Autore Topic: Attrazione e scelta del/la partner  (Letto 10212 volte)

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #15 il: Agosto 16, 2014, 09:10:00 »
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Ho chiesto ad una mia amica virtuale quanto conta per lei l’aspetto fisico del partner ed ella mi ha risposto dicendomi che l’aspetto fisico conta all’inizio poi sono importanti i tratti caratteriali, le affinità, i valori condivisi, la personalità. “I miei ex erano belli e boni ma  imbecilli. Il mio attuale ragazzo non è bello però è generoso, paziente, simpatico, orgoglioso al punto giusto, ha un modo di fare che mi piace.

Nella fase dell’iniziale attrazione può piacere una o più parti dell’aspetto fisico, per esempio il colore e la forma degli occhi, il colore della pelle e dei capelli, le labbra carnose o sottili, il sorriso, le mani, i glutei, l’altezza. Se la fase conoscitiva prosegue  deve piacerti anche il suo carattere, l’educazione, l’intelligenza, il modo di fare, quindi la sola bellezza non basta.
Se una persona non ci attrae non ci motiva a conoscerla meglio. Ci sono tanti ragazzi carini  ma che non colpiscono per come si pongono.

La simpatia e l’allegria influiscono molto sulla nascita di una nuova relazione. E’ importante avere accanto una persona capace di mettere di buon umore e di far sorridere. Sono essenziali  nel/la partner anche l’intelligenza e la capacità di sorprendere, accompagnate dalla dolcezza e dai modi educati.

L’amore per nascere ha bisogno  di diversi elementi, non basta solo l’aspetto fisico per suscitare un sentimento tanto importante”.


Da quanto suddetto dalla mia amica virtuale si deduce quanto sia importante capire se stesso/a per comprendere come sei e cosa cerchi. E’ pure fondamentale  dialogare e saper ascoltare il/la possibile partner per capire cosa pensa.

Si certo, l’aspetto fisico  attiva il “segnale-stimolo” all’avvicinamento verso la persona da cui si è attratti, ma partecipano anche meccanismi psicologici consci ed inconsci. I fattori psicosociali svolgono un ruolo centrale nell'orientare: ogni società propone determinati modelli ideali di bellezza maschili e femminili, che vengono assimilati e condizionano le scelte di giudizio sull'attrazione.

Si può preferire un partner con il sex appeal ad uno bello. E’ difficile incontrare il/la partner con entrambi i requisiti ed è ancor più difficoltosa la reciproca attrazione fisica collegata al reciproco desiderio sessuale.

Il sex-appeal è importante , perché “gioca” con l’immaginazione, provoca emozioni. Le informazioni visive creano la cosiddetta “prima impressione” sulla persona che guardiamo. Ma è meglio non fidarsi troppo della “prima impressione” o della cosiddetta “prima vista”, perché è anche possibile che a causa del proprio vissuto negativo e traumatico la memoria procedurale sia basata su distorsioni psicologiche. In tal caso il soggetto riconosce come gradevoli determinati tratti somatici, movimenti o atteggiamenti che da molti altri, invece, vengono considerati inaffidabili.

Ci sono donne che si sentono attratte dal cosiddetto “uomo mascalzone”, “macho” e maleducato. Chiedono amore a chi non è in grado di darlo. Il loro immaginario erotico-sentimentale esclude possibili partner sensibili, premurosi, colti, gentili.
Tale tipo di donna di solito vive nella famiglia problematica (famiglia marginale con carenze relazionali e di valori) o con un padre dispotico che rende la figlia incapace di reagire ed opporsi.  Quando questa decide di sposarsi o di convivere sceglie un uomo simile al padre, che la maltratta, l’umilia. La poca autostima e l’insoddisfazione la conducono all’autolesionismo in amore. Subisce un ruolo sottomesso al partner dominante.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #16 il: Agosto 19, 2014, 16:01:22 »
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Seguire diete, tonificare i muscoli in palestra, curare la dentatura, frequentare i centri estetici e acquistare le creme snellenti, idratanti, tonificanti secondo necessità, ci fanno sentire schiavi del nostro aspetto fisico,  non possiamo fare a meno di chiederci quanto siamo soddisfatti del nostro corpo. Nel proprio benessere è compreso il piacersi, accettando gli inestetismi. 

Sono tante le persone che pensano di essere “brutte”, poco attraenti, che soffrono per il loro aspetto fisico e disperano di poter avere il/la  partner  in modo duraturo. Si considerano “Il brutto anatroccolo”,  titolo della favola che scrisse il danese Hans Christian Andersen (1805 – 1875). La trama  del racconto è considerata una metafora delle difficoltà che spesso sperimentano adolescenti  e giovani, i quali  cercano  di esplorare il loro potere di attrazione.

A tutti piacerebbe avere la capacità di attrarre come una calamita, ma la realtà è diversa.

Essere attraente significa possedere qualità desiderabili dal/la possibile partner.

L’attrazione crea una tensione fisiologica e psicologica che ci fa protendere verso la persona che ci piace.

Attrazione fisica e bellezza: sono collegate ? Si ! Però la bellezza è relativa, indefinibile, viene giudicata con criteri soggettivi.  Come ho detto in un precedente post non ci sono immutabili canoni di riferimento, non ci sono regole o elementi universali da considerare per esprimere con competenza il proprio giudizio estetico. Se dico “questa persona è bella”, esprimo un giudizio estetico, ma è il mio giudizio, forse non condivisibile da altri.

