Le apparizioni di Gesù evocano le teofanie dell’Antico Testamento.
Nel Nuovo Testamento le Cristofanie avvennero dopo la sua risurrezione e prima della sua Ascensione.
Prima dei quattro evangelisti “canonici” fu Paolo di Tarso nel 55 circa ad elencare alcune apparizioni di Gesù ma non le descrisse: “…Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti.
Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. (1 Cor 15, 3 – 8.)
Invece l’evangelista Matteo racconta che un angelo disse a Maria di Magdala e all’altra Maria che Gesù era risorto. “Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro dicendo: ‘Salute a voi !’. Ed esse, avvicinatesi, gli cinsero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: ‘Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno’” (28, 8 – 10). Gli undici discepoli (Paolo dice che erano 12) andarono in Galilea, “sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono davanti; alcuni però dubitavano” (28, 16 – 17).
L’evangelista Luca narra che “…in quello stesso giorno (la domenica di risurrezione) due di loro ( due discepoli) erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.
Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo” (24, 13 – 16).
“Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli (Gesù) fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: ‘Resta con noi perché si fa sera e il giorno volge al declino’. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista” (24, 28 – 31).
Poi i due discepoli (uno di nome Cleopa ) fecero ritorno a Gerusalemme, “dove trovarono riuniti gli Undici (apostoli) e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: ‘Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone’.
Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: ‘Pace a voi !’. Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.
Ma egli disse: ‘Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore ? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io ! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho’.
Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: ‘Avete qui qualche cosa da mangiare ?’ Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro” (24, 33 – 43).
“Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia;” (24, 50 – 52).
Negli Atti degli Apostoli Luca dice che Gesù apparve ai suoi discepoli dopo la sua morte e rimase con loro per 40 giorni prima di salire al cielo: “Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio” (1, 3).
I capitoli 20-21 del vangelo di Giovanni descrivono quattro apparizioni di Gesù dopo la sua risurrezione: a Maria di Magdala (21, 14-18); ai discepoli senza Tommaso (21, 19-23); ai discepoli con Tommaso la settimana seguente (21, 26-29), ai discepoli sulla riva del lago di Tiberiade (21, 1-23).
Mentre Maria di Magdala piangeva vicino al vuoto sepolcro vide due angeli e questi le chiesero: “ ‘Donna, perché piangi ?’ Rispose loro: Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto’.
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: ‘Donna perché piangi ? Chi cerchi ?’. Essa pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: ‘Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo’. Gesù le disse: ‘Maria !’ Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: ‘Rabbuni !’, (che significa Maestro !). Gesù le disse: ‘Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e dì loro: ‘Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro’.
(Cosa vuol dire Gesù quando dice a Maria Maddalena Non mi toccare (la parola "toccare" è quella usata nelle traduzioni più antiche), perché non sono ancora salito al Padre; ma vai dai miei fratelli e dì loro: 'Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro' ? La nota frase latina, Noli me tangere ("Non toccarmi"), è in contraddizione con l'invito di Gesù a Tommaso Didimo (più avanti nello stesso capitolo di Giovanni) di toccare le sue mani e il suo costato (Giovanni 20.27), e con il resoconto in Matteo (28,1-9) di Maria Maddalena "e l'altra Maria" che, "avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono").
Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: ‘Ho visto il Signore’ e anche ciò che le aveva detto.
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: ‘Pace a voi !’.
Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: ‘Pace a voi !’” (20, 13 – 21).
“Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: ‘Abbiamo visto il Signore !’. Ma egli disse loro: ‘Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò’.
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: ‘Pace a voi !’.
Poi disse a Tommaso: ‘Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo, ma credente !’. Rispose Tommaso: ‘Mio Signore e mio Dio !’. Gesù gli disse: ‘Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno !’” (20, 24 – 29).
(A chi interessa vedere le “ossa del corpo” dell’apostolo Tommaso può recarsi ad Ortona, in provincia di Chieti, nella basilica a lui dedicata. Furono portate in questa località dopo alcune traslazioni in tempi diversi. Secondo una secolare tradizione, anche a Roma, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, si conserva una reliquia dell’apostolo Tommaso, una falange del dito indice. Un’altra reliquia di Tommaso, donata dalla chiesa di Ortona, è dal 1953 nella chiesa di San Tommaso apostolo a Chennai-Madras.
Il nome di Tommaso, in aramaico, significa “gemello”, e stesso significato ha l’appellativo greco, Didimo, con cui l’apostolo viene anche indicato da Giovanni).
Ancora Giovanni ci fa sapere che Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade, permettendo loro di pescare molto pesce. E nell’Apocalisse racconta che mentre egli era in estasi ebbe un’altra fantastica visione di Gesù (1, 10 – 20).
L’evangelista Marco riassume le apparizioni della risurrezione, tratte da Matteo e Luca, e cita tre apparizioni. “apparve prima a Maria di Magdala, dalla quale aveva cacciato sette demoni” (16, 9); poi apparve a due discepoli, ma con altro aspetto, mentre i due “erano in cammino verso la campagna” (16, 12); “Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità” (16, 14).
Gli studiosi sono quasi tutti concordi nel dire che la parte conclusiva del vangelo di Marco, dove narra le apparizioni del Cristo risorto, è un’aggiunta posteriore da parte di altri, non presente nella versione originale.
L’apostolo Paolo nella prima lettera ai Corinzi scrisse: “Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la nostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono.
Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini” (1 Cor 15, 14 – 19). Con queste parole il teologo e scrittore Paolo (o Saulo) di Tarso, noto come san Paolo, evidenzia l’importanza fondamentale per il messaggio cristiano la fede nella risurrezione di Gesù Cristo. Se non si crede nella sua risurrezione la fede cristiana è “morta” e Gesù, in tal caso, fu solo un rabbi, una personalità religiosa. Egli non è più il criterio di misura, ma è criterio la valutazione personale.
Joseph Ratzinger Benedetto XVI), nel suo libro dedicato a “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione” ha scritto: “Solo se Gesù è risorto, è avvenuto qualcosa di veramente nuovo che cambia il mondo e la situazione dell’uomo. Allora Egli, Gesù, diventa il criterio, del quale ci possiamo fidare. Poiché allora Dio si è veramente manifestato.
Per questo, nella nostra ricerca sulla figura di Gesù, la risurrezione è il punto decisivo. Se Gesù sia soltanto esistito nel passato o invece esista anche nel presente, ciò dipende dalla risurrezione. Nel ‘si’ o ‘no’ a questo interrogativo non ci si pronuncia su di un singolo avvenimento accanto ad altri, ma sulla figura di Gesù come tale” (pag. 270).