, ha preso il suo deltaplano ed è scomparso. La mamma dice a tutti che è in volo, ma non sembra in ansia, del resto perché dovrebbe. Ultimamente è bizzarra dice che deve fare una cosa, non so cosa, perché lei non lo dice, esce spesso e porta delle cose dai negozi, a me, però, non mi porta mai. Mi sto stancando di avere mani meravigliose vorrei avere mani normali come tutti. Falange, falangina, falangetta, solitamente le mani sono composte fondamentalmente da queste parti, le mie no, hanno un’altra cosa, una specie di sporgenza tra le dita, come un nastro largo con piccole ventose.
Una volta ho visto un dottore, il dottor Lupus, non mi piaceva, era strambo, indossava degli strani calzoni gialli, e una camicia verde, voleva visitarmi, per mia fortuna che la mamma glielo ha impedito. Non è più tornato, ora che ci penso anche la mamma manca da tanto, è da parecchio che non mangio, mangiare è una grossa parola, di solito bevo solo roba liquida e leggera, lei dice che è per le mani, ma io non ci credo, comunque spero che torni presto!
C’è buio, ormai la mamma non torna più, se tornasse potrei uscire, con lei, ad essere sincero non sono mai uscito da solo.
La mia mamma ha sempre pensato a tutto, al buon cibo, talvolta tornava a casa con dei fagottini, piccole sorprese croccanti, tutte in movimento, di tanti colori, alcune marrone, altre nere, con queste delizie lei mi faceva un bel frullato, diceva che fa bene.
Di solito mangiavo da solo, con una cannuccia, la mamma diceva che è più igienico.
A casa nostra vengono sempre gli amici di mamma, lei è solita mettere la musica, io non so mettere la musica, se non fosse per queste dita lo farei.
Una volta è venuto un signore che mi ha fatto un sacco di foto, poi ha litigato con la mamma e non è più tornato.
L’uomo vestito di nero veniva spesso, mi guardava e diceva che sono figlio di Dio, strano, pensavo di essere figlio dai miei genitori, anche se in provetta.
La gente non la capisco, ha sempre da dire, una volta avevo una nonna, quando veniva a trovarmi storceva sempre la bocca, secondo me, mi trovava antipatico.
La cosa buffa è che la gente, non risponde mai alle mie domande, io parlo e loro mi sorridono, solo la mamma mi capisce.
Non era mai mancata così tanto, il fatto è che da solo non posso muovermi, lei mi fa camminare, dice che ho le ruote, è così buffa, mi fa giocare con delle minuscole palline colorate, a me, a dire il vero, mi sembrano molto noiose.
Mi sento molto stanco, spero di riuscire a dormire, in questa posizione non è facile, se non fosse che la mia sedia è così rigida forse starei meglio.
L’hanno costruita per me, è fatta di vetro leggero, pare sia sperimentale, per via delle mie mani, che non si devono impigliare, ma, forse non è proprio vetro, la mamma dice che è la più bella sedia del mondo. L’unica cosa che non capisco è perché questa sedia non la usa anche la mamma, dal momento che le piace tanto. Lei dice che l’ha progettata l’architetto Staiseduti, uno in gambissima, pare, ma non ne sono sicuro, che abbia scritto un libro, uno di quelli fatti con la carta.
Una volta la mamma me ne ha fatto vedere uno, era grandissimo, un grosso libro di carta, diceva che lo aveva scritto il grande Dottor Labirunts Supersus Giano, c’era anche la sua foto sul retro, era buffissima.
Con la mamma ridevo sempre, anche se a volte lei era strana, le cadevano gocce dagli occhi, una roba fastidiosissima, diceva che era pioggia, comunque prima che il babbo sparisse non pioveva mai.
Se avessi imparato a usare tutti i tasti della sedia ora potrei scorrazzare per la casa. Sono grandissimi lucidi, trasparenti, io ci ho provato, ma quelli non capiscono le mie dita, sono tasti senza anima, se potessi gli sputerei.
La mamma mi ha detto che nella prossima vita andrà meglio, a pensarci credo abbia ragione, ora proverò a dormire, magari mi sveglierò in un’altra vita.