Il concetto di bello cambia nel tempo e nelle varie culture, non viene considerato con criteri oggettivi riconosciuti validi da tutti, perciò nel tempo vengono espresse diverse opinioni nelle civiltà.

La moda influisce sulle caratteristiche che sono considerate attrattive in una donna o in un uomo.  Gli abiti, la pettinatura, il maquillage concorrono ad evidenziare la personalità

Comunque  nell'attrazione fisica c’è differenza tra l’uomo e la donna.

I maschi  apprezzano in primis l’apparenza fisica femminile, considerano  un valore la bellezza complessiva della donna, la quale è attenta al proprio look per essere attraente ed evitare che l’attenzione del partner si rivolga verso altre.
 
Le ragazze, invece,  oltre la bellezza cercano negli uomini altre caratteristiche: la simpatia, la sicurezza,  l’intelligenza, la positività.

Ci sono individui non considerati belli/e, eppure hanno fascino, sono seducenti. In tal caso non è l’attrazione fisica ad entrare in azione ma la seduzione. Attrazione e seduzione non sono la stessa cosa.

La seduzione non necessita dell’ iniziale attrazione fisica, ha bisogno di tempo per conquistare in modo progressivo. La seduzione è collegata all’autostima, alla personalità dell’individuo.

Due persone si piacciono per ciò che pensano, per le affinità e cominciano a frequentarsi per capire se c’è empatia, simpatia, possibilità di dialogo. Questa fase o livello è caratterizzato dal confronto sui valori sociali, i gusti.

Una interessante possibilità di seduzione è quella virtuale tramite chat o forum, emotivamente intrigante. On-line nascono infatuazioni, idealizzazioni. La seduzione virtuale può creare i presupposti per rapporti amichevoli, per scriversi in privato, confidarsi, affezionarsi, innamorarsi.

Si comincia dall'interiorità per arrivare all'esteriorità dell'individuo, che diventa fisicamente accettabile anche se non considerato proprio bello dall’interlocutore/trice, perchè reputa preminenti i valori, il comportamento. Tale modo di pensare è tipico di molte donne.

L’assenza iniziale di fisicità fa idealizzare l’interlocutore/trice,  con proiezioni di propri desideri, che il tempo e l'incontro nella realtà possono disconfermare con lungimirante disincanto.

Comunque le alternative bellezza (= attrazione fisica) o seduzione, anche virtuale, sono le due vie principali per instaurare relazioni a breve o lungo termine. L’una e l’altra conducono alla stessa meta, al rapporto sessuale, se desiderato dai partner.

Per il maschio l’attrazione fisica è condizione sufficiente per andare a letto con una donna, poi s’interessa dei tratti caratteriali della partner. Invece la femmina ha bisogno nel contempo di un surplus, capire la personalità del possibile partner per instaurare un rapporto fisico. Ma non sempre. Ci sono anche donne che danno preminenza all’attrazione fisica, limitano la loro relazione al coito, poi c’è la fine della relazione oppure il proseguimento, a seconda dei casi.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #17 il: Agosto 20, 2014, 09:50:54 »
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E’ tempo di vacanze. Chi ha potere politico, economico e sociale la vacanza è anche un modo per tessere rapporti d'interesse con propri pari per status e ruolo. Per le élite il party, il golf, la regata non sono solo momenti per la rappresentazione del consumo vistoso, ma costituiscono anche modi informali per accrescere il proprio capitale sociale: la rete di conoscenze, le relazioni interpersonali, i legami informali per ottenere vantaggi economici, sociali, lavorativi, forme di solidarietà e reciprocità.

Per gli individui il prestigio personale costituisce la principale posta in gioco della vita sociale. E il prestigio può essere raggiunto sia attraverso il reddito monetario generato dalla professione svolta, che dal capitale sociale.

Questa tendenza sta scendendo dal vertice della piramide sociale verso la base, ai ceti medi e medio-bassi. Tuttavia non si tratta di un processo di democratizzazione come ad esempio il passaggio della crociera da viaggio per pochi a viaggio per tutti. Perché se per il jet-set la tendenza produttiva della vacanza ha pure come obiettivo il profitto, per gli altri l'obiettivo è diverso, perché questa maggioranza non possiede le stesse risorse per aumentare il proprio capitale sociale. Pertanto dirige altrove il suo investimento. Dove? Sul corpo.

Pubblicità, moda, cosmesi, chirurgia estetica, wellness, sport, design, architettura, comunicazione e turismo costituiscono una filiera di industrie che possiamo denominare "fabbriche della felicità" in quanto il loro obiettivo è soddisfare il piacere dei sensi.
Le fabbriche della felicità producono e incentivano un corpo particolare: il corpo glamour,  un corpo attraente, dotato di sex-appeal. Infatti se l’aspetto fisico non è attraente  si diventa  outsider, un emarginato, e si ha il dovere di darsi da fare per diventare insider con l’aiuto della chirurgia estetica, l'esercizio fisico, il make-up, la pettinatura, l'abbigliamento.

L'affermazione del corpo glamour è  dovuta ai mass media che quotidianamente offrono alla vista degli individui corpi giovani, belli.  Questo rispecchiarsi nei corpi glamour è cruciale per migliorare il proprio aspetto fisico.  E’ un lavoro complesso perché è cognitivo (selezione dell'immagine), creativo (interiorizzazione dell'immagine), relazionale (proiezione dell'immagine).

