Non avevo ancora le mani scarne, la pelle del viso come una caduta, e il corpo a stento come fosse tutto lento, il passo e la vista, l'udito e i capelli legati in cima ormai ridotti a niente. Sì, non avevo niente di questo niente che adesso mi porto appresso come un peso morto, ero selvaggia, viva e forte allora e mi chiedevo come sarebbe stata la mia vita senza più quel corpo. Noiosa, inutile perfino senza gioia, così dicevo, e senza un batticuore.
Oggi cammino a passo, è vero, ma il mio cuore batte, non perché sia malato, è solo innamorato. E non avrei pensato che sarebbe accaduto ancora, che vai, che fai, che pensi e senti dapprima mi sono detta e poi le amiche intorno. Io c'ho creduto, e mi sentivo vana, alla mia età, pensieri di una vecchia sempre e soltanto priva di ragione.
E la mia casa avevo chiusa, le stanza grandi di luce piena nei giorni di sole, con le finestre aperte che danno sulla strada e il pavimento di marmo bianco e nero lucido senza nemmeno un graffio. Lui mi guardava ogni mattina mentre affacciavo il viso e poi guardava ancora e un giorno in strada: permette signora l'accompagno.
Non credevo più d'avere diritto al tempo, quello è soltanto ieri, e oggi solo un altro giorno. E lui mi vedeva ancora, e ogni giorno in quella via di poche cose, per gente come noi, quella di pochi passi e... permette l'aiuto.
E parlavamo, di tutto e di noi stessi sempre di noi malgrado gli anni, in nulla differenti nemmeno l'animo era cambiato.
Così adesso so dare una risposta a me che a me avevo chiesto un giorno come sarei stata senza i miei anni belli.
E' il mio segreto per chi mi vede e sente, non è l'età, e il tempo non è andato.