Autore Topic: Attrazione e scelta del/la partner  (Letto 10211 volte)

Doxa

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Attrazione e scelta del/la partner
« il: Luglio 20, 2014, 16:47:26 »
Attrazione: sostantivo  che deriva dal latino “attractio” e questo  da “attràhere” = attrarre. 

Il verbo attrarre significa “tirare a sé”, e con  il sostantivo attrazione intendiamo di solito sia  l’atto sia l’effetto dell’attrarre.

Il lemma attraente è  participio presente del verbo italiano attrarre ma è anche aggettivo:  denota  “chi attrae”.
 
Il primo incontro: i due si guardano. Lo sguardo si sofferma sull’aspetto esteriore di lui/lei, e fa decidere se ci piace la sua bellezza corporea,  se suscita desiderio sessuale, se ci attrae.

Basta circa un secondo per stabilire se un individuo ci piace esteticamente.

Se è possibile l’avvicinamento e la conversazione si traggono ulteriori elementi per giudicare se la persona incontrata merita la conoscenza più approfondita. Infatti la scelta del/la possibile partner  (quando è possibile scegliere…) non dipende dal caso o soltanto dall’attrazione, ma è condizionata anche da fattori socio-culturali e da desideri inconsci.

Il sociologo Francesco Alberoni nei suoi “Appunti sull’amore” ha scritto: “Percepiamo le caratteristiche di una persona sconosciuta e quell’immagine ci può suscitare un’istintiva simpatia od antipatia… innescate da vari segnali sociali, come l’espressione del volto, lo sguardo, il tono della voce, il contenuto del discorso, la gestualità, la postura del corpo. E può capitare che velocemente nella mente l’associamo un altro individuo conosciuto nel passato. Ma è meglio non fidarsi troppo della “prima impressione” o della “prima vista”, perché è anche possibile che a causa del vissuto negativo e traumatico la memoria procedurale sia basata su distorsioni psicologiche. In tal caso il soggetto riconosce come gradevoli determinati tratti somatici, movimenti o atteggiamenti che da molti altri, invece, vengono considerati inaffidabili o addirittura di pericolo”.

Se una persona ci affascina, ci seduce, questa ci appare straordinaria, unica, tendiamo a volerla rivedere per parlarle. In tal caso secondo Alberoni,  “Pensiamo a lei per giorni e giorni e, più ci ritorna in mente, più ci sembra desiderabile. Non è più una ammirazione, è uno struggimento. E, ritrovandola, il desiderio si rinnova, si fa più intenso.”

Birik

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #1 il: Luglio 20, 2014, 20:07:43 »
Di sicuro la vista è il primo senso coinvolto, in genere l'udito viene dopo. Vogliamo parlare dell'odorato? Per me decisivo.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #2 il: Luglio 21, 2014, 00:39:55 »
/2

Fra i diversi tipi di attrazione ne usiamo tre per la scelta del/la partner: attrazione estetica, attrazione fisica ed attrazione sessuale, ma le tre distinzioni le facciamo confluire nell’onnicomprensiva frase “attrazione fisica”.

Attrazione estetica:  valutazione positiva delle caratteristiche corporee. La persona  considerata esteticamente attraente viene guardata, ammirata come un oggetto artistico, senza coinvolgimento della libido.
Viene detto “esteta” chi privilegia il bello in sé, chi considera la bellezza come ideale di vita e valore esclusivo.

Attrazione fisica:  non dipende dalla bellezza; induce ad  avvicinarsi  ad un’altra persona per soddisfare il proprio piacere tattile tramite il contatto fisico, come i baci, le carezze, gli abbracci, le coccole.
L’attrazione fisica è suscitata dalle sensazioni, dalle emozioni,  dalla comunicazione interpersonale, dagli sguardi, dall’empatia, dal profumo, ecc..

Attrazione sessuale: scaturisce da stimoli psicologici che ci permettono di orientarci nella scelta del/la partner.
L’attrazione sessuale è collegata al desiderio sessuale,  che induce l’individuo al coito, a condividere la sessualità con un’altra persona. 
Il desiderio sessuale nasce da fattori biologici, psichici e relazionali. Insieme formano le forze che inducono al comportamento sessuale.   

La sessuologa  Alessandra Graziottin evidenzia che il desiderio sessuale è attivato da stimoli endogeni ed esogeni.
 
Tra gli stimoli endogeni ci sono l’immaginario erotico, le fantasie sessuali volontarie e involontarie, i bisogni pulsionali, le emozioni, gli affetti.
 
Gli stimoli esogeni comprendono i segnali consci e subliminali, visivi, tattili, gustativi, uditivi e olfattivi che, veicolati attraverso gli organi di senso, attivano  le vie e i centri che coordinano il comportamento sessuale.

Influenzano il desiderio sessuale:

lo stimolo biologico istintuale, attivato a livello cerebrale dal testosterone in entrambi i sessi;

lo stimolo motivazionale-affettivo, collegato all’immaginario erotico, alle fantasie sessuali,  al bisogno di piacere e di amore (attaccamento affettivo).