E si viene coinvolti dai dilemmi dell'estate: abbronzatura integrale o parziale? Più tatuati o più palestrati? E il piercing? Discreto o indiscreto? Tutte decisioni che possono essere prese solo in base alla narrazione della propria immagine personale. Un corpo che ha nell'età e nella bilancia due giudici implacabili.

Dalla seconda metà del XX secolo si è cominciata ad abbassare la soglia del senso del pudore e ormai  non ci si vergogna di esporre il proprio corpo più o meno denudato, ma di non avere un corpo esteticamente attraente.  Ci si vergogna degli inestetismi della pelle, del grasso superfluo, dei difetti fisici, di non vestire alla moda, con conseguente senso di inadeguatezza sulla quale prosperano le suddette "fabbriche della felicità". 

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #18 il: Agosto 21, 2014, 13:30:33 »
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La vita è fatta di scelte che determinano le nostre azioni. Ma a volte scegliere  il/la partner è difficile: è necessario capire cosa si vuole per poi agire.

L’indecisione rende infelice,  dà la sensazione di inadeguatezza, insicurezza. Si teme di sbagliare e poi di soffrire. Può essere d’aiuto una persona amica per  consigli, per superare i timori, la situazione stressante.

Le scelte si basano sulle proprie esperienze,  le necessità, lo stato emotivo, sulle informazioni che abbiamo riguardo le alternative, sulla comprensione delle conseguenze.

Due opzioni costituiscono un dilemma per chi è indeciso. Può anche non scegliere, ma evitare la scelta significa accettare che siano gli eventi o gli altri a scegliere per noi.

Si può essere attratti da due persone contemporaneamente. La scelta si impone, altrimenti si corre il rischio di provocare la propria e l'altrui infelicità.

Gli insicuri tendono a farsi strattonare. Lei lo tira da un lato, l’amante dall’altro…e lui sta nel mezzo, senza decidere. Delle due vince chi sa lusingarlo, sedurlo e coccolarlo meglio. Ma un insicuro è ambito dalle donne ?

Tutto ciò che ci accade nell’infanzia ipoteca le nostre future relazioni amorose.

La sensazione di essere stati amati male ci fa cercare il/la partner capace di porre rimedio a questo deficit, capace di curare le ferite d’amore. Però gli amori costruiti sulla mancanza e su una ferita rischiano di essere temporanei: il bisogno resta insoddisfatto ed il/la partner si stanca.

La nostra sete d’amore è immensa e frettolosamente la proiettiamo su una persona incapace di placarla.

Il nostro bisogno di essere amati ci espone a numerose sofferenze ed alla paura di non essere amato o di essere lasciato.

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #19 il: Agosto 25, 2014, 09:02:29 »
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Ci sono  diverse tipologie di maschi e femmine, etologicamente classificati alfa, beta e omega.

Il maschio o  la femmina alfa (alpha) sono dominanti, carismatici, seducenti.

Invece i  maschi  e le femmine beta hanno un ruolo subordinato in modo permanente o temporaneo. Pensano di non essere capaci di auto realizzarsi.

Nell’alfabeto greco l’omega equivale alla zeta e dal punto di vista etologico i maschi e le femmine omega hanno difficoltà a conquistare il/la partner, si sentono inadeguati, sconfitti nel mondo del lavoro e nella vita. 

Comunque la moltitudine delle persone sono la commistione di alfa, beta e omega.
 
Le donne e gli uomini che non hanno le caratteristiche adatte per scegliere il tipo alfa  sono costretti  ad orientarsi per necessità o convenienza verso il tipo beta od omega. Ma accontentarsi del/la partner significa poi rischiare di tradire perché insoddisfatti; c’è anche da dire che non è facile incontrare la persona con le caratteristiche desiderate.

Capita sovente di sentirsi attratti da due persone contemporaneamente. La scelta si impone, altrimenti si corre il rischio di provocare la propria e l'altrui infelicità. E’ importante sapere ciò che si vuole.

Nelle relazioni amorose non esistono persone giuste o sbagliate, ma giuste per stare con noi, per condividere con noi un tratto della vita.

A volte  si sceglie in modo sbagliato perchè si è giovani e con scarse esperienze precedenti, oppure perché influenzati da fattori esteriori come la bellezza, la ricchezza, il successo, i condizionamenti familiari: “E’ una brava ragazza, vedrai che con lei starai bene”, ma col tempo si scopre che con quella brava ragazza c’è poco da condividere. Non  si dovrebbe scegliere per una parte, ma per un tutto: una storia d’amore dovrebbe basarsi sulla conoscenza, anche di noi stessi.

Per la scelta del/la partner uomini e donne usano delle strategie: quelle adatte per le relazioni durature e quelle per il breve periodo oppure occasionali. Se si sbaglia il tipo di strategia si rischia la rottura della relazione.

Una strategia maschile che può funzionare bene per le relazioni di breve periodo può essere controproducente con una donna che preferisce sposarsi.

Ci sono anche uomini che fingono di essere interessati ad una relazione permanente ma mirano soltanto al rapporto sessuale. Delle donne cadono nella trappola. Altre, invece, più scaltre, fingono di essere tentate dal sesso occasionale per coinvolgere l’uomo in una relazione di lungo periodo. Come nel gioco del poker, chi “bluffa” cerca di far credere qualcosa di falso, simula.

