Ci metto dentro quel presentimento sulla punta della lingua, lo guardo riflesso in uno specchio e scopro che tutto adesso è a rilento, i tempi sono cambiati, niente è più lo stesso eppure non è passato molto da quando frenetica era la voglia e più si aveva, più se ne voleva. Le cose tutte scendono a riempire gli spazi vuoti, come l'acqua dentro ogni bicchiere, e poi raggiunto l'orlo tutto si placa e si assopisce.
Facciamo questo, e pure quello, e poi aggiungiamo senza toglierne nemmeno un pezzetto e adesso non c'è né questo né quello, solo il lento scorrere del giorno al quale segue la notte così come dev'essere. E' sogno tutto quel riempire, lontano assai dal quotidiano fatto d'abitudine e sicuro della sua certezza. E il sogno non ha bisogno di presentazioni, è fatto di più del suo di più, tanto non si perde nulla se non si realizza affatto. Mentre lo scorrere subentra ed è più forte, perché non si può fare a meno di vivere così come dev'essere.
Da tempo ormai ognuno è ritornato alle intatte consuetudini, pensavo che non mi sarebbe piaciuto realizzare il sogno quando potevo sfiorarlo solo con le parole, e adesso l'esserne certa procura delusione sottile, come una buccia di limone verde dopo aver mangiato la crema con le mani. Niente è come sembra, è valido anche il contrario, anche di chi ci crede e poi non realizza niente. E' stato bello, oh sì, sognare senza guardare a niente, e quando si aprono gli occhi vedere ogni oggetto fermo al proprio posto, è come appendere il soprabito all'ingresso quando si rientra a casa.
Le parole rimangono nell'aria, e poi piano piano si dissolvono anche quelle. Avrà ragione il tempo che in questo cammino ci ha preso per mano e poi si è fatto trovare all'angolo della strada mangiando la sua mela e con un sorriso d'intesa. Così si chiudono le porte e si ritorna a dormire. Le strade ritornano ad affollarsi, si sentono i rumori, i clacson e i rombi dei motori, e si va e viene, si prendono percorsi differenti e non ci si sforza più di rimanere se stessi sulla stessa via, le vie conosciute sono quelle più facili da prendere, ogni tanto si può guardare altrove, ma poi rimane solo ciò che si conosce.
Gli oggetti, i libri e i dischi ritornano sulle mensole svuotate e i quadri alle loro pareti, dato che non è così immediato realizzare, basta riaprire ciò che si era nascosto e tutto come d'incanto ritorna ad animarsi. Questo è ciò che è, e non si può cambiare, perciò si torna in cucina, le pentole a scolare, i piatti ad asciugare, i letti da rifare. La pagina si è girata, è ritornata alla sua prima.