Autore Topic: dinosauri di Natale  (Letto 986 volte)

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dinosauri di Natale
« il: Dicembre 19, 2013, 10:59:54 »
 Dinosauri di Natale.
 
 
 
 
Miriam accostò la sedia allo scaffale mentre in punta dei piedi   annaspava con le mani in cerca di un  libro che sapeva  essere lì. Non lo trovò, ma ne caddero  alcuni e il rumore fece precipitare in salotto il marito, che con sguardo stralunato ammirò lo scenario.
“ Mi spieghi Miriam, cosa ci fai alle sei del mattino, arrampicata in cima alla libreria?”.
“Sto cercando un regalo di Natale”.
“Miriam, non vorrei deluderti, ma forse ti è sfuggito che oltre ad essere le sei del mattino, oggi è solo il 18 dicembre e Babbo Natale non è ancora arrivato!”.
“ Non ti preoccupare, Giovanni, sto cercando i dinosauri per impacchettarli!”.
Giovanni non si preoccupò, ormai aveva rinunciato a capire la mente tortuosa della moglie e preferì tornare a letto.
Miriam, intanto, stava borbottando “ chissà dove ho messo quel libro… va a finire che faccio tardi”.
La donna aveva l’abitudine, ormai considerata cronica, di comprare oggetti di tutti i tipi, perché pensava che alla fine avrebbe trovato a chi regalarli; infatti, detestava fare compere natalizie all’ultimo momento, un poco perché doveva uscire con il freddo, un poco perché detestava la folla , ma soprattutto perché voleva fare le cose con comodo.
Aveva quindi una scatola  di regali di Natale, comperati ad agosto, luglio, ottobre ecc. Ora stava cercando un libro sui dinosauri comperato a maggio ad una fiera del libro, adatto ad un bambino di 7 anni, ma nella scatola non c’era. Evidentemente se una cosa non è dove dovrebbe, sta in un altro posto. Il posto di un libro è la libreria perciò chiaramente doveva essere lì.  Stava cercando di rintracciarlo per impacchettarlo e renderlo “regalo di Natale”, avendo  trovato il destinatario naturale del libro.
Anche a lei a volte sfuggiva la logica del suo stesso cervello; infatti, trovò il libro in mezzo ai panni da stirare. Le venne in mente poi che lo aveva nascosto lì perché non lo trovasse suo figlio Alberto, che aveva otto anni.
Fece il pacchettino e cercò nel cesto degli oggetti da riciclare un bel fiocco rosso che s’intonasse alla carta argentata. Anche questo cesto faceva parte delle sue particolarità: quando riceveva un regalo, conservava fiocchi, nastri, fermagli e persino scatolette varie, perché tutto ciò che è bello e integro, può essere riciclato. Non era un discorso economico ma piuttosto un senso di sopravvivenza.
 Per i fiocchi e nastri naturalmente.
 Gettarli appena aperta la confezione del regalo che essi avevano ornato, equivaleva ad ammazzarli, perciò intendeva, riusandoli,  resuscitarli.
Forse era una deformazione professionale poiché era una pediatra.
Il libro serviva appunto a fare felice un bambino che avrebbe visitato quella mattina, appena arrivata in ambulatorio.
Era stata contattata dall’assistente sociale con una telefonata:” Miriam, ci sei domani mattina? Sai abbiamo avuto una segnalazione da carabinieri; è arrivata in città