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #20 il: Agosto 27, 2014, 06:05:20 »
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Nel nostro tempo in Occidente  la scelta del coniuge è  di solito libera, invece in altri contesti ci sono norme che regolano il  matrimonio, obbligano a sposare individui appartenenti alla propria casta, lignaggio, ecc.. L’endogamia è la norma che obbliga a sposare una persona appartenente al proprio clan o casta, come in uso in India. Invece l’esogamia  induce a scegliere il coniuge al di fuori della tribù o casta di appartenenza o di residenza.

Ma si è proprio sicuri che in Occidente la scelta è “libera” ?

Le indagini sociologiche evidenziano la tendenza all’omogamia sociale, a contrarre il matrimonio tra persone che hanno caratteristiche sociali o culturali comuni. In “Vite ineguali” ( a cura del sociologo Antonio Schizzerotto)  c’è  il capitolo riguardante “La scelta del coniuge” in cui si evidenzia il condizionamento  dell’ambiente familiare e dell’ambiente sociale di appartenenza sulla formazione delle coppie. Le ricerche rilevano che i criteri di selezione sono socialmente pre-costituiti.

La scelta del/la partner è meno libera di quel che sembra ed il modo di dar vita ad una coppia non è casuale. La famiglia d’origine ha un ruolo importante nell’educazione sentimentale.

La prima coppia che formiamo serve, in genere, a separarci dai genitori. Spesso c’è bisogno di più relazioni per giungere alla maturità necessaria per staccarsi psicologicamente dalla famiglia d’origine.

Nelle prime fasi dell’iter amoroso dopo l’attrazione vengono presi in considerazione altri elementi: l’intelligenza, la simpatia, i valori condivisi, la stima, la fiducia,  la cura della persona, la cultura. 

Le ricerche psicosociali dirette dallo psicologo statunitense Robert Zajonc hanno evidenziato che i frequenti incontri ed il dialogo aiutano a superare i timori verso la persona che ci attrae, le informazioni che acquisiamo ci dicono se ci possiamo fidare. Poi si valutano anche altri indicatori: l’ambiente sociale di appartenenza, la complicità  sessuale, che può esserci o meno, e se ne traggono le conseguenze.

Ci sono individui che per incapacità o per  sfortuna  non riescono ad incontrare la persona da amare ed essere amati  e si accontentano di un soggetto disponibile, col rischio d’insoddisfazione per l’errata scelta.

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #21 il: Agosto 31, 2014, 07:20:18 »
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Nella scelta del partner cosa cerca la donna in un uomo ? Dipende: rapporto occasionale ? Convivenza ? Matrimonio ? Famiglia ?

Per un rapporto a lungo termine la femmina sceglie, se possibile, un uomo economicamente benestante per assicurarsi il sostentamento della possibile prole.  Ma non basta. E’ importante l’attrazione fisica perché favorisce il desiderio sessuale.  Lo vuole educato, gentile premuroso, sincero, affidabile, sicuro di sé,  cordiale, sorridente, fantasioso, comunicativo, che sappia amare. Sono pretese eccessive ? Quando le femmine comprendono di aver incontrato la persona “giusta” entro di loro dicono: “Ci siamo, è lui ! E’ il mio uomo !” Spesso sbagliano !

Ed un uomo come sceglie la partner ? Di solito opta per chi lo ama e lo valorizza. Se il fine è il matrimonio e la costruzione di una famiglia vuole  come moglie una “brava ragazza”.

Ma com’è una “brava ragazza” ?  Ripeto ciò che ho scritto in un altro topic sullo stesso tema. Un amico virtuale mi ha inviato una mail per dirmi che quando pensò di creare una relazione d’amore a lungo termine meditò sulle caratteristiche della possibile partner: “La volevo attraente ma non appariscente, perché ero insicuro e geloso; non sarei riuscito a stare tranquillo con una ragazza bella, “vistosa”. Soltanto con l’esperienza e nella maggiore età ho capito che quando una donna ama veramente non tradisce il partner.

Altri elementi caratterizzanti che cercavo nella “brava ragazza”, secondo il mio punto di vista: non doveva avere un passato di “nave scuola”;  non doveva fumare, perché non sopporto l’alito di una fumatrice; doveva essere allegra, sarcastica, intelligente; preferibilmente impiegata ed economicamente autonoma, astemia, non dedita all’uso di droghe, capace di evolvere ad un ottimo livello nella sessualità.”

Dopo aver letto la mail dell'amico virtuale sulle caratteristiche della “brava ragazza” ho riflettuto: il punto è che brava o non brava, inizialmente si guarda se una piace.  Poi con la conoscenza viene tutto il resto.
Mi sono anche chiesto qual è il prototipo della “cattiva ragazza” ? Quella poco fedele, profittatrice ed insensibile ? O quella che si fa rispettare ed a volte è un po' troppo intransigente ?

Non si può generalizzare perché le scelte sono condizionate dall’ambiente sociale in cui si vive, dal livello d’istruzione, dai tratti caratteriali, etc..

La scelta fa nascere la coppia e la formazione dell’identità di coppia. I due individui condividono aspetti emotivo-sentimentali, sessuali e socioeconomici.