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #3 il: Luglio 22, 2014, 00:15:40 »
/3

L’aspetto fisico ha un ruolo nella comunicazione non verbale,  perché dà informazioni sull’ identità di genere, l’età, l’ etnia, la conformazione corporea, il colore della pelle, degli occhi e dei capelli, la  forma del viso.

Anche l’abito comunica il livello di conformismo alle regole sociali, ma l’abbigliamento permette la manipolazione: l’individuo che cura il proprio aspetto può dare sia l’immagine che egli ha di se stesso  sia l’immagine che di sé vuole dare agli altri.

Il sociologo canadese Erving Goffman (1922 – 1982) nel suo libro “La vita quotidiana come rappresentazione”, usa la metafora del teatro per  descrivere il comportamento dell’individuo nell’interazione con altri.  L’agire quotidiano viene visto come rappresentazione teatrale del sé, i diversi contesti sono considerati come palcoscenici che necessitano di diverse strategie comportamentali per mostrarsi agli altri.

Alcuni studi hanno dimostrato che nel primo incontro i maschi più delle femmine guardano con attenzione l’aspetto esteriore. Comunque entrambi valutano la bellezza, però gli uomini le attribuiscono maggior valore.

La bellezza  può far ipotizzare che la persona “bella” sia anche intelligente, socievole: “ciò che è bello è  anche buono”, lo credevano anche i filosofi socratici. Questo stereotipo influenza la percezione, che sintetizza i dati sensoriali in forme dotate di significato. 

Secondo l’antropologo statunitense Edward Twitchell Hall (1914 – 2009)  le donne sono più capaci degli uomini di decodificare e codificare il comportamento non verbale dell’espressione corporea,  per avere una rappresentazione psicologica della persona che si ha di fronte, per inferire cosa ci si può aspettare da quella persona e su come impostare l’interazione.

La prima impressione è fondamentale anche perché spesso è l’unica possibilità che abbiamo per entrare subito in contatto con la persona che ci interessa o per far capire agli altri chi siamo e quanto valiamo. L’opinione di chi c’incontra per la prima volta si basa su una serie limitata di informazioni, come il linguaggio del corpo o il modo di conversare, e spesso il modo in cui crediamo di presentarci differisce da quello in cui gli altri ci vedono.

Una ricerca americana pubblicata su Nature Neuroscience afferma che, nonostante una persona sconosciuta di fronte a noi ci invii messaggi e informazioni ambigue, entro breve tempo siamo  in grado di dare un giudizio e di concludere se la persona ci piace o meno. Gli autori di questa ricerca sono arrivati a tali conclusioni esaminando, attraverso tecniche di neuroimaging, l’attività cerebrale dei partecipanti durante una prima interazione sociale.

"La prima impressione è quella che conta" dicono alcuni, ma l’intuito iniziale può ingannare.  Basarsi sulla prima impressione significa trasformarla in un pregiudizio che ci può impedire di vedere e di acquisire altri elementi di conoscenza, oltre al fatto che essa potrebbe essere influenzata dallo stato d’animo del momento e dalle nostre proiezioni psichiche inconsce. A volte accade che la prima impressione si riveli opposta a ciò che la persona mostra di sé nel tempo, perciò è necessaria la capacità di integrare le sensazioni e le informazioni che ci giungono, senza chiudere in una metaforica cornice  la complessità dell’altro/a.

La cosiddetta “prima impressione” è un processo psicologico che ci permette di organizzare le informazioni relative ad un individuo in una struttura coerente di conoscenze accumulate nella memoria.

Per la “prima impressione” è determinante lo sguardo, uno dei più importanti segnali non verbali. Può  essere orientato verso l’alto od il basso, oltre l’interlocutore  o diretto verso i suoi occhi. La direzione dello sguardo,  la frequenza e l’intensità, determinano variazioni di significato nello scambio comunicativo. Lo sguardo diretto e frequente può indicare intimità fra i soggetti, mentre uno sguardo rivolto verso il basso può esprimere disagio, timidezza o sottomissione. Lo sguardo, e le espressioni facciali degli interlocutori, forniscono anche un feedback di informazioni rispetto a come gli altri ci percepiscono e ci giudicano e sui loro atteggiamenti nei nostri confronti.

Il volto è uno dei canali più importanti della comunicazione non verbale. La mimica facciale infatti lascia trasparire facilmente le proprie emozioni, oltre ad accompagnare e a sostenere il discorso (le sopracciglia ad esempio sono l’elemento del volto che più fornisce un feedback costante al discorso). E’ stato osservato che il riconoscimento delle emozioni attraverso l’espressione facciale, è fondamentalmente lo stesso nelle diverse culture. Se il viso è la zona del corpo privilegiata per la lettura dei sentimenti e dei pensieri, è anche però la parte più facile da controllare, quella in cui un'espressione può essere intenzionalmente prodotta per contraffare i propri sentimenti.

