Dicono che le borsette delle donne siano come i gusci delle chiocciole, contengono la loro casa.
Ed è vero.
Nella borsetta ci stanno tutte quelle cose che sono come un elastico, di quelli che tengono insieme pezzi di ricordi o di attualità. Una vecchia foto, che racconta un periodo del passato o una speranza del futuro. Briciole di qualche cracker per le emergenze, come quella volta che ero andata dal dottore e non sapevo quando ne sarei uscita.
Una carta di caramella, un rossetto sfuggito dalla trousse.
Il rossetto delle emergenze, in realtà, per quando mi sento particolarmente diafana, anonima, spenta, inesistente.
E allora ci vuole colore, il colore è una invenzione splendida, immagino un mondo in bianco e nero, che in defitiva diventa grigio: schifoso. Il grigio è il colore della non esistenza, anche se il grigio dell'acciao o dell'argento è il colore della, luce.
E gli uomini poverini, non possedendo una borsetta, non avranno mai la sorpresa di trovare infilate nella cucitura tre mentine adolescenziali ormai indissolubilmente abbracciate insieme, come per un grande amore, spiaccicato e lievemente colloso.