Lungo il percorso non servono domande, tutto è com'è e non c'è più bisogno di affanno e di respiro sempre lo stesso e poi sempre più corto. Siedi lontano e guardi cosa accade, mentre gli altri di qua si affannano e sono tutti uguali, come formiche dentro alle loro tane, scavano buche, voragini profonde, e poi si ritrovano soli lì sulla superficie. Perché accusare, non serve a niente e fa solo troppo male, bisogna prendere tutto con le proprie mani e andare avanti anche senza respiri nuovi.
Perché, perché è inutile domandarsi, fa male dentro e non si scopre niente, solo avanzando così e semplicemente il senso accade e lo si comprende veramente.