Nella comunicazione non verbale è importante anche la qualità della voce (tono, risonanza,  l’intensità, il timbro e l’estensione) perché rivela lo stato emotivo del soggetto: per esempio l’ansia  può causare l’aumento del tono della voce e il ritmo dell’eloquio; i soggetti estroversi si caratterizzano per il tono di voce più alto ed un ritmo più veloce delle parole. 

Birik

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #4 il: Luglio 22, 2014, 02:56:33 »
L'ultimo mio compagna era un bugiardo e lo ha manifestato al primo appuntamento: si toccava spesso il naso!

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #5 il: Luglio 22, 2014, 08:38:28 »
Birik il tuo partner si toccava il naso quando mentiva, ma la sua appendice sul viso rimaneva immutata, pensa a Pinocchio, quando diceva bugie il naso gli si allungava.

Nella comunicazione non verbale il naso può essere un indicatore corporeo e tu  sei stata abile nel decodificare la sua gestualità.  Infatti toccarsi la parte esterna del naso significa tensione emotiva.
« Ultima modifica: Luglio 22, 2014, 20:26:27 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #6 il: Luglio 23, 2014, 00:07:06 »
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Lo start-up dell'"iter amoroso" è l’attrazione, provocata da un'emozione che funge da interruttore e crea un “atteggiamento”.

Che cos’è un atteggiamento ? l’atteggiamento è  uno stato mentale, una rappresentazione cognitiva che riassume la nostra valutazione di una persona e si deduce osservando nell’individuo il comportamento  verbale e non verbale.

L’atteggiamento può essere positivo, neutro o negativo, non è stabile nel tempo, influisce sul comportamento, sulla comunicazione verbale e non verbale. 

Il corpo comunica costantemente, inviando messaggi  con la postura, la mimica, i gesti, il modo di vestire. Tali segnali possono essere consapevoli e inconsapevoli.

Le donne in un uomo non guardano solo l’aspetto fisico ma si basano anche  sull’olfatto ed altri dettagli per identificare un potenziale partner  sessuale. Ciascuno di noi ha un proprio particolare odore che può essere gradito o meno. Se l’odore viene considerato fastidioso  la forza attrattiva perde d’intensità, s’interrompe la comunicazione non verbale.

L’attrazione crea una tensione fisiologica e psicologica che ci fa protendere verso la persona che ci piace.  E’ importante il sex-appeal. Infatti l’attrazione sessuale permette di captare  in una persona le caratteristiche che suscitano il desiderio,  anche se la si considera esteticamente poco piacevole.

La bellezza è indefinibile.  Siamo capaci di riconoscerla ma abbiamo difficoltà nel descriverla. E’ una qualità che attribuiamo alla conformazione fisica di un individuo.  Non ha immutabili canoni di riferimento, non ha rigorose regole universali  che stabiliscono quali elementi considerare per esprimere con competenza il proprio giudizio estetico, non ha  criteri oggettivi riconosciuti validi da tutti.

L’attrazione sessuale è motivata dall’istinto.

Cos’è l’istinto ?  E’ un impulso innato,  innescato da determinati stimoli, come la sessualità.

La sessualità è  innata, istintiva, ed ha una funzione vitale endogena che motiva all’accoppiamento per ottenere il piacere sessuale, l’orgasmo, l’appagamento psicologico mediante l’attivazione delle funzioni fisiologiche proprie degli organi genitali maschili e femminili.

Sigmund Freud considerava l’istinto sessuale un processo psicofisico capace di provocare manifestazioni sia fisiche che psichiche.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #7 il: Luglio 26, 2014, 00:19:05 »
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Per iniziare la relazione amorosa  di solito si sceglie l’interlocutore/trice che ci piace.

L’attrazione funziona da catalizzatore. E’ lo “strumento”  che ci permette di orientarci nella scelta del/la partner, ci dà la possibilità di verificare, attraverso le esperienze, cosa vogliamo,  chi siamo.

Ciò che siamo è la predisposizione naturale innata che ha interagito con l’educazione e gli esempi che abbiamo ricevuto.
L'apprendimento avviene quando una variazione significativa, diversa da quella precedente,  determina una modificazione  del comportamento. Per esempio, ciò che ci attraeva in una persona da bambini o adolescenti da adulti può cambiare.

Da cosa ci piace o non ci piace in lui/lei capiamo cosa vogliamo. Ne diventiamo consapevoli tramite la sperimentazione,  il confronto.

Le esperienze dovrebbero accrescere la consapevolezza di noi stessi, fino ad arrivare al punto in cui dovremmo essere in grado di sapere come deve essere il/la partner ideale.   
 