Ma non è detto che si scelga sempre il “meglio”…Spesso si crede di aver incontrato la persona “giusta” senza chiedersi quanto ci si possa realizzare in quell’unione.

Talora non si ha la fortuna o la possibilità di scegliere tra più opzioni e ci si accontenta dell’incontro casuale, anche se non è il grande amore sognato.

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #22 il: Settembre 02, 2014, 13:48:10 »
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Amare una persona è una scelta, non determinata dal bisogno, dalla necessità di avere compagnia.

Per scegliere bene è necessaria la consapevolezza: si cerca una relazione a breve termine od una relazione duratura ? E’ molto importante capire i motivi che inducono al rapporto di coppia. Dopo la comprensione delle proprie esigenze si deve agire con congruenza, senza barare, perché l’amore è parte essenziale della vita e deve essere considerato con realismo, senza illusioni che conducono alle delusioni.

Essere se stessi, esprimere i propri sentimenti ed essere sinceri sono elementi molto importanti per costruire una relazione intima. Nessuna relazione sentimentale può durare se uno dei due scopre che l’altro/a non è la persona che dice di essere.

Nei suoi  “Appunti sull’amore” Francesco Alberoni dice che per scegliere è importante capire cosa si pretende dalla relazione amorosa, senza eccessive aspettative dal rapporto di coppia e per non fare del male al/la partner e a se stessi.

Per comprendersi l'individuo deve chiedersi:  cosa hanno in comune le persone che scelgo ? L'attrazione, lo status socioeconomico, le affinità, i valori ? In un precedente partner  ho trovato tali caratteristiche ? Che cosa ottengo se sbaglio ? 

Per costruire la coppia molte persone debbono superare le proprie esitazioni, la sfiducia in se stesse, spesso determinata dalla sofferenza provocata da una  delusione amorosa. L’elaborazione mentale dei motivi che hanno provocato la perdita affettiva è necessaria per giungere alla consapevolezza e costruire un nuovo rapporto di coppia.

Se si ha scarsa autostima diventa bassa anche la capacità di  capire ciò che realmente si desidera. E' indispensabile capire che cosa ci interessa e come agiamo per conseguire il risultato.

Ci sono persone che reclamano il loro bisogno di amore ma senza prendere in considerazione anche i bisogni del/la partner.

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #23 il: Settembre 03, 2014, 13:42:43 »
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Ci sono alcune teorie riguardanti la scelta del partner: la teoria psicoanalitica, la teoria sistemica, la teoria  della somiglianza,  la teoria della complementarietà, la teoria evoluzionistica e la teoria dell’attaccamento.
 
Per  la teoria psicoanalitica la scelta del partner non è casuale. E’condizionata dalla fase edipica nell’infanzia, durante la quale inconsciamente il bambino s’”innamora” della madre e la bambina del padre. Se quella fase fu positiva la scelta verrà orientata verso un individuo con caratteristiche comportamentali simili a quelle del genitore del sesso opposto. Se invece la fase edipica non fu soddisfacente si cercherà un partner caratterialmente diverso dal genitore o dalla genitrice, per non rivivere l’esperienza negativa.

Il complesso di Edipo si manifesta all’età di circa tre anni. Il bambino diventa possessivo nei confronti della madre, chiede più coccole e tenerezze. Per le bambine, questa fase corrisponde al periodo in cui esse cercano di conquistare il papà, di attirare continuamente la sua attenzione e si rifugiano nelle sue braccia, mentre la madre diventa, al tempo stesso, una rivale ed un modello.
Gradualmente, fra i tre e i sette anni, attraverso una fase chiamata da Freud “risolutiva”, i bambini rinunciano a prendere il posto del genitore del suo stesso sesso, respingendo nel proprio inconscio le sue emozioni e le sue passioni.

Secondo la teoria sistemica la famiglia è come un sistema, con caratteristiche, regole e norme proprie. Comprendere i meccanismi e le dinamiche di tale sistema significa capire i criteri del suo funzionamento: ogni  individuo nell’ambito della famiglia influenza gli altri componenti e nel contempo viene influenzato; le dinamiche si ripercuotono sul sistema famiglia, che può diventare disfunzionale.

Il rapporto fra i genitori influenza il futuro dei figli. Un padre assente  o una madre insoddisfatta della sua relazione col partner  potrebbe influenzare il figlio nell’incapacità di amare; potrebbe influenzare  la figlia ad “amare troppo” un uomo “sbagliato”.

La famiglia può influenzare nella scelta del/la partner dando anche indicazioni ai figli su come deve essere una “buona” moglie o un “bravo” marito.

Per la teoria sistemica la scelta del partner è condizionata dalle aspettative della propria famiglia e da pretese soggettive.  Se prevale l’influenza familiare la selezione si orienta sullo status socioeconomico del possibile compagno o della compagna. Se invece prevale la volontà del soggetto, questo seleziona in modo più libero e consapevole, accetta lui/lei per quello che è, con pregi e difetti, l’importante è amare.

Teoria della somiglianza: un proverbio dice "chi si somiglia si piglia". Tale detto non si riferisce alla somiglianza fisica ma alle affinità interpersonali, alla condivisione di opinioni e stile di vita.

Generalmente, maggiore è il numero degli interessi in comune, maggiore è l'attrazione. Tale somiglianza può riguardare gli stati emotivi,  la posizione socioeconomica, gli interessi culturali od altro.

