La nonna materna era una bizzoca! Frequentatrice di messe e funzioni a tutte l’ore; fedele assidua di sagrestia; presidentessa delle “Dame di S. Vincenzo” (nonostante i poveri la infastidissero); organizzatrice con i preti delle processioni per la pioggia (naturalmente a pagamento)…
La sua religiosità era tutta esteriore… esposta!, e anche vissuta come spazio di potere nel segno di una indiscussa aderenza e conformità alla dottrina della Chiesa cattolica. Uniche leggi per lei, della sua religiosità e della sua stessa vita sociale, erano i precetti delle gerarchie ecclesiastiche, e in casa sua circolava un solo giornale: “L’OSSERVATORE ROMANO”.
Una impostazione di vita certamente in buona parte ereditata: dalla famiglia d’origine mai le sarà stato dato aiuto, e nemmeno da parte di altre istituzioni, per una più aperta crescita culturale e spirituale.
In seguito la figlia!, mia madre, a sua volta aveva ereditato, autoritariamente, e dallo stesso ristretto ambiente, la medesima visione della realtà, lo stesso stile di vita… e, quanto a cultura aveva forse solo potuto contare su qualche romanzetto rosa non messo all’indice dal vaticano.
Essere semplice, mia madre! Carattere mite e riservato per natura, al contrario della madre che fu sempre arcigna e autoritaria, ma da lei aveva assorbito, mia madre, gli insegnamenti alla lettera, soprattutto l’obbedienza cieca alle autorità… qualsiasi autorità (anche quella fascista).
Comunque la sua religiosità fu sempre meno esposta di quella della madre, e ciò sia per carattere che per i tanti impegni di madre derivanti dall’assurdità di dieci figli (aveva ricevuto per questo anche il diploma fascista di madre prolifica!). In quanto a cultura ora leggeva solo opuscoli di vite di santi che le forniva mia nonna, e recitava preghiere da qualche libro di orazioni.
La BIBBIA!, era libro proibito ai cattolici… all’indice!
I figli ormai cresciuti, e la famiglia tutta, per motivi di studio, si è trasferita dal paese a Napoli in appartamento in affitto.
Io avevo una stanza appartata e silenziosa, divisa dall’ingresso da due porte ben isolate dai rumori di casa.
Sono lì che studio nel silenzio, quando percepisco, urlato e chiaro:
“SIAMO CATTOLICI APOSTOLICI ROMANI!!!”.
Segue lo sbattere violento della porta di ingresso che fa vibrare l’aria dell’intero appartamento e forse anche le pareti.
Esco dalla stanza e nell’ingresso trovo mia madre ritta in piedi che brandisce una scopa… no, forse esagero… forse la scopa no, ma l’atteggiamento è chiaramente aggressivo: le braccia leggermente allargate, i pugni serrati. Mai vista in quello stato di irritazione, che se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto.
“Cosa succede?”, domando.
“VOLEVA VENDERMI LA BIBBIA!!!”, risponde inusualmente decisa.
Il tutto prese per me l’aspetto di una caricatura, e, infatti, risi.
Ancora adesso mi diverte il ricordo della scena.
Ma, ritornato ai miei libri, non riuscivo più a studiare.
Pensavo a quel pover’uomo, il colportore, venditore ambulante di libri sacri porta a porta… a piedi e con un sacco o una cassetta piena di Bibbie, porzioni, commentari, romanzetti edificanti, “evangelini”, racconti di vita cristiana (venduti tre a un soldo), almanacchi… Porta a porta… e le porte che gli venivano regolarmente e violentemente sbattute in faccia.
Ho lasciato tutto e, correndo, ho sceso le scale; ho ispezionato la strada sempre in corsa nei due sensi; non l’ho incontrato, il colportore, che gli avrei comprato la Bibbia, la più bella… la più costosa… la più pesante!
Per quel giorno poi non ho più studiato.
Però non è vero!
Fu solo un meditato proposito.
Non l’ho inseguito, il colportore, e invece avrei dovuto… Avrei dovuto inseguirlo e acquistarla, la Bibbia, da leggere poi ad alta voce a mia madre e a mia nonna, soprattutto.
Ogni giorno ad alta voce!