L'attrazione può essere suscitata da diversi fattori; il luogo comune vuole che nasca dalla bellezza. Lo psicologo Marco Costa nel volume titolato “Psicologia della bellezza”, dice che le persone  generalmente concordano nel giudizio sulla bellezza di volti e corpi. La concordanza persiste anche  nel giudizio verso persone di etnia diversa o di diversa età. Quindi  il criterio per definire la bellezza non è completamente soggettivo. 

Anche il professor Stefano Zecchi nel suo libro “Le promesse della bellezza” dice che le persone sanno riconoscere la bellezza nella minoranza degli esseri umani che possiedono qualità estetiche indiscutibili e concordano nel giudizio, anche se c’è chi preferisce i capelli corti invece che lunghi, gli occhi chiari anziché scuri, ma la questione è se una persona sia bella o brutta indipendentemente dai gusti di chi l’osserva.

Oltre la bellezza ci sono altri elementi che favoriscono l’unione di coppia:  fascino, carisma, compatibilità biochimica, proiezioni, desiderio sessuale. Per conseguenza l’attrazione deve essere considerata solo come base di partenza per costruire la relazione. Sono determinanti l’intesa affettiva, caratteriale, comunicativa, sessuale: l’attrazione non implica l’intesa sessuale.

E’ sbagliato credere che lui/lei solo perché ci attrae sia la persona “giusta”. Chi lo crede può rimanere presto deluso.

Per affinare l'intesa è necessario comunicare desideri e frustrazioni: solo così ognuno può sapere cosa piace o meno al/la  partner

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #8 il: Luglio 31, 2014, 09:10:40 »
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Il primo incontro. I due si guardano. Il loro  sguardo si sofferma sull’aspetto esteriore  di lui/lei. La percezione dell’altro/a organizza nella mente i dati sensoriali in un'esperienza complessa e fa decidere in meno di un secondo se ci piace la sua bellezza corporea,  se ci attrae, se suscita desiderio sessuale.

L’effetto primario dell’osservazione permette di fare delle generalizzazioni sulle caratteristiche dell’individuo guardato; generalizzazioni che sono influenzate dalla propria personalità ed esperienze di vita. E l’attrazione iniziale può causare  idealizzazioni e proiezioni che possono dare l'illusione di aver incontrato il/la partner ideale.

Se il contesto e le circostanze permettono l’approccio basta un ciao, … e poi ? A prescindere dalle modalità di avvicinamento,  il saluto è il momento iniziale della comunicazione interpersonale. Il contatto comunicativo può essere sterile oppure favorire l’amicizia o l’amore.

L’iter per l’amicizia ha nella fase iniziale delle tappe in comune con la relazione amorosa:  il primo incontro, l'approccio, il dialogo, il feeling. Poi le strade divergono.

L’amicizia tra un uomo ed una donna può nascere dalla reciproca simpatia, dalle affinità  non è necessaria l’attrazione fisica, indispensabile invece per l’iter amoroso perché normalmente conduce  al coinvolgimento sessuale.

La scelta tra amicizia ed amore avviene  di solito all’inizio della relazione, ma può capitare che in "corso d'opera" si cambi opinione,  però tutto si complica se la decisione è unilaterale.

Può succedere  che l’amicizia,  l’amichevole rapporto nell’ambiente scolastico, di lavoro  od altro, evolvi verso l’infatuazione. La frequentazione induce a confidarsi, a condividere esperienze. Le affinità caratteriali possono suscitare l'attaccamento. L’irrazionalità può spingere sessualmente verso l'altro/a; l’amico/a diventa anche oggetto del desiderio. Ma è attrazione fisica o il coinvolgimento emotivo-sentimentale fa improvvisamente sembrare gradevole l’aspetto della persona ? Quanto influisce nel cambiamento la tendenza all’isolamento e le difficoltà nel conoscere altri partner ?

Molti giovani sbagliano strategia con le ragazze: essi si comportano come amici, le ascoltano, ne diventano i “confessori” per settimane o mesi,  ma poi se ne innamorano. E queste di solito rimangono perplesse. Che fare ? Dirgli di si oppure no ? Dipende. Se anche  la donna  vuole il cambio di prospettiva accetta la modifica al rapporto, altrimenti  interrompe l’”amicizia”, nata come tale, e l’uomo perde un’amica ed una storia d’amore.

Se una ragazza reputa un ragazzo solo un amico significa che in lei non è scattata l’iniziale attrazione fisica e lo considera “asessuato”,  non entra  nel suo immaginario erotico.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #9 il: Agosto 01, 2014, 09:57:18 »
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Cosa ci attrae veramente ?

Un mio amico virtuale mi ha raccontato che mentre camminava in una strada ha visto anche due ragazze a lui sconosciute, le ha guardate per una paio di secondi mentre  gli passavano accanto per proseguire oltre.

Poco dopo gli è tornata in mente l’immagine di una delle due,  secondo lui non bellissima ma molto attraente.

