Autore Topic: La verita'  (Letto 445 volte)

presenza

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La verita'
« il: Marzo 25, 2014, 07:30:16 »
“La verità è una terra senza sentieri”. L’uomo non la può raggiungere attraverso alcuna organizzazione, alcun credo, alcun dogma, prete o rito; né tramite alcuna conoscenza filosofica o tecnica psicologica. Deve trovarla tramite lo specchio della relazione, tramite la comprensione dei contenuti della propria mente, attraverso l’osservazione e non con l’analisi intellettuale o una dissezione introspettiva.

L’uomo ha costruito dentro di sè delle immagini come barriera di sicurezza – immagini religiose, politiche e personali, che si manifestano come simboli, idee, credenze. Il fardello di queste immagini domina il pensiero dell’uomo, le sue relazioni e la sua vita quotidiana. Queste immagini sono la causa dei nostri problemi, in quanto dividono l’uomo dall’uomo. La sua percezione della vita è modellata dai concetti già stabiliti nella sua mente. Il contenuto della sua coscienza costituisce la sua intera esistenza. L’individualità è il nome, la forma, la cultura superficiale che egli acquisisce dalla tradizione e dall’ambiente. L’unicità dell`uomo non risiede nel superficiale ma in una completa libertà dal contenuto della sua coscienza, che è comune all’umanità intera. L’uomo non è quindi un individuo.

La libertà non è una reazione, non consiste nel poter scegliere. Siccome può scegliere, l`uomo crede di essere libero. La libertà è pura osservazione senza alcuna direzione, senza la paura legata a premi e punizioni. La libertà non ha motivazione; la libertà non è alla fine dell’evoluzione dell’uomo, ma sta nel primo passo della sua esistenza. Osservando, si comincia a scoprire la mancanza di libertà. La libertà va trovata nella consapevolezza senza scelta della nostra vita e delle nostre attività quotidiane.

Il pensiero è tempo; il pensiero nasce dall’esperienza e dalla conoscenza, che sono inseparabili dal tempo e dal passato. Il tempo è il nemico psicologico dell’uomo. Le nostre azioni si basano sulla conoscenza e quindi sul tempo, perciò l’uomo è sempre schiavo del passato. Il pensiero sarà sempre limitato e per questo viviamo in conflitto e lotta costanti. Non esiste l’evoluzione psicologica.

Quando l’uomo diventa consapevole del movimento dei propri pensieri, vede la divisione fra pensatore e pensiero, fra osservatore e osservato, fra colui che sperimenta e l’esperienza. Scopre che questa divisione è un’illusione. Solo allora c’è pura osservazione, che è insight senza alcuna ombra del passato o del tempo. Questo insight senza tempo produce una profonda e radicale mutazione nella mente. La negazione totale è l’essenza del positivo. Quando c’è la negazione di tutto quello che il pensiero ha generato psicologicamente, solo allora c’è amore, che è compassione e intelligenza.
 J.Krishnamurti

ciro

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Re:La verita'
« Risposta #1 il: Marzo 25, 2014, 07:51:24 »
Parole sante di un santo uomo. Nel senso più alto della parola, naturalmente.

Ciro

Doxa

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Re:La verita'
« Risposta #2 il: Marzo 25, 2014, 20:47:31 »
“Allora  (Ponzio)Pilato gli disse (a Gesù): ‘Dunque  tu sei re ?’ Rispose Gesù: ‘Tu lo dici; io sono re. Per questo sono venuto nel mondo; per rendere testimonianza  alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce’. Gli dice Pilato: ‘Che cos’è la verità ?’” (Gv 18, 37 – 38)

Indirettamente risponde alla domanda di Pilato il pontefice Giovanni Paolo  II con la sua lettera enciclica “Fides et ratio”, inviata nel 1998 ai vescovi della Chiesa cattolica circa i rapporti tra fede e ragione.

Così comincia la sua  lettera: “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità. E Dio ad aver posto nel cuore dell'uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso” .

Nell’introduzione il papa dice: “Sia in Oriente che in Occidente, è possibile ravvisare un cammino che, nel corso dei secoli, ha portato l'umanità a incontrarsi progressivamente con la verità e a confrontarsi con essa. E un cammino che s'è svolto — né poteva essere altrimenti — entro l'orizzonte dell'autocoscienza personale: più l'uomo conosce la realtà e il mondo e più conosce se stesso nella sua unicità, mentre gli diventa sempre più impellente la domanda sul senso delle cose e della sua stessa esistenza.
Quanto viene a porsi come oggetto della nostra conoscenza diventa per ciò stesso parte della nostra vita. Il monito ‘Conosci te stesso’ era scolpito sull'architrave del tempio di Delfi, a testimonianza di una verità basilare che deve essere assunta come regola minima da ogni uomo desideroso di distinguersi, in mezzo a tutto il creato, qualificandosi come ‘uomo’ appunto in quanto ‘conoscitore di se stesso’”.

