C'è sempre un giorno, un'ora, un mese, un anno in cui un perché si ferma dentro alla nostra mente e sotto forma di pensiero s'insinua fino a farci male e poi riapre un gruppo di ferite antiche che all'apparenza sembavano risolte.
Così ricominciamo a mescolare dentro a quel calderone di domande, cercando almeno una risposta antica di quelle che le nonne se interrogate spesso le avevano e dipensavano come fosse oro.
Se oggi è come ieri non lasceremmo indietro tutti i nostri sogni, daremmo spazio alla curiosità umana e ci apriremmo al giorno come il sole in mezzo alle sue nuvole.
C'è sempre tempo per dare una risposta, e una panchina in mezzo al suo bel prato, un campo dove poter giocare e grida e gioia di bambini senza una ragione. Così è il perché senza una spiegazione, e gira indisturbato quando vorremmo stare senza.