Attrazione e bellezza sono due entità distinte, non necessariamente collegate, dipendono dai gusti individuali, dal modo personale di  percepire l’immagine: le informazioni  su alcuni particolari corporei  aiutano a “costruire” la rappresentazione mentale, condizionata dal soggettivo criterio di valutazione, dai ricordi piacevoli o spiacevoli nell’interazione con gli altri.

L’interazione tra gli individui studiata dall’economista e sociologo statunitense George Homans (1910 – 1989)  lo condusse ad elaborare la “teoria dello scambio”, basata sui sottoelencati quattro punti:

1) quanto più spesso un comportamento è ricompensato, tanto più è probabile che venga ripetuto.

2) se nel passato alcuni aspetti dell'ambiente sono stati collegati ad un comportamento ricompensato, è probabile che venga ricercato quell'ambiente particolare a analogo.

3) quanto più è importante la ricompensa per un comportamento, tanto più è probabile che venga ripetuto.

4) quanto più spesso le esigenze o i desideri vengono soddisfatti, tanto meno si dà valore ad ogni ulteriore ricompensa.
 
La teoria dello scambio fu poi sviluppata dal sociologo Peter Michael Blau (1918 – 2002), il quale sosteneva che  non tutti i rapporti sono rapporti di scambio: lo sono solo quelli che comportano ricompense effettive o aspettative di ricompensa da parte di coloro con cui si è in interazione. L’aspettativa o la presenza di ricompense nell’interazione la definì “attrazione sociale”.

Le gratificazioni attese possono essere intrinseche alla relazione, per esempio quando si decide la scelta del/la partner  o nel corteggiamento,  oppure estrinseche, come  quando si aiuta a svolgere un compito.

In molti casi la gratificazione ottenuta  si può contraccambiare con una gratificazione analoga, come lo scambio di baci e ad altre forme di appagamento reciproco.

Il sociologo Blau fa degli esempi nell’interazione tra due persone che rispettivamente denomina Ego ed Alter. Secondo l'assunto della teoria dello scambio sociale, Ego è attratto da Alter se pensa che il rapporto interpersonale  con l'altro sia gratificante. Per realizzare questo desiderio Ego deve suscitare in Alter un interesse all'associazione con lui, ma è necessario che Alter sia attratto da Ego e che abbia interesse a tale associazione. Se avviene la reciproca attrazione, questa motiva entrambi a cercare di mostrarsi al meglio. E se le prime strategie adottate per dare una buona impressione riescono, esse tendono a diventare - per usare la terminologia del sociologo statunitense Robert King Merton (1910 – 2003  "profezie che si autorealizzano". Poiché ciascuno cerca di piacere all'altro, entrambi troveranno la relazione gratificante, e man mano che avvengono le esperienze reciprocamente gratificanti i legami tra Ego e Alter si rafforzano e possono indurre  all'amicizia o all'innamoramento.

Anche quando la relazione non diventa intima, le persone che desiderano fare buona impressione l'una sull'altra e ottengono gratificazioni dalla loro relazione tendono a rafforzare il legame che le unisce con uno scambio reciproco di favori, di solito senza pensare a un contraccambio, almeno all'inizio.

I forti legami inducono i partners a soddisfare l'obbligazione al fine di tenere in vita il rapporto e continuare ad ottenere le gratificazioni che ne derivano.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #10 il: Agosto 04, 2014, 13:36:15 »
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Alcune ricerche di psicologia sociale hanno evidenziato i fattori che influenzano l’attrazione:  l’aspetto fisico, la vicinanza, le affinità, la stima,   

L’aspetto fisico: è condizionante  se si vuole instaurare una relazione di coppia.  I parametri di valutazione  della bellezza corporea sono soggettivi   ed influenzati dalle mode, dalla cultura di appartenenza.

La vicinanza: la frequenza degli  incontri (come nell’ambito scolastico o  lavorativo)  può condizionare l’attrazione.
 
Le affinità: caratteriali, psicologiche, esistenziali,  di valori favoriscono la reciproca accettazione    favoriscono la frequentazione. Però i fattori di somiglianza col tempo possono annoiare, non permettono  il vivace confronto . E a volte è meglio la complementarietà: i due partner si completano reciprocamente.

La stima: il livello di autostima influisce sulla valutazione nella scelta del/la possibile partner; chi possiede alta stima di sé  non accetta  un’insoddisfacente  relazione.

Rispetto al maschio la femmina è più selettiva.  Per attrarre, sedurre od essere “conquistata” cura il proprio  abbigliamento ed il trucco per valorizzare la propria bellezza. Molte sono ipercritiche verso se stesse: si trovano difetti, inestetismi.  Spesso al corpo non corrisponde un bel viso ! O viceversa.

La valutazione è collegata a diverse variabili ed alla propria percezione.

Donne e uomini percepiscono in modo diverso. Le femmine anche nelle persone poco attraenti riescono a vedere la bellezza nei particolari anatomici del corpo: il seno, le mani o altro, oppure nei dettagli come il sorriso, i gesti. Invece gli uomini con lo sguardo colgono l'insieme e vedono le disarmonie, ad esempio un bel corpo femminile con un viso non proprio attraente, o viceversa.

