(VIII puntata) Più lo amavo, più mi biasimavo per aver permesso che la mia vita arrivasse a quel punto. E biasimavo anche lui, malgrado certe volte fossi io, o meglio la mia vanità, a incoraggiarlo verso nuovi eccessi per vedere fini a che punto si sarebbe spinto per compiacermi. Naturalmente avrei dovuto cercare di liberarmi di lui...E non lo feci? Quando la benda della passione mi cadeva dagli occhi gli proponevo una separazione temporanea, una pausa di riflessione; proposte dettate dal buon senso, che lo mandavano su tutte le furie. Tra noi non ci furono soltanto scene d'amore, ci furono anche scene di una violenza indescrivibile. Una sera, in un ristorante, estrasse una pistola e me la puntò in mezzo agli occhi. Non mi sparò, ma mentre se ne stava andando sparò al lampadario. Il giorno dopo eravamo sulle prima pagine dei giornali di mezza Europa. LLe conseguenze di queste scenate in pubblico furono che venni espulso dal Savile Club e gli inviti a ricevimenti e conferenze diminuirono immediatamente. La gente cominciò ad insultarmi per strada. Non potevo presentarmi in pubblico senza che qualcuno mi sputasse addosso. Tentai di riprendermi la mia vita scappando da Londra e dall'Inghilterra. Accadde dopo una serie di quelle scenate, una più rivoltante dell'altra. Partii per Parigi di notte, lasciando un falso indirizzo al mio domestico, nel timore che Bosie volesse seguirmi, e inventando per la mia famiglia qualche assurda ragione che bene o male giustificasse la mia improvvisa partenza. Ricordo che quella notte, mentre viaggiavo verso Parigi, pensai con orrore alla tragica situazione in cui era ridotta la mia vita. Io, conosciuto e stimato in tutto il mondo, costretto a fuggire dall'Inghilterra, nel tentativo di liberarmi di un'amicizia che mi stava distruggendo completamente, sia dal punto di vista etico che intellettuale. Sapevo fin dall'inizio della nostra relazione che tra me e Bosie esisteva un baratro difficilmente colmabile. Era stato ozioso a scuola e più che ozioso all'università. Non aveva idea delle condizioni necessarie alla creazione di un lavoro artistico. Non si rendeva conto che un artista ha necessità di uno spazio tutto suo per sviluppare la propria personalità. Io, per creare avevo bisogno di un'atmosfera intellettuale, di quiete, di pace, di solitudine...Quando stavamo insieme, passavano mesi senza che scrivessi una sola riga. In una settimana in cui mi stette lontano - la passò da solo al Casinò di Baden - scrissi, come fu poi rappresentato , quindi senza correzioni o ripensamenti, il primo atto della commedia Un marito ideale. Poi tornò e passò quasi un anno prima che potessi riprendere in mano quella commedia.