Sommersi!
La raccolta differenziata non ce la fa più a ripulire… e allora perché non organizzare un parco dei rifiuti?, ordinato in colline ai lati di viali ben curati e tersi: rocce di cubi metallici; colline di carta pesta; distese desertiche di vetro triturato… e turisti… turisti… turisti paganti.
Un business!
Vrang!…Pang!…Puff!…Slam!... chioppettii tintinnii; chiasso di locomotive; trattori vagoni in manovra; autotreni autogru… Musica sempre!
La motorizzazione!, invade l’aera e lo spazio… risate lontane, urla giocose, un intero circo viaggiante di nani e ballerine, un rombo cupo di grancassa, e tutti ingoiati in un gran portale:
“Il luna park della monnezza!”.
Una cattedrale di plastica… le volte altissime, la cattedrale gotica della plastica pressata in blocchi… riflessi azzurrognoli: mica male l’atmosfera!
La liturgia è pronta: pronti al rito i sacerdoti benedicenti; un cuoco dalla grande tiara; assistenti di cucina; camerieri.
Introibo!
È l’assalto ai tavoli! Gnammano nel parco della mondezza!
Immense portate; scrofe ripiene; a tutta birra mandibole instancabili di obesi, diabetici incontrollati, dentiere traballanti… Gnam gnam!
E rutti e venti: peti al caviale, al barolo… al whisky e vodka!
Neanche a metà cena i prostatici in fila al cesso… saltellano sul posto… pugni sulle porte
“Presto, porco cane!…”
Una pisciata un quarto d’ora!, e nemmeno completa, così che tra poco in fila di nuovo... saltellanti sul posto... pugni alle porte.
“Presto, porco cane!…”
A tavola non s’invecchia!
Ancora una bottiglia… plac, ploc, blub… smorfie con la bocca… glu glu glu tutti esperti sommelier: colore puro avvincente; gusto rotondo, profondo intenso ricco e persistente; retrogusto di mandorle amare e frutti di bosco…
finale balsamico!, chiusura su schiocco di lingua!
Applausi!
Caffè!… Grappino, limoncello… non la finiscono mai!
Fumo, fumo, fumo ‘Na nebbia! Fumo di sopra, vento di sotto!
Il solito cantante di protesta soffre le pene del vivere’sto coglione per i mali di questo mondo. Fa di quelle smorfie!, si agita.
E ‘sta gente l’ascolta entusiasta per l’ennesima volta; si eccita; urla; accendono fiammiferi; si accalcano.
Non ci si muove più Tutti compressi!, non si trova più la via del cesso e ci si piscia addosso.
E dalli che lui, il cantante di protesta, continua a soffrire… Ci ha le lacrime e raccoglie soldi che, dice, darà in beneficenza… Beneficenza un cazzo!
Largo! Largo! Che debbo andare al cesso!
Crescono, crescono, sono una massa. Gomito a gomito, avvinghiati allo slogan “uno per tutti tutti per uno”. Urlano si incendiano, fluttuano le braccia alzate… debbono afferrare qualcosa co’ ‘ste braccia?
Non afferrano nulla!
Luci, lampi, ritmo!
Una cannonata! Trema tutto.
Io non ho l’abbigliamento giusto, disoccupato, esodato, sporco indecente… non mi è stato permesso sedermi alle tavolate, e mi ha preso una vertigine da fame.
Mi sono diretto al cassonetto dei rifiuti e sono lì con la testa dentro quando è arrivato il poliziotto.
“Cosa ci fai qui?.. Noi facciamo raccolta differenziata e nel cassonetto non ci potrai trovare niente!… Il tuo posto è al reparto R.O.!”.
E mi prende per la collottola… mi solleva che sono così leggero che gli basta una mano sola!
Rauss!!
Mi spinge lungo il canale, verso un’alta muraglia.
Sono docile, rassegnato, disposto ad affondare a testa china nella merda… non ho più niente e non posso non amare la merda.
(continua)