Contemplare le fattezze fisiche di una persona,  decidere se è bella, significa “giudicarla” secondo propri canoni, il proprio gusto estetico.

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #11 il: Agosto 08, 2014, 00:37:40 »
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L’attrazione è considerata naturale tensione psicofisiologica. La persona attraente suscita nell’attratto il coinvolgimento della vista, la focalizzazione dell’attenzione e la proiezione: meccanismo psicologico che permette di proiettare su altri sentimenti o caratteristiche propri, o parti del Sé.

Il sentirsi attratto da una persona dipende dalle  proprie esperienze e dal modello ideale che l’individuo si è progressivamente costruito nella mente. 
 
Ma per l’eventuale frequentazione hanno rilevanza altre componenti: la simpatia, i tratti caratteriali, la personalità, l’intelligenza, la cultura, i valori. 

Ci sono persone che all’inizio della relazione mettono in secondo piano l'attrazione fisica o sessuale e preferiscono basarsi sulla personalità del/la possibile partner. Spesso, però, col passar degli anni si lamentano per l'aspetto del compagno o della compagna e cominciano a "guardarsi intorno"….

Nei primi approcci  le donne si affidano più alle sensazioni che ricevono  che alla ragione per decidere se continuare la comunicazione interpersonale col possibile partner , dopo aver percepito con la vicinanza anche l’odore della sua pelle e dell’alito.

Nell’epidermide circolano delle molecole chiamate feromoni prodotti dalle ghiandole apocrine, localizzate dietro le orecchie, nelle ascelle, intorno ai capezzoli e nell’area genitale. 

Alcune ricerche psicosociali hanno evidenziato che ogni persona ha un suo odore caratteristico e questa peculiarità può indurre a selezionare il/la partner. Se l’odore è gradito può stimolare anche il desiderio sessuale. Sudore e secrezioni in alcuni punti del corpo possono essere percepiti dal sistema olfattivo come afrodisiaco.

L’odore del sudore può suscitare desiderio sessuale in molte persone ma repulsione in altre. Nel sudore maschile prodotto nelle ascelle c’è un feromone chiamato androstenolo, il quale, secondo alcuni ricercatori, può stimolare l’eros femminile. Invece l’eros maschile sembra essere stimolato anche dalla copulina, presente nella donna nella zona vaginale.

Le femmine sperimentano l’importanza olfattiva annusando pure i propri figli quando sono piccoli. E ciò ci  collega al mondo animale di cui siamo parte. Se tale caratteristica viene collegata al rapporto uomo – donna si comprende l’importanza dell’odore, caratteristico in ogni individuo.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #12 il: Agosto 10, 2014, 08:42:14 »
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Replico questo post pubblicato in un altro topic in questo forum. 

Sull’attrazione  c’è anche uno studio di alcuni ricercatori della New York University e di Harward. I risultati sono pubblicati sulla rivista scientifica “Nature Neuroscience”.

Lo staff, diretto da Elizabeth Phelps, docente di psicologia e neuroscienze alla New York University, ha esaminato il comportamento del cervello nei volontari ai quali è stato chiesto di esprimere in breve tempo il proprio giudizio su 20 individui, dopo aver guardato la foto di ognuno di loro e letto l‘acclusa scheda informativa col presunto profilo caratteriale di ciascuno.

Con la risonanza magnetica gli studiosi hanno esaminato l’attività cerebrale dei volontari mentre questi erano intenti a crearsi un’opinione su ogni immagine.

I ricercatori hanno rilevato che durante la codificazione delle informazioni più rilevanti ai fini della cosiddetta prima impressione si attivano nel cervello due aree connesse : l'amigdala e la corteccia posteriore cingolata detta anche “giro fusiforme”, che è l’area della mente coinvolta nella percezione e nel processo decisionale.

L’amigdala è divisa in due parti: la parte destra reagisce agli stimoli visivi e può innescare la paura, invece la parte sinistra avvia reazioni emotive piacevoli.

L’amigdala ha un ruolo determinante per la costruzione dell’esperienza emotiva, nel regolare le risposte emotive e la memorizzazione degli eventi collegati alle emozioni.

Quando s’incontra un individuo sconosciuto e per la prima volta si interagisce con lui, le due predette zone del cervello analizzano le informazioni che ricevono e creano la "prima impressione" sulla persona.  Il sistema dell'amigdala agisce in modo rapido e al di fuori della coscienza, perciò la cosiddetta “prima vista” è molto veloce, ma poco accurata e scarsamente affidabile. 

ecco un esempio ambiguo di "prima impressione" o "prima vista": è un vaso bianco o due volti  neri ?