La somiglianza crea attrattiva perché gratifica l'autostima e fa vivere in modo positivo la relazione.
A costituire nel tempo l’elemento aggregante di una coppia non è però solo la "somiglianza" ma una complessa coordinazione nelle scelte quotidiane. Gli interessi condivisi fin dall’inizio del rapporto facilitano questo processo, mentre le differenze possono provocare attriti e conflitti che nel tempo mettono in crisi la relazione.

Teoria della complementarietà. Fu elaborata dal sociologo americano Robert Winch. Secondo questo ricercatore si preferisce come compagno/a una persona che ha qualità complementari , compensatorie. Ognuno dei due fornisce all'altro risorse di comportamento, ognuno dei due dà all’altro quel che non ha. Per esempio, un ragazzo timido ed introverso può scegliere una ragazza estroversa, cordiale.; una donna precisa e meticolosa può preferire un uomo dal temperamento artistico ed anticonformista. Si cerca una persona differente da sé al fine di completarsi.

Le caratteristiche complementari tra i due partner, la loro capacità di soddisfare le reciproche esigenze fanno aumentare le probabilità di durata nel tempo della coppia.

Alcuni ricercatori (Vinacke, Shannon, Palazzo, Balsavage e Markey) affermano che la somiglianza incrementa l’attrazione iniziale e favorisce la nascita della relazione amorosa, mentre la complementarità assume importanza durante lo sviluppo del rapporto di coppia.

La teoria evoluzionistica dà una spiegazione biologica anziché psicologica per la scelta del/la partner.

Secondo questa teoria (di David M. Buss ed altri) per la relazione a lungo termine, matrimonio o convivenza, il maschio preferisce la partner giovane ed attraente, potenzialmente in grado di fare figli. Invece la femmina vuole un partner capace di amare, che abbia risorse economiche per dare sicurezza alla famiglia. Il monogamico rapporto di coppia è utile alla donna per scegliere geneticamente il padre da dare ai figli e nel contempo per assicurarsi un aiuto esclusivo da parte dell’uomo nella protezione e allevamento della prole.

La teoria dell’attaccamento fu elaborata dal psicoanalista britannico John Bowlby.

Il processo di costruzione dello stile di attaccamento è determinante anche per la scelta del partner.

L’attaccamento crea il legame tra due individui, come quello del bambino con la madre o tra due persone che si amano. Infatti i legami sentimentali degli adulti sono simili nella loro fenomenologia a quelli che caratterizzano la relazione madre-bambino e con questa hanno equivalenze funzionali. Nella coppia l’attaccamento avviene nella fase dell’innamoramento.

La qualità delle prime relazioni affettive organizza la struttura psicologica secondo schemi cognitivi, detti “modelli mentali dell’attaccamento”.

Lo schema di attaccamento che si struttura nella psiche del bambino rimane attivo negli individui attraverso gli anni.

Nel 1987 gli psicologi Cindy Hazan e Philp R Shaver pubblicarono l'articolo “Romantic Love conceptualized as an attachment process”, col quale sostenevano la similitudine tra l’attaccamento nell’amore di coppia e la relazione di attaccamento provato dal bambino per la madre o verso un’altra persona di riferimento.

In funzione dei diversi tipi di attaccamento avuti nell’infanzia è possibile prevedere quale tipo di partner sceglierà l’individuo quando sarà adulto, perché  si tende a scegliere il/la partner che ha un sistema di attaccamento compatibile con il proprio.

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #24 il: Settembre 09, 2014, 13:37:40 »
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La scelta del/la partner  è condizionata dalle  proprie aspettative e, se ci sono state, dalle precedenti esperienze.

Si cerca l'uomo ideale, la donna ideale per formare la coppia. Nella selezione intervengono motivazioni inconsce, la sopravvalutazione e l’idealizzazione che fanno illudere e col tempo possono anche deludere.

E’ difficile trovare un/a partner che abbia tutte le qualità desiderate, perciò spesso ci si accontenta di quel/la che capita, specie se non si ha la possibilità di scelta.

Chi è svantaggiato in fatto di bellezza, status sociale od economico di solito si accontenta: sorvola sull'attrazione, dà importanza all'affettività, alla stima,  fa attenzione  alla personalità del/l possibile partner, se c'è la somiglianza o la complementarietà dei tratti caratteriali, la simile posizione  socioeconomica, i medesimi interessi culturali, la socievolezza.

Accontentarsi può indurre col passar degli anni cominci all’insoddisfazione per l'aspetto  del compagno o della compagna e si guarda "altrove".

Per scegliere bene sono necessari il desiderio ed il logos non il bisogno. Invece molti cominciano una relazione amorosa per timore di restare sole. L’ansia di non riuscire ad avere un/a partner fa commettere degli sbagli, poi si subiscono le conseguenze per non avere vicino la persona “giusta”.

Il partner giusto non è perfetto né ideale, ma adatto alle proprie esigenze, che spesso vengono trascurate e si sceglie basandosi su illusioni e proiezioni che inducono a sbagliare.

Sono molti gli individui che pensano di non aver mai incontrato la persona giusta. Di solito sono soggetti con problemi psicoaffettivi, non sono capaci di amare, di realizzarsi nel rapporto d’amore. Per conseguenza tendono a scelte sbagliate e vivono rapporti difficili, di breve durata. La coazione a ripetere li induce a commettere lo stesso errore, senza che l’esperienza insegni loro qualcosa. Pur cambiando partner ricadono in un altro rapporto amoroso sbagliato.

