Ilaria
Avevo risposto tempo prima a un’inserzione di una ditta per cambiare lavoro sul locale giornale di annunci economici. Quasi dimenticato, quando mi chiama. La sua voce dolce e ferma, subito mi colpisce. La sera stessa il primo colloquio conoscitivo in ditta. La vedo arrivare, Lei scendere le scale, il responsabile del personale. Presumo sui 40/45 anni, statura media, bionda, sottili occhiali a nascondere gli occhi, labbra piccole e carnose, fisico snello, un seno medio e maglia leggera a definirlo, stretto nella giacca elegante. Un tailleur a coprire due gambe sode, interessanti nei collant traforati. Donna ancora appetibile, desiderabile, senza anelli alle dita, mani curate, lo noto subito. E' attenta, mi squadra in continuazione, durante il colloquio, scorre veloce sulle domande, fino al momento del carico familiare. Sposato? Figli? Vedo un certo suo interesse, sottolineato da uno sguardo ancor più attento, non ci bado troppo. Il giorno dopo, ricevo una nuova chiamata da Lei, dal suo cellulare. M’invita nuovamente a un nuovo incontro, non in ditta, ma all’esterno. Chiedo il motivo, dettagli, precisazioni. Si giustifica, per il luogo insolito, dice che già è fuori per altri motivi di lavoro. Accetto comunque. Tardo pomeriggio, timbro ed esco. Mi aspettava seduta al tavolino dell'anonimo bar. Osserva, interessata al mio arrivo, fiera e sorridente, accavalla le gambe mentre mi avvicino, quasi a proposta di quanto potrebbe essere. Sento quel suo sguardo su di me, scorrere nuovamente come la sera prima. Subito esordisce: " Da ora, mi chiami Ilaria per favore". Il motivo, i desideri come dettagli e precisazioni arrivano espliciti, subito dopo, provocanti come trasgressivi, da quella voce che da sola, già inebria e seduce. Vuole portarmi a letto. Una proposta su cui decidere subito. Tra mille perplessità, non nuove, già superate più volte in passato, acconsento. La seguo alla cassa, pagare i due caffè e uscire. Parte con la sua auto, la seguo fino al suo appartamento in periferia. Nel frattempo avviso casa. Parcheggiamo uno accanto all’altro, scendiamo e arriviamo in silenzio al suo palazzo. Apre il portone, iniziamo a salire le scale, le mie mani sono già sui suoi fianchi. Mi ferma in questo decisa. Arriviamo al suo portoncino, apre, mi fa accomodare sul divano. Va a prendere qualcosa da bere, l'avviso: “Comunque devo rientrare questa sera.” Non risponde, ritorna poco dopo, due calici in mano, bottiglia e ...
Intanto mi osservavo intorno, la sua giacca è già appoggiata su una sedia, ovunque più tracce di uomo. Lei mi anticipa: "Mio marito rientra solo nei fine settimana, io ho bisogno adesso", quasi a leggere i miei pensieri. I miei occhi invece sono su quei seni, ben disegnati dalla maglia aderente, intravedo gli orli delle coppe, i capezzoli oramai alti, tesi. Direi una terza, un invito unico. Non fuggo, non scappo per umana convinzione dal tradimento, ora, lo cerco. Comincio a sentire caldo. Lei, poggiati i bicchieri e la bottiglia, assieme ai suoi occhiali, mi segue verso l’appendiabiti. Tolgo il giaccone, l'appendo. Sento subito le sue mani sui fianchi, veloci, proseguire a cercare i bottoni della camicia sul mio petto. Mi volto piacevolmente disturbato da questo, incrociamo le labbra la prima volta. Sapore dolce di un filo di rossetto, due occhi ancor più scuri fissano i miei. Sento la pressione dei suoi seni su di me. Più in basso il mio desiderio cresce. .. Ilaria arriva subito lì, al suo scopo. Lo accarezza piano, percepisco tutto nonostante la stoffa. Io nel frattempo, alzo quasi con rispetto la gonna. Le mie dita lungo la coscia, trovo l'orlo delle autoreggenti. Il confine, dopo c'è solo il paradiso. Seguendo l’istinto, salgo ancora, arrivo alle mutandine, nere, semplici e classiche, eleganti come intriganti, già bagnate davanti. Mi eccita questo vedere, vorrei proseguire ma aspetto. Lei si accorge della mia intenzione, dolcemente si stacca, come allunga le mani verso la mia cintura, la sfila, apre il bottone dei jeans, abbassa la cerniera. Infila prima le dita, poi la mano subito, sotto i miei slip oramai gonfi, come a cercarne la ragione di questo. Lo trova subito, lo circonda, in parte della sua lunghezza, lo estrae da quella che adesso è prigione. " Ti piace ?" Domanda mentre lascia la presa per scendere le dita ancora più sotto. Dolcemente, a cercare come stringere tra le dita i miei attributi. " Il mio maschio di scorta lo scelgo sempre non libero, conosco cosa gli manca, la novità, la sorpresa... E che non provochi problemi dopo."