(figura Gestalt)

Inizialmente il contatto  comunicativo è a livello 0, ma l’aspetto fisico è determinante per l’attrazione interpersonale, Se questa c’è e si vuol far progredire la reciproca conoscenza, si va oltre la simpatia o l’antipatia. Nei primi approcci le nostre illusioni, le proiezioni ci fanno tendere verso la persona che ci attrae e ci possono far anche presumere la costruzione di un futuro insieme.

Le ricerche psicosociali dirette da Robert Zajonc hanno evidenziato che i frequenti incontri ed il dialogo con la persona attraente ma sconosciuta aiutano a superare i timori verso questa, perché diventa più familiare, determinando un aumento dell'attrazione. Può anche capitare il contrario: conosco una donna, mi è simpatica, la giudico positivamente, ma frequentandola con assiduità comprendo che il mio precedente giudizio è sbagliato, perdo la stima che ho di lei ed interrompo la relazione.

Aspetto fisico attraente, unito all’intelligenza, la simpatia, la cura della persona e la cultura: sono i primi elementi che vengono considerati nelle prime fasi dell’incontro. Successivamente altri indicatori subentrano per proseguire la reciproca conoscenza: la stima, la fiducia, l’ambiente sociale di appartenenza, la complicità erotica e sessuale, che può esserci o meno e se ne traggono le conseguenze.

Comunque ci sono coppie che quando si sono conosciute non si sono piaciute e non si sono frequentate. Successivi casuali incontri dopo settimane o mesi furono sufficienti a far cambiare le loro rispettive opinioni e ad unirsi in matrimonio.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #13 il: Agosto 12, 2014, 00:28:22 »
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La statunitense Stephanie Cacioppo, coordinatrice del “Center for cognitive e social neuro science” dell’Università di Chicago, ha pubblicato sulla rivista  “Psychological Science”  i risultati dello studio  effettuato nel laboratorio neuroimaging di quell’università ed ha titolato il saggio: “L’amore è nello sguardo”, nel quale evidenzia che l’amore e il desiderio sessuale sono categorie universali, distinte ma correlate, come due facce della stessa medaglia. 

Precedenti ricerche avevano mostrato che amore e desiderio sessuale attivano diverse zone cerebrali.  Osservando il cervello di centinaia di persone si è visto che nell’area  della corteccia cerebrale denominata “insula” la parte anteriore è attivata dall’amore ma non dal desiderio, invece la parte posteriore è attivata dal desiderio e non dall’amore. Ma la Cacioppo cosa intende per amore ?

Il team diretto dalla Cacioppo ha voluto verificare se le stesse differenze fossero visibili anche direttamente dai movimenti oculari e così ad un gruppo di studenti è stato chiesto di guardare due serie di fotografie: nella prima venivano mostrate alcune giovani coppie di sconosciuti in atteggiamenti romantici o comunque intimi, nella seconda, scatti di ragazzi o ragazze particolarmente attraenti che guardavano fisso nell'obiettivo.

I ricercatori hanno studiato i movimenti oculari di uomini e donne con una tecnica chiamata “eye-tracking”. I soggetti guardavano in un monitor  delle foto, mentre una telecamera riprendeva durata, numero, direzione degli sguardi. A tutti è stato chiesto di decidere rapidamente se le figure di fronte rappresentassero dei potenziali partner sessuali o anche amorosi. Il modo di guardare è risultato lo stesso per femmine e maschi. Gli studiosi hanno rilevato che quando la foto evocava amore lo sguardo fissava tendenzialmente sul volto, mentre davanti agli scatti che evocavano desiderio sessuale, gli occhi  venivano rapidamente spostati dal volto al resto del corpo. L'effetto è stato osservato sia con gli uomini sia con le donne, indipendentemente dal tipo di fotografia (di coppia o singola) e a prescindere dal tipo di emozione evocata, a riprova che il cervello impiega circa mezzo secondo   per capire il  tipo di emozione suscitata.

Lo stesso tempo ci basta per decidere rapidamente sulle persone: mi fido/non mi fido, ti accolgo/ti respingo, mi piaci/non mi piaci. Queste decisioni si basano su pochi elementi esteriori. Magari di qualcuno ci colpisce un’espressione o una posa. Quando accade, stiamo proiettando su una persona sconosciuta un’identità immaginaria.

Gli  studi e le ricerche di neuroimaging hanno mostrato che amore e desiderio non reclutano solo aree cerebrali primarie legate alle emozioni semplici o ai processi visivi, ma anche aree superiori da cui dipendono le emozioni complesse e le funzioni cognitive, come le esperienze passate, l’immagine corporea, l’autostima. Il fatto che queste aree superiori possano essere attivate molto rapidamente da uno stimolo visivo (prima che sopraggiunga la coscienza) suggerisce una teoria funzionale top-down dell’amore e del desiderio.

Per i teorici del “top-down” (dall’alto verso il basso) non è l’ambiente  che influisce sul modo di percepire, ma è l’individuo stesso che organizza attivamente la percezione sociale tramite le strutture cognitive come gli schemi e le categorie, che filtrano (e possono distorcere)  la realtà esterna ed organizzano la nostra conoscenza.
 
