Spero al solito di non aver sbagliato sezione, visto l'argomento e il testo. Se lo fosse, i moderatori possono spostare in altro.
Questa è una vicenda accaduta al sottoscritto. A volte le persone che incrociamo nella nostra esistenza ci appaiono sotto una prima luce distorta, poi nel tempo questa si rischiara e ci fa vedere il lato più squisito e umano delle persone anche nella nascosta sofferenza. E’ un breve racconto da uomo, ricostruito tra i frammenti della mia memoria, a circa trent’anni fa. Dopo vari fallimenti e delusioni, a vent’anni ero finalmente riuscito a trovare una ragazza, la mia prima e concreta relazione, una donna che volesse condividere del tempo con me. Conosciuta tramite il locale giornaletto di annunci, dopo una serie di telefonate, decidiamo di vederci il venerdì successivo dopo il suo turno di cameriera in una trattoria. Quando la vidi, Sandra non era male fisicamente, alta, mora, ben fatta di viso e corpo. Conoscendola poi scoprii che non era il massimo come carattere ma mi piaceva lo stesso. Non è Lei il fulcro di questo racconto, solo l’inizio … L’inizio nel senso che dopo alcune settimane, dove i reciproci approcci fisici si fermavano a baci, carezze e coccole, decidemmo di passare a un’intimità completa. Già di mio essere ancora vergine era un limite come una sua brutta esperienza precedente, non erano di sicuro un aiuto in questa mia scoperta. Le precauzioni comunque ci volevano, anche perché Sandra non poteva prenderle di suo. A quei tempi, era considerata una prova particolare e imbarazzante, quasi un’iniziazione al mondo adulto, quella di andare in farmacia per la prima volta a prendere i preservativi (mica si vendevano anche nei supermercati o al discount come adesso! NdA). Non senza qualche dubbio o timore, quindi mi recai alla farmacia di un paese poco lontano, giusto per essere nell’anonimo. Appena entrato, mi avvicinai quasi con un certo timore, all’espositore . Già allora c’erano vari tipi, io nell’indecisione più completa. “ Posso esserle di aiuto?” Udii da dietro di me. Mi voltai e la vidi per la prima volta. Era la farmacista, circa sulla quarantina, corporatura robusta, occhi celesti, capelli biondi a caschetto. Mi osservava quasi compiaciuta del mio disagio sul da farsi, quasi a provocarmi nel suo sguardo. “ Non so quale scegliere.” Ammisi. Guardandola con attenzione, non era male, anzi induceva spontaneamente quel certo appetito in un uomo. “E’ la prima volta?” Chiese senza alcun imbarazzo. “Sì.” Alla mia risposta, sorrise, ma già quel sorriso aveva qualcosa di strano, nascosto come nell’aspetto dei suoi occhi. “Tranquillo, ci penso io.” Ritornando al banco mi disse: “Vieni e aspettami.” Spari così dietro, oltre gli scaffali. Sentii rumori di cassetti e subito dopo la vidi arrivare con una scatoletta di cartone in mano. “Provali tutti, poi prendi quello con cui ti sei trovato meglio.” Aprii la scatoletta, all’interno circa una decina di bustine multicolori, campioni di preservativi di varie marche. Notò il mio stupore e aggiunse ironica” Sai usarli?” La guardai e onestamente le dissi”No.” Aggiunsi “E’ la prima volta, ma ho sentito come si fa.” Assunse quasi un atteggiamento severo, di rimprovero quando mi disse che bisognava saperli mettere bene, senza rovinarli, inciderli o peggio non stenderli bene facendo poi in modo che si potessero rompere durante il rapporto. Io ero ancor più stupito del suo comportamento, sicuramente professionale ma allo stesso tempo sfacciato e provocatorio. “ Come ti chiami?” Chiese. Io al momento inventai un nome di fantasia. “Alberto” Risposi, sebbene il mio nome di battesimo fosse altro. “ Bene Alberto, non c’è nessuno, resta qui, adesso vedrai come si usano correttamente.” Pensando a cosa volesse o potesse fare, volevo scappare, uscire da lì … Non lo feci. Renata invece, il nome lo seppi in seguito, tornò nel retro. Riapparve con una grossa provetta in mano, la appoggiò rovescia sul tavolo a simulare nelle dimensioni, un membro maschile eretto. Prendendo una bustina dalla scatoletta, aprendola, iniziò la sua particolare lezione. Io seguivo i suoi movimenti e parole come ipnotizzato, ma attento. Alla fine, accompagnandomi alla porta, mi diede la scatoletta in mano e una pacca sulla spalla. Mi disse quasi ad augurio di successo: ”Dai stallone, fatti valere adesso.” La ringraziai del tutto. Un altro sorriso particolare apparve sul suo viso. Ricordo ancora bene quelle parole e immagine … Non durarono molto i campioni. Sandra, vinta l’iniziale paura, non si risparmiò. Nemmeno io, visto la piacevole novità. Ritornai circa una quindicina di giorni dopo. Vedendomi al banco, riconoscendomi, Renata mi salutò canzonandomi. “ Ciao! Allora Casanova, com’è andata?” Aggiunse poi: ”Finite le munizioni?” Sorrisi alla battuta, non entrai nei particolari, ma seppe che tutto era andato per il meglio, anche grazie ai suoi consigli. Andai subito all’espositore dei preservativi, presi una confezione del modello che mi aveva soddisfatto maggiormente e mi avvicinai alla cassa. Renata mi disse il prezzo. Porgendo le banconote e ringraziandola, notai in lei nuovamente il sorriso, lo sguardo, l’espressione di un viso che nascondeva comunque qualcosa. La salutai quasi con affetto. Seguirono tanti altri acquisti, ogni volta sottolineati da un rapporto di amicizia con Renata, prima che tra cliente e venditore. La relazione con Sandra durò, tra alti e bassi, un bel periodo prima di chiudersi per assuefazione reciproca. Trovai un’altra ragazza a distanza di tempo. Tornai alla farmacia per il solito acquisto. Entrando non vidi Renata al banco, c’era un signore anziano, svogliato, quasi insofferente alla mia presenza. Presi la confezione dall'espositore e mi avvicinai al banco. Mi sembrava tutto così strano, ovattato, sordo senza di lei. Pagai senza entusiasmo. “ Scusi, la Renata non c’è?” Chiesi nel dubbio di non trovarla più. “ Renata è morta il mese scorso.” Mi disse. “Erano due anni che combatteva con un cancro che alla fine, se l’è portata via” Proseguì. Io non ebbi reazione se non le lacrime, tante e sincere appena uscito.