Mi sussurra mentre con l'altra mano abbassa nuovamente i miei slip, ad allargare il campo d'azione, dove esprimere tutta la sua sensualità nell'accarezzarmi. "Ilaria, mi vuoi fare impazzire... ". Quasi immobile gli sussurro. " Non preoccuparti, dopo tocca a te farmi sentire femmina." risponde, sorridendo del mio profondo, evidente piacere come totale imbarazzo. Prosegue: " Mi sono subito piaciuti i tuoi occhi sulla foto del curriculum, dal vivo sono meglio, al pari dei tuoi testicoli, la parte che mi piace di più di un uomo, adoro possederli per me." Aggiungendo questo, continuava la dolce tortura. A un certo punto allontana la mano. "Se permetti, ti spoglio io." invitandomi a sedermi nuovamente sul divano. Pochi suoi rapidi movimenti e mi ritrovo dalla vita in giù nudo ai suoi occhi, in erezione, con la voglia di possederla subito. " Non vorrai immediatamente penetrarmi, suppongo, finisci, prosegui come prima, mi è piaciuto." Ilaria si offre, in piedi dinanzi a me. Cerco subito la cerniera della gonna, che sfilo con calma dopo le scarpe, assaporando ogni nuovo centimetro di quel corpo. Prendo ai lati le mutandine, le abbasso lentamente, il biondo cespuglio fa subito capolino. Umido come già imperlato dei suoi umori. Proseguo nello sfilamento, le sue cosce sono quasi perfette ancora, qualche filo di cellulite c'è, non disturba. La lascio con le autoreggenti, mi piacciono, glielo dico. Sorride maliziosamente per il complimento, inizio a sollevarle la maglia scura. E' un attimo, l'immaginazione ora non serve più. Il reggiseno è semplice, anch’esso nero, accoglie degnamente il contenuto che lo riempie. I capezzoli emergono attraverso le coppe, con calma continuo a cercarli con le dita, girandoci intorno. Mentre sfogo questo desiderio, lo sguardo si posa su una mensola, una foto, un viso giovane, dai tratti conosciuti, i suoi. " Sei tu da giovane?" domando con un cenno. "No, è mia figlia, il mio errore come felicità . Ha trentadue anni adesso." La guardo, facendo due conti a mente, un dubbio. "Quanti anni hai veramente Ilaria?” A una donna non si domanda lo so, ma m’incuriosisci." Nel frattempo armeggiavo sulla sua schiena, con il gancio del reggiseno. "Ho cinquantadue anni compiuti, non li dimostro vero?"…
Mi fermo sorpreso. Lo nota subito, i suoi occhi a interrogare i miei. "Li porti bene ragazza!" Aggiungo il complimento non a caso. Le sorprese non finiscono ancora. Riprendo a scardinare quell'ultimo forziere di stoffa, desidero quella carne in mano, palparla come soppesarla. Si apre. Con calma faccio scendere le spalline lungo le braccia, il decolté si apre fino a lasciare liberi due seni immobili, non fanno una piega, restano in posizione anche senza l'artificiale supporto. Li ammiro nella pelle ancora tesa, bianca, capezzoli grossi, aureole larghe. Il reggiseno cade a lato, le mie mani cercano quei superbi esempi di femminilità matura. Entrambi restano sodi, nel palmo delle mie mani. "Silicone ?" domando provocatoriamente. "Naturali" risponde, stringendo le mie mani nelle sue, sul petto, quasi di forza. Sento solo l'essere preso come tra due fuochi, entrambi molto eccitanti. Dopo alcuni secondi Ilaria si districa da me, di fronte mi guarda. “ Io sono oramai svestita quasi di tutto, tu no. Provvediamo?” Lascio che mi tolga la camicia, la T-shirt subito dopo, quasi con vergogna di quei miei pochi chili in più messi presto a nudo. Cerco di scusarmi dello spettacolo poco virile." Non mi dispiace trovare pancia, buon segno, di uomo amante dei piaceri della vita." Mi zittisce subito, mentre massaggia il mio ventre, con arte, fino a sfiorare il mio membro duro, senza toccarlo. Mi piace, lo capisce." Otto o nove ore di lavoro non sono il massimo per l'igiene e la pulizia, ti dispiace se ti lavo sotto?" E’ la sua immediata proposta. La guardo, nuovamente stupito di Lei, mentre per mano mi porta in bagno. "Accomodati sul bidet." M’invita. Io seguo quell'ordine, quella voce quasi senza oramai resistenza. Apre l'acqua,strofinando poi le mani con il suo sapone intimo e iniziando l'ennesima esplorazione del mio sesso. Con delicatezza, sensualità, provocazione ma non godo solo di questo. Il suo pube umido è sulla mia schiena, i suoi seni premono sulla mia nuca. Poi, le sue mani scorrono, tra le natiche fino al mio ano, pulizia, a fondo anche lì. Infatti, lo dilata con arte, un dito, entra poi con due, chissà cosa avrà in repertorio questa donna...