Durante il primo incontro  tutti diciamo con lo sguardo molto più di quel che vorremmo. A volte senza neppure accorgercene. Sta all’altro capire, come nella scena finale  del film “Shame”, diretto da Steve McQueen: Brandon è su un treno della metropolitana ed incrocia lo sguardo di una ragazza: lui la guarda, lei ricambia lo sguardo ed accenna un sorriso. Lui la fissa. Lei sospira e si abbandona sullo schienale. Lui insiste a  guardarla e  lei accavalla le gambe. Lui abbassa e risolleva lo sguardo e  lei è turbata.  Quel contatto visivo dura un minuto e 45 secondi ed è un segnale inconfondibile, un esempio  di come gli sguardi rivolti al viso e al corpo dell’altro consentono di decodificare le intenzioni.

Un altro film, Malèna”, diretto da Giuseppe Tornatore, ambientato a Castelcutò, paese immaginario della Sicilia, negli anni della seconda guerra mondiale, presenta i turbamenti adolescenziali del tredicenne Renato Amoroso per  la trentenne Maddalena Scordia, soprannominata Malèna, la donna più bella e desiderata del paese che abita sola poiché il marito è partito da poco per il fronte. Ogni giorno il ragazzo va in bicicletta davanti a casa sua per poterla guardare. La bellezza di Malèna in quella realtà siciliana è tuttavia causa di malessere per lei poiché, essendo il sogno sessuale di ogni uomo del paese, diventa di contro l'oggetto dell'invidia di ogni donna sposata del paese che la vede come una rivale d'amore.

Doxa

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Re:Attrazione e scelta del/la partner
« Risposta #14 il: Agosto 15, 2014, 06:31:00 »
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Provo attrazione perché mi affascina il suo modo di fare, il suo portamento ..., è qualcosa che va oltre l'aspetto  fisico.

Sono attratto dalla sua voce, che ascolto nelle telefonate per lavoro. Quel "non sapere" chi è , com’è il suo aspetto corporeo, se è esteticamente piacente,  accresce  in me la voglia di conoscerla. La percezione di un soggetto che non si conosce si basa spesso su deduzioni  riguardanti la sua personalità. Usiamo gli stereotipi per semplificare la realtà, per trarne giudizi. Questa strategia ci permette di economizzare energie mentali, affidandoci a categorie, stereotipi sociali che ci formiamo con le esperienze.

Ma nella vita reale è il contatto visivo (eye contact), il primo indicatore d’interesse. Il reciproco  sguardo iniziale attiva il “gioco”, se la “partita” prosegue, se c’è la possibilità di avvicinamento e di dialogo entrano in campo altri “giocatori”, altri sensi, come  l’udito e l’olfatto.  L’eventuale reciproco gradimento può aprire la strada al tatto ed al gusto.

Durante la conversazione l’uomo  guarda gli occhi della donna con intervalli sempre più lunghi, lei può mantenere lo sguardo o distorglielo. Questo segnale può far capire se prova attrazione. Nel caso mantenga lo sguardo può significare che è molto attratta, oppure è attratta ma vuole vedere fin dove vuol arrivare l’interlocutore, così sfida, e il suo sguardo è fermo e deciso. Una volta capita la situazione è possibile agire di conseguenza.

L’importanza sta nel quanto si mantiene il contatto visivo con lui/lei senza staccare lo sguardo. Bisogna progressivamente allungare il tempo dell’incontro visivo. Se lei mantiene lo sguardo è un buon segno.

Un altro indicatore d’interesse  è il contatto fisico. I primi toccamenti comunicano intenzioni e provocano reazioni di accettazione o di respingimento. Bisogna fare attenzione al feedback.
 
Di solito è il maschio  che comincia a toccare la femmina, invadendo per alcuni secondi la sua “bolla psicologica”. Se si entra nel suo spazio e ci si rimane lei si sente a disagio. Invece entrando ed uscendo si crea  la necessaria tensione. Ogni volta rimanendo un po’ di più. L’educata gestione del contatto fisico crea una comunicazione non esplicita di fondamentale importanza: si comincia di solito toccando l’avambraccio della persona con la quale potrebbe nascere una relazione amorosa.  Se il “toccamento” viene accettato, è un segnale d’interesse, che va considerato insieme agli altri  indicatori per non sbagliare.

Nel confronto con le donne gli uomini sono meno abili nell’intercettare gli indizi offerti dalla comunicazione non verbale: gli sguardi, il sorriso, l’espressione del volto, la gestualità, come i movimenti delle mani, la postura del corpo, il toccamento dei capelli.  Se i “segnali” captati vengono percepiti nel modo giusto possono facilitare l’avvicinamento reciproco. Il successo dipende dalla capacità d’inviare segnali di gradimento e dal saper riconoscere quelli di risposta.