Oltre le righe, oltre ogni spazio fino ad oggi sfruttato, oltre quel tutto quando è stato solo un quarto, e poi lasciarsi andare come guardare una parete vuota, immensa e bianca e ancora da utilizzare. Mettere insieme i pezzi sparpagliati sarebbe come scrivere una coperta che coprirebbe tutto, compreso braccia e gambe, ma una testa rimarrebbe fuori, quella di me che crede che il tutto sia ancora una parte.
E volti e storie ruotano chiudendo gli occhi, mentre a metà sono desta, mi spingo innanzi battendo tutti i tasti, e sto sospesa tra la realtà e quella mai vissuta. Il vento ha trascinato ogni volere, e dentro alla mia mente vedo te, una donna e il suo cavallo tappezzato di macchie nere. E' pur vero che ogni volta è lo stesso e qui mi fermo come fosse breve quello che ho da dire, e poi mi accorgo che è così tanto perché ogni volta si rinnova, con un detto o solo con una parola. Sarà ch'è questo ciò che posso fare, anche se sono sicura di camminare e questa strada più non posso fare. Torno e ritorno sui miei passi strani, mentre vorrei le ali per non poggiare i piedi. Andrei così, lontano e senza meta, e oltre le righe sarebbe il mio raggiunto. O forse non è così, non sarebbe giusto, l'orizzonte si sposta sempre mano a mano che ci avviciniamo, perciò oltre le righe sì, ma senza mai raggiungere lunghezza.