E siamo niente seduti in cima a questo mondo, vediamo tutto come fosse nostro, sempre scontato perfino quando piove. E come insetti andiamo in ogni dove, sempre pronti a urlare senza mai guardare a testa bassa ciò che la vita regala come omaggio. E accumuliamo provviste per l'inverno come fossero eterne perfino quelle senza un nome o un regno.
Cos'è che andiamo dicendo in ogni strada, è solo l'eco di parole al vento, fumo fumato in una sera che non ci appartiene come ogni cosa della quale ci sentiamo parte.
Non è scontato il sole quando ci svegliamo, la luna e le stelle a illuminare i sogni, pensiamo sempre al sonno come una pausa dopo il faticare, e invece è solo un preludio per abituarci a morire. E no, non impariamo da questa vita che c'insegna il passo, viviamo come eterni malgrado siamo limitati, e le frustate non ci fanno niente, andiamo avanti come fossimo treni. Non ringraziamo per ciò che è solo dono, non raccogliamo fiori chiedendo scusa perché ne abbiamo bisogno, mangiamo tutto a piene mani senza chiedere perdono per la sopravvivenza e non scorgiamo che nulla ci appartiene, che siamo niente in questo pieno che ci circonda e ci ama.
Solo la morte è giustiziera, e toglie ciò che negli anni abbiamo accaparrato, se solo sapere che siamo di passaggio fosse l'unico pensiero in questa nostra mente sempre affollata di tanti tipi inutilmente strani, come niente andremmo ad onorare il mondo e tutto avrebbe finalmente un sapore nuovo.