Ilaria ritornò presto con le mani davanti, insistendo sullo scroto, sul pene eretto, fino a quando percepisce l'avviso dai miei sussulti. Si ferma, mi fa alzare. Inizia ad asciugarmi con delicatezza, sopratutto a non provocare subito l'evento da Lei voluto, costretto come desiderato. La guardo, ora in ginocchio avanti a me, avvicina il suo viso al mio sesso duro, oramai in prossimità di scoppiare. Le sue labbra si aprono intorno al mio glande, serrandolo, scorrono verso il basso e ritornano. La sua lingua si muove per poi fermarsi e lasciare le labbra scendere nuovamente, ritornare, leccare. Non per molto il ritmo si ripete. L'eiaculazione arriva prevista, copiosa, accolta dalla sua bocca, a scorrere calda nella sua gola. Ne è compiaciuta, la vedo, con i rivoli del mio sperma sui lati della bocca quando lasciata la preda prosciugata, mi guarda da sotto. Due occhi ancor più espressivi, da femmina appagata. "Tocca a te ora" accomodandosi sul bidet, spalancando le gambe a invito. Non l'avevo mai fatto con nessuna, nessuna delle mie donne mi aveva mai chiesto questo. Senza imbarazzo, da sopra avvicino le mani già insaponate al monte di Venere. Scorro la pelle, fino a trovare il suo pelo, ispido come piacevole. Scendo a cercare le grandi labbra, l'ingresso del piacere. La vagina è ben definita, piccola ma ben fatta, sotto le mie dita. Friziono delicatamente, entro con curiosità alla ricerca del clitoride. Trovato! Inizio a sollecitarlo, ogni movimento del dito all'interno, è confermato da un suo sussulto, sempre diverso. A un certo punto, respinse la mia mano verso il basso con la sua. Capisco o meglio intuisco, attraverso quei centimetri di pelle e passo al suo ano. Riservo lo stesso suo trattamento, ma mi soffermo anche sulle natiche ancora invitanti, a scorrere nella mia mano. Credo basti, tolgo la mano, Lei si alza, è bagnata, dentro, fuori. Intervengo subito con l'asciugamano a cercare ogni goccia. Con cura, fino a desiderare altro di quel corpo. Avevo visto la stanza da letto accanto. Gli propongo di andarci, rifiuta. "La camera da letto è solo per mio marito. Andiamo in sala." Con questo si mette avanti e s’incammina. La faccio distendere sulla poltrona, divarico le gambe, osservo compiaciuto la sua natura invitante. Un attimo e affondo il mio viso su quello spettacolo, Si rivela accogliente, anche per la mia lingua, in ogni suo angolo, carico di umore, di sapore di femmina, fino a farla venire definitivamente. La mia specialità. Mi stacco, appagato, sporco in viso di lei, che mi tiene ancora volutamente premuta la testa sul suo grembo...
... così per alcuni secondi, mi allontana, si alza e mi fa accomodare. La poltrona è ancora calda del suo corpo, del suo piacere. Ilaria non è paga. Inizia nuovamente a cercare il mio sesso, con le mani, con la lingua con le labbra. Insiste sullo scroto, afferra, tra i denti con attenzione i miei testicoli attraverso la pelle, umida della sua saliva, strattonandoli con delicatezza per nuovamente rilasciarli. Un gioco che non finisce fino a quando, il pene inizia a rialzarsi lentamente, subito aiutato dalla sua bocca, con calma, scorrendo lungo tutta la sua lunghezza, aiutandosi con la mano. Mai pensavo una simile carica, un desiderio, una sessualità cosi di Lei. "Mettimelo dentro ora ." Lo vuole suo, mentre si accomoda sopra di me, aggiustandosi all'ingresso della vagina la mia voglia. Scivolo inesorabilmente all'interno, fradicio di umori. Le grandi labbra cingono ormai alla base il mio membro. Inutile resistere al movimento lento, studiato, esperto, a farlo arrivare ovunque sia possibile di Lei dentro. Per un attimo la fermo. "Precauzioni?" domando, Lei riprendendo a muoversi, si pone un dito dritto avanti a quelle labbra che già tanto hanno dato. Io sono oramai e nuovamente nelle sue mani, anzi del suo grembo. Fermandosi di tanto in tanto, mi accompagna fino alla nuova esplosione, condivisa con Lei. I nostri gemiti sono intensi, le sue braccia si stringono sulla mia schiena, tutto il suo corpo preme su di me, brividi ci percorrono entrambi. Restiamo così fino a che non mi rilasso, ritirandomi dal profondo, di quel caldo nido fradicio di noi. Si alza, si stacca, mi guarda, sorride, riprendendo bicchieri e bottiglia, torna verso di me. "Brindiamo?" Quasi ironica, domanda. "A cosa?" replico. "Alla tua assunzione, come prossimo amante" risponde. " Per il lavoro, è altro argomento." Ilaria continua, mentre la mia storia di pura di fantasia, nata dalla confidenza di un’amico, finisce qui.