Nel secondo e terzo paragrafo Giovanni Paolo II afferma che: 

2. “La Chiesa non è estranea, né può esserlo, a questo cammino di ricerca. Da quando, nel Mistero pasquale, ha ricevuto in dono la verità ultima sulla vita dell'uomo, essa s'è fatta pellegrina per le strade del mondo per annunciare che Gesù Cristo è « la via, la verità e la vita » (Gv 14, 6). Tra i diversi servizi che essa deve offrire all'umanità, uno ve n'è che la vede responsabile in modo del tutto peculiare: è la diaconia alla verità.(1) Questa missione, da una parte, rende la comunità credente partecipe dello sforzo comune che l'umanità compie per raggiungere la verità; (2) dall'altra, la obbliga a farsi carico dell'annuncio delle certezze acquisite, pur nella consapevolezza che ogni verità raggiunta è sempre solo una tappa verso quella piena verità che si manifesterà nella rivelazione ultima di Dio: « Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente » (1 Cor 13, 12).

3. Molteplici sono le risorse che l'uomo possiede per promuovere il progresso nella conoscenza della verità, così da rendere la propria esistenza sempre più umana. Tra queste emerge la filosofia, che contribuisce direttamente a porre la domanda circa il senso della vita e ad abbozzarne la risposta: essa, pertanto, si configura come uno dei compiti più nobili dell'umanità. Il termine filosofia, secondo l'etimologia greca, significa « amore per la saggezza ». Di fatto, la filosofia è nata e si è sviluppata nel momento in cui l'uomo ha iniziato a interrogarsi sul perché delle cose e sul loro fine. In modi e forme differenti, essa mostra che il desiderio di verità appartiene alla stessa natura dell'uomo. E una proprietà nativa della sua ragione interrogarsi sul perché delle cose, anche se le risposte via via date si inseriscono in un orizzonte che rende evidente la complementarità delle differenti culture in cui l'uomo vive”.

presenza

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Re:La verita'
« Risposta #3 il: Marzo 25, 2014, 22:38:36 »
E' proprio l'essere nata e cresciuta nella tradizione cristiana che mi ha spinto a prendere le distanze dalla chiesa, e riconoscere solo i principi spirituali. E' proprio la conoscenza che allarga gli orizzonti e arricchisce la cultura personale, non relegandola soltanto ad un pensiero, ad un punto di vista, ad una religione, ad un popolo, ad un paese, ad una nazione.

Doxa

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Re:La verita'
« Risposta #4 il: Marzo 26, 2014, 22:40:55 »
Un importante teologo e filosofo medievale fu Anselmo d’Aosta (1033 circa – 1109). Questo monaco benedettino fu anche vescovo di Canterbury. Scrisse vari testi, fra i quali il “De veritate” (= “Sulla verità”): è un breve saggio di teologia in forma di dialogo tra insegnante ed allievo.  L’autore analizza la verità nel rapporto sussistente con la “rectitudo mentis”,  la virtù morale, la verità e la giustizia.

Il suo ragionamento sulla verità è basato dalla rectitudo del pensare, del volere e dell’agire.

Anselmo dice: "A quale scopo si formula una proposizione affermativa ?  Per significare che è ciò che è, una recta significatio. Per conseguenza  la verità di una proposizione dipende dalla rectitudo”, la rettitudine di chi la dice.

Purtroppo gli esseri umani usano le parole anche per non significare ciò che è, e la proposizione affermativa esprime ciò che le si vuole far significare.

Questo teologo aostano evidenzia che “Tutte le cose  in quanto sono, sono ciò che devono essere e dunque sono vere; esistono in modo retto conformemente all'intenzione di chi conferisce loro significato”. E fa alcuni esempi:  “il fuoco, quando riscalda, compie la propria verità, in quanto ha ricevuto questo compito da colui che lo ha acceso; la proposizione "è giorno" compie la propria verità, quando significa che è giorno, indipendentemente dal fatto che sia o non sia giorno: questo infatti le si vuol far significare.”