Mentre i bambini e l’animaletto del bosco mangiavano una torta di frutta con la crema, la Berta cominciò il suo racconto …
C’era una volta un drago verde smeraldo che viveva nel deserto felice e contento; ogni mattina si svegliava sbadigliando così dalla sua bocca usciva un’enorme vampata di fuoco che uccideva qualsiasi forma di vita intorno.
Mangiava sabbia, vagava per ore per assicurarsi che il suo territorio fosse abitato da lui soltanto e poi si addormentava soddisfatto.
Ma quella solitudine cominciò a pesargli e una notte sognò un mondo strano dove c’erano laghi, fiumi, animali e fiori; c'erano anche dei bambini che giocavano nei prati e tanta gente nelle strade.
Pensò che voleva vivere in un posto così e non essere più solo.
Ma la sua terribile abitudine di incenerire quanto lo circondava rendeva impossibile vivere nel mondo che aveva sognato; decise quindi di nascondersi e di non sbadigliare più. Si coricò su un fianco in modo da sembrare una montagna e se ne rimase quieto e silenzioso ad aspettare che succedesse qualcosa.
Scese lentamente la sera e le prime stelle cominciarono a brillare.
Il drago chiuse gli occhi e sognò una bambina che tutta seria annaffiava i fiori di un bellissimo giardino verde smeraldo; ad un tratto, si voltò a guardarlo con i suoi occhi dorati e sorridenti, come se lo aspettasse.
Al mattino, si svegliò fradicio di pioggia; vinse la tentazione di asciugare tutto quello che lo circondava con una vampata di fuoco e rimase tranquillo. Ricordava bene la piccola fata che gli era apparsa in sogno e sapeva che poteva rivederla solo in un mondo felice e non arso e deserto.
L'acqua veniva assorbita immediatamente dalla sabbia che pareva assetata; nei giorni successivi, vide nascere l’erba, poi i fiori; le lumache fecero capolino, timide ma risolute … e quando comparve il sole, il drago era circondato da boschi e prati. Ad un tratto, si accorse che la piccola fata che aveva visto in sogno era seduta ai suoi piedi e lo guardava.
“Ciao.”. Gli disse sorridendo.”. Sai, ho sognato che eri un drago e che sputavi fuoco dalla bocca.”.
“E’ vero, sono un drago e il fuoco esce dalla mia bocca quando sbadiglio.”.
“Ma adesso sei un vulcano, cioè una montagna, l’ha detto il papà.”.
“E che cosa ti ha detto ancora?”. Chiese il drago incuriosito.
“Ha detto che milioni di anni fa qui c’era il deserto; vi abitava un drago cattivo che, quando sbadigliava emetteva fuoco dalla bocca bruciando quanto lo circondava. Un giorno, si è addormentato e così sono nati le piante e i fiori; l’unico pericolo è che si svegli e sbadigli.
Sei tu il drago cattivo?".
Il drago rimase pensieroso; in effetti, avrebbe proprio desiderato fare un bello sbadiglio con una vampata di fuoco degna di tutto rispetto tanto per rilassarsi un po’; ma avrebbe aspettato ancora qualche tempo perché non voleva spaventare la sua piccola amica.
Le rispose quindi:
"Sì, sono io il drago ma non sono più cattivo; preferisco essere buono ed essere amato da tutti.".
E, infatti, il drago sbadiglia solo ogni tanto, proprio quando non ne può più.