E' una filosofia che molti, ahimè, adottano senza nemmeno metterla in discussione. E' come se il confronto perdesse di forza e intensità quando le proprie idee non sono condivise e un altro punto di vista si affaccia all'orizzonte. Si pensa subito ad una minaccia sul piano personale, quando in realtà è solo frutto di un'esperienza vissuta in modo diverso. Perché non possono coesistere più visioni di un'unica questione, e tutto poi scade nell'attacco fino al pregiudicare? Il dialogo finisce, si pensa a rispondere combattendo, e colpire il piano personale, nessuno degli interlocutori riesce ad andare oltre, si guarda solo all'altro come fosse un nemico da combattere, si mettono a confronto competenze, conoscenze come fossero baluardi di difesa e validi su tutti i fronti. Ognuno è un mondo a sé, è una ricchezza per ciò che ha sperimentato, perché pensare che il proprio mondo è più valido di quello di un altro, perché non possono coesistere sotto lo stesso tetto i più svariati mondi dai quali apprendere quanto di più vario c'è nella vita che li ha generati? Ecco il mio punto di domanda, partendo da un dire che non ha confine.