Era per dire, così tanto per parlare, lo sai che non lo faccio apposta, a volte mi scappano le parole e poi non so come rimediare. Ma tu non te ne andare, non rimanerci male, io sono una testa pazza, non penso mai prima di parlare. Dovrei lo so, me lo sono detto tante volte, ma che ci posso fare se poi puntualmente mi comporto male. E' vero non avrei più l'età per certe cose, ma chi mi conosce sa che non lo faccio apposta. E poi che sarà mai, in fondo è una mezza verità quello che prima ho affermato, e non puoi prendertela più di tanto, anche tu te lo sei detta tante volte. Ed ora facciamo pace, ti porgo le mie scuse, vai e prendi tutto quello che in un solo colpo ho comandato, in fondo è un risarcimento per quello che ti ho appena detto, e poi saremo alla pari senza più discussioni, tranne che tu non voglia, ma credimi perdi un bel guadagno. Perciò vai pure oltre, e quando ti ricapita più d'essere così risarcita, nel mio locale hai voglia a chiedere, nessuno ti farà domande. Sai quanti risarcimenti per colpa di questo mio carattere strano, che ci posso fare, appena mi siedo e penso, subito poi devo mettere in atto. Come una scena madre, di quelle che non si scordano, e infatti le conservo tutte, quelle che sono andate bene, e quelle che sono andate a male. Così quando alla sera medito, conto tutte le volte in cui non sono stato capace e poi cerco come riuscire ad essere migliore. Sembra un precetto insolito, visto il mio attuale distacco, ma invece è proprio quello dell'essere diverso a renderlo più solito. Così sembra poca cosa, non c'è bisogno di parlare strano, poi scava, scava e scava, si scoprono gli altari. Ora fermati a parlare, fino ad ora hai solo ascoltato, io farò pure il resto, così se vuoi puoi accettare.