Qualcosa sfugge sempre, anche quando pensiamo d'avere tutto sotto controllo. Ecco io per esempio, mi hai detto di quando quella musica l'avevo già sentita, ed io invece non la ricordavo affatto, e tu insistevi dandomi i particolari, ed io ho capito di come era scorsa sulla mia persona senza che mi stessi accorgendo di perderla da qualche parte della mente. E quanto altro sembra che da me non sia passato, e poi scopro che oltre a passare si è pure fermato. Perché allora non trattengo e basta? Vorrei fermare le cose su di me e di queste invece mi ricordo una piccola parte... sarà che sono avversa ai miei ricordi? Sarà che forse non mi piace vivere di ricordi, ce li ho sì, ma mi basta sapere forse che da qualche parte, per qualche tempo li ho vissuti, e che oggi sono conservati questa dovrebbe essere la mia risposta alle domande.
La tua risposta è tua e basta, non soddisfa me e nessun altro che con te ha vissuto e trascorso attimi importanti e poi scopre che di questi te ne ricordi poco. E' vero che tutto passa, è vero che tutto cambia, ma è anche vero che dal vissuto noi ci creiamo, se tu sei questa lo sei anche per ciò che in un tempo sei stata, anche per me e per quel resto del mondo che con te ha avuto a che fare. Sembri un'ingrata per ciò che hai ricevuto, e fiera solo di ciò che dispensi e doni. Hai ricevuto, e tanto nella tua vita vissuta a poco a poco, e penso sia giusto ricordarlo.
Che cosa è giusto, e cosa sia sbagliato conta poco di fronte a ciò che siamo, a quello che ogni giorno costruiamo, a quando ci fermiamo oppure andiamo verso qualcosa, qualcuno o solo noi. Forse ho vissuto senza capire fino in fondo, ho visto la vita senza pensare che avrei dovuto metterci di mio quando qualcosa me la porgevi con le tue mani nude. Ricordo il gesto, quello di una mano tesa, di me conservo tutto il resto, o forse lo credo soltanto.
Se così fosse ricorderesti perfino le occasioni, quei momenti solenni e anche no, quelli nei quali ci siamo scambiati cose, e non soltanto ciò che hai dato senza pensare che avresti ricevuto qualcosa in cambio.
Ho dato e basta, che c'è di male se non sto ad aspettare, se donando non mi preoccupo di ricevere e tutto ciò che faccio intanto sia, il resto si vedrà?
Quindi mi stai dicendo che doni te stessa senza sapere dove vai a finire?
Dono senza sapere dove vado a finire, tanto che cosa importa se prima di donarmi faccio quella domanda, quella che tutti prima o poi si pongono per evitare le tanto temute delusioni? Forse che preservandosi costoro hanno vissuto meglio, e tu forse puoi dire in piena coscienza che se non avessi ricevuto, non avresti dato?
No, non posso dirlo, io ti avrei dato come ho fatto, e il bello è che quando davo non me ne accorgevo, c'è stato un momento però, uno soltanto, quello in cui per un attimo mi sono fermato e mi sono voltato indietro e a quel punto mi sono chiesto tu dov'eri...
Ero semplicemente fino a che l'ho voluto, poi anch'io mi sono fermata e quando l'ho fatto ho capito che non lo volevo più. Ecco che quel tacito, naturale, spontaneo darsi non ha avuto bisogno di chiedersi risposta, lo ha fatto solo quando ha compreso che si era esaurito soltanto.
Forse hai ragione, forse no, ma questo tuo pensiero vale per noi che ce ne siamo accorti alla fine, e che mi dici di quelli che partono all'inizio chiedendosi se il loro dare sarà ricambiato e solo questo conta?
Dico che costoro non hanno niente da donare se si preoccupano prima, di ricevere qualcosa in cambio. Si appigliano agli oggetti, ai quadri alle pareti, al cibo che hanno assaggiato, al profumo che hanno sentito, alla carta che è stata usata, alla musica che è stata suonata, alla foglia che è stata loro regalata, al campo di erba sul quale hanno passeggiato, alla casa che hanno abitato, alla spiaggia che hanno frequentato, al sole che li ha riscaldati, al chiaro di luna sotto al quale hanno danzato, al vestito che hanno indossato, alla macchina che hanno guidato, alle strade che hanno percorso, ai rumori che hanno udito, alla carezza che hanno ricevuto, alle feste alle quali hanno partecipato, alla tazzina dalla quale hanno bevuto, al gatto che è stato loro regalato, alla penna che ha scritto quelle parole, alle foto che sono state loro scattate, al maglione che hanno ricevuto, ai libri che hanno sul comodino, alle lenzuola sulle quali si sono sdraiati, alla finestra dalla quale si sono affacciati, alla porta dalla quale sono usciti ed entrati, al fermacarte poggiato sulla scrivania, all'agenda che raccoglie tutti i loro appunti, alle borse che tengono loro compagnia, alla linea del bus che tante volte hanno preso, ai caffè che hanno bevuto, al bar tante volte frequentato...