Le precedenti  relazioni  amorose  anche se sono finite ed hanno fatto soffrire non sono inutili. Ogni rapporto offre esperienze positive e negative che  dovrebbero contribuire  successivamente con un altro compagno od un’altra compagna a mantenere un soddisfacente rapporto di coppia.


Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #25 il: Settembre 10, 2014, 09:27:05 »
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Chi scegliamo come partner? Perché gli uomini sono attratti da donne giovani e belle e le donne da uomini che possano garantire sicurezza a sé e alla propria prole? Si tratta di criteri non dettati solo dal gusto e dall'interesse, ma piuttosto da un'astuta strategia della specie volta ad assicurare il processo riproduttivo.

Il sociologo Francesco Alberoni nei suoi “Appunti sull’amore” ha fra l’altro scritto: “Si è sempre detto che l’uomo è cacciatore, mentre la femmina tende a trattenerlo e costruire il nido. Balle, la femmina è una straordinaria cacciatrice, migliore anzi del maschio. Perchè il maschio è poco selettivo, guarda alla quantità piuttosto che alla qualità. Egli cerca di diffondere il suo seme nel maggior numero possibile di femmine. La femmina invece è molto selettiva, caccia solo i maschi più belli, più intelligenti, più audaci, più ricchi e più forti. Ed è abilissima nel conquistarli. Lo fa da milioni di anni nonostante tutti i vincoli e le leggi maschili per frenarla. Ed è stata una fortuna, perché immaginate come sarebbe andata a finir male l’evoluzione della specie umana se avesse scelto quelli più brutti, poveri, stupidi e paurosi.”
 
La scelta del partner deve soddisfare diverse esigenze: l’attrazione, status socioeconomico, valori, tratti caratteriali. Non è un caso che di solito le coppie provengano dallo stesso ambiente socio-culturale.

Gli psicologi Edoardo Giusti ed Anna Pitrone nel loro libro: “Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa”  dicono che ci  si considera insieme quando dall'attrazione si va verso un progetto dialettico condiviso tra esclusività ed attaccamento.

La “teoria dell’attaccamento”, elaborata negli anni ’60 dello scorso secolo dallo psicoanalista inglese John Bowlby, dimostra che l’attaccamento è selettivo, viene manifestato verso un determinato individuo  ed implica la ricerca della vicinanza fisica di chi si ama.

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #26 il: Settembre 11, 2014, 09:03:37 »
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In tutte le culture ci sono cinque caratteristiche che di solito vengono considerate dagli individui per la scelta del/la partner ideale: reciproca attrazione, simpatia, stabilità emotiva, intelligenza, fiducia.

Le donne che si considerano fedeli cercano  mariti fedeli, gli uomini che pensano di poter  svolgere bene il ruolo di genitore  vogliono  per moglie la donna che  ama la famiglia.  Questo bisogno  di affinità nel/la partner si espande ad altre qualità: gli ambiziosi desiderano partner ambiziosi, quelle ricche cercano partner ricchi, ecc.. Perciò la scelta della persona d’amare e con la quale condividere la propria vita è  complicata:  le motivazioni che spingono due individui a scegliersi reciprocamente per un cammino amoroso da percorrere insieme, possono essere numerose e diverse.
 
L’inizio del rapporto di coppia è un avvenimento straordinario, emozionante, perché avvia la storia di una relazione, come quella che sta vivendo una mia amica virtuale che mi  ha scritto dicendomi: “Desidero vivere le emozioni ed i sentimenti d’amore ora assopiti dalla quotidianità.
Quando si comincia a pensare continuamente ad una persona (o al sogno che rappresenta quella persona) significa che è lui quello che desidero e non un altro, pur avendo altri corteggiatori. Sto cercando di capire se è l'istinto ad indicarmi lui oppure se è tutta una fantasia
”.

Molti single dicono che non trovano la persona “giusta”, che è quella con la quale si ha voglia di stare insieme, perché ha la capacità di ascolto, è spontanea, fa sentire a proprio agio,  c’è affinità, sa suscitare fiducia, è capace di dedizione e condivisione.

Sono numerose le donne che rinunciano a porsi lo standard perché l’uomo ideale è difficile incontrarlo. Comunque gradiscono l’uomo educato, gentile, premuroso, sincero, affidabile, cordiale, sorridente, fantasioso, seducente, comunicativo, che sappia virilmente amare, ed altro…Sono pretenziose ? Quando comprendono di aver incontrato la persona “giusta” entro di loro dicono: “Ci siamo, è lui ! E’ il mio uomo !”

Ma tale scelta è basata sulla razionalità ? Alcuni psicologi statunitensi con le loro ricerche hanno dimostrato l’altra metà della mela non esiste, possiamo solo auto-convincerci di averla trovata. Un componente della coppia, percepisce  l'altro/a  simile a sé anche se non è vero. La cosiddetta “anima gemella” è tale solo nella nostra fantasia, però aiuta a rendere soddisfacente il rapporto di coppia.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #27 il: Settembre 12, 2014, 10:14:19 »
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La professoressa Grazia Attili, docente di Psicologia Sociale, nel suo libro “Attaccamento e amore” spiega le radici biologiche che stanno alla base delle nostre relazioni affettive e sessuali, le motivazioni che inducono alla scelta del/la partner e la struttura che assume un legame sentimentale.

