Autore Topic: Il guardiano del faro  (Letto 437 volte)

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Il guardiano del faro
« il: Febbraio 20, 2014, 23:20:38 »
Scogli neri lungo la costa azzurra all'orizzonte, una torre c'era e guardava il mare. Mattoni rossi uno dopo l'altro, e in cima una finestra blu.
Due stanze e poco più e lui seduto, una pipa tra mani e labbra, odore di tabacco fortuna dal colore scuro come i suoi occhi ed un berretto alle ventitrè.
Guardava il mare e non si decideva a cambiare, e su quel tavolo colori, tanti, fino a cadere e sparpagliarsi a terra come mattoni per camminare e basta.
Guardava il cielo in quel punto là che non si vede, alzava un dito e con un occhio chiuso e l'altro aperto provava a metterlo sopra la linea per nascondere quel segno.
Guardava il sole quando c'era e la pioggia quando cadeva, e il suo momento lo sentiva dentro a quella luce e in mezzo a quelle gocce.
Non lo avevano più visto nel paese da quando quella mattina aveva perso tutto e l'indomani lo avevano trovato ubriaco ai bordi della strada. E da lì, proprio da quel punto e senza sbagliare in niente, cominciò la vita sua come se fosse nuova. Aveva perso il conto degli anni, pure quelli suoi non se li ricordava affatto, e così vagava in quello spazio libero di esserci e grato a chi ce lo aveva voluto dentro.
Girava la testa senza fretta e dirigeva il corpo senza stanchezza verso quel tavolo dal sapore antico. Di scatto allungò la mano e poi qualcosa fino a toccare e col colore disegnare una parete vuota. E cominciò con poco, senza volute e capitelli finti. Solo il colore a diventare nuovo, uno dopo l'altro senza respirare prima l'azzurro, il rosso e il mare. Una sequenza senza tempi fissi, un'espressione come se fosse lì.
E il suo silenzio parlava chiaro, nessuna domanda e nemmeno risposta, tutto è pensato per tenere lontano e colorarlo per sentire il suono. E quella sera ne fece un'altra, una parete senza un arco sopra, la stanza della luce senza nemmeno un'ombra.
Posò pennelli e riposò le mani, e tutto il tempo restò a guardare fisso, non c'è più tempo aveva sentito spesso, mentre ogni giorno ne accumulava cento.
Guardò il soffitto e le pareti bianche quelle di un tempo ora nemmeno quello. Le ridipinse con colori suoi, e tutt'intorno si sentì un altro. Per anni aveva ammesso che non sarebbe stato quello, e invece solitario si era scoperto: un essere a colori dentro uno spazio solo.