E' proprio vero che un giorno non basta mai, dico io per esempio. Così da stamattina sono andata in circolo senza riuscire più a fermarmi, e in mezzo a questo e quello ho trovato perfino il tempo di scrivere bigliettini a mano e con la penna nera. Tu adesso starai pensando, lì disteso sul tuo divano, ed io ti scrivo per raccontare cosa ho combinato. No, non ti dirò di me e di ciò che non vuoi sentire, scriverò della vicina che stamattina ha cominciato col suo parlare all'aria, del caos quotidiano e di un gran caldo che ho cominciato a sentire senza riuscire a fare niente per attenuarlo. E poi del mal di testa che tutto il giorno ha accompagnato la mia testa, appunto, e sapessi quanto ho faticato per terminarlo, poi solo alla sera ho fatto il bagno e quello se ne è andato. Ecco adesso per esempio avrei aggiunto qui su questo foglio tutto l'amore che frattanto mi accompagna ma no, non è il caso diresti che non faccio altro che scrivere mielato, e allora passo oltre e metto dentro il pane che ho comprato, quello a ciabatta senza nemmeno la mollica condito con il filo d'olio e i pomodori in abbondanza. Per non parlare poi delle telefonate brevi e qualche volta lunghe, di quelle che speri sempre finiscano prima di cominciare e poi ti ritrovi che non sai più che fare. Poi mi ricordo di una fermata strana, sì proprio strana, di quelle che quando si fanno ci si dimentica del resto e tutto non si è risolto affatto. Ora ti lascio alle vedute strane, io vado a letto che ho sonno in arretrato, e meno male che è solo un giorno alla settimana quello nel quale ti mando una lettera per leggerla e dichiararti tanto.