L’attaccamento affettivo contribuisce alla formazione di un legame tra due persone, ma è influenzato dalle prime esperienze nella relazione madre-bambino.

Le componenti fondamentali che caratterizzano il legame di attaccamento sono: il contatto fisico,  il bisogno di sentirsi rassicurati e confortati dal/la partner, l’ansia da separazione quando lui/lei è assente, la  sua disponibilità in caso di necessità.

Alcuni psicologi affermano che nell’adolescenza e nell’età giovanile il cambiamento di partner è anche occasione per sperimentarsi, per capire ciò che si vuole da una relazione amorosa.  Invece dopo i 30 anni il continuo cambiamento di partner indica l’incapacità di creare rapporti duraturi.

Spesso i giovani (maschi e femmine)  usano la parola "amore" con troppa facilità nonostante abbiano conosciuto il ragazzo/la ragazza  solo la sera prima.

Fino agli anni ’60 dello scorso secolo dominava la morale cattolica e le femmine, in particolare,  venivano educate al valore della verginità fino al matrimonio, anche per tutelarle da possibili gravidanze. Erano importanti i fidanzamenti per “conoscersi bene” e progettare rapporti duraturi.

Poi avvenne la “liberazione sessuale della donna”, la diffusione dei contraccettivi e la morale sessuale diventò evanescente. Ma tale evanescenza fu causata dai contraccettivi o da altre cause sociali ? Certamente la pillola ed i contraccettivi hanno favorito la libertà sessuale e le relazioni di breve durata. Ormai  i giovani non sono più disponibili ad accettare le rigidità morali imposte soprattutto dalla  Chiesa cattolica. Forse gli individui si sono accorti che la vita è una sola e va goduta.  E le ragazze  hanno omologato i comportamenti maschili anche nella sessualità. Si pensa subito al coito  anche senza sapere bene  con chi si ha a che fare.

Adesso la donna si sposa più tardi, quando ha circa 30 anni ed anche più,  di solito  non prima di aver finito gli studi ed avere un lavoro per essere economicamente indipendente  dal marito o dal convivente che sia. Per conseguenza ha la possibilità di avere diverse relazioni amorose.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #28 il: Settembre 13, 2014, 11:43:03 »
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Come il mitico Paride debbo scegliere tra due belle donne.

Una delle due corrisponde al mio gusto estetico, l’altra, invece, suscita  maggiormente il mio desiderio sessuale.

La tirannia della scelta mi crea insicurezza. Temo di sbagliare, se fraintendo poi  avrò il rimpianto per l’occasione perduta con la ragazza non scelta.

Ci sono dinamiche  psicologiche che  agiscono sulle scelte del/la partner, sul legame affettivo che ne consegue e sull’eventuale fallimento.

Per decidere l’individuo deve essere libero di valutare. Una scelta matura si basa sul desiderio di amare e non sul bisogno, perché un legame maturo si fonda sulle capacità di scambio e non solo sul ricevere o prendere, sull’amare l’altro/a senza il bisogno di possederlo ma rispettandolo per quello che è.

Sovente capita di non rimanere attratti al primo incontro, ma se casualmente ci sono occasioni per  rivedersi oppure  se c’è la continua frequentazione,  può accadere di cambiare opinione e di considerare gradevole ed interessante un individuo.

Può anche succedere di accettare come partner  una persona con la quale si sta bene insieme ma fisicamente la si considera poco attraente.

Due esempi:

una ragazza può provare attrazione per riconoscenza verso il Pigmalione, non particolarmente bello e con qualche anno in più…;

un giovane può sentirsi attratto da una donna ormai sfiorita, con più anni di età, disponibile al ruolo di “nave scuola” perché innamorata del ragazzo.

Non è raro innamorarsi di un amico/a anche se si considera poco attraente. Starci bene insieme, confidarsi, induce a far passare in secondo piano l’esteriorità corporea.

Ma se fin dall’inizio si considera poco attraente il/la partner e nonostante tale carenza si decide di conviverci o di sposarlo/a, la relazione può subìre il calo del desiderio, la rarefazione dei rapporti sessuali, e si può avere la tentazione di cercare altrove…, o giungere  alla rottura del rapporto.

Pure le coppie nate dall’attrazione fisica col passar del tempo confessano (uno dei due od entrambi) di non provare più lo slancio necessario verso il/la partner pur continuando a volerle/gli bene. L’abitudine può condurre alla noia !

Micio

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #29 il: Settembre 13, 2014, 18:03:09 »
Tante parole (alcune belle) dati, espressioni, generalizzazioni, studi, per cosa?
Per capire qualcosa che sarà come e comunque incomprensibile?
Per capire cosa può essere utile ai fini di una relazione?
Per capire, per sapere per.. un non serve a niente
Può essere interessante, la maggior parte dei testi che citi li conosco, eppure sono interessanti fino ad un certo punto, e l'utilità di questi testi sono utili sempre fino ad un certo punto, se non appunto, a niente, dato che in una relazione conta quel che si desidera.
Il resto è barba.

Perdonami per la superficialità del commento, ma che noia.. e perdonami ancora per aver commentato.

Che noia..
Non c'è posto peggiore se non c'è posto dentro al tuo cuore
(Zucchero)