A volte penso a questo modo strano di vivere e morire e raccontarsi in mezzo. Alba e tramonto come un normale giorno, e suono di fanfare al centro del paese. Il caldo e il freddo come stagioni a nascere e poi cancellate come una spugna in classe.
Passo ormai spesso da quella strada in piena e il gesso bianco rivela un fiume in transito, era sì stato, ma sembra così vivo che poi è difficile dimenticarlo e basta.
Ed è un passaggio come da una stanza all'altra, di riso e pasta per non mangiare uguale. E' il cane e gatto del vicolo qui accanto, il pieno e vuoto di una bottiglia a terra.
Cocci di un piatto rotto prima del suo tempo, e ancora il dopo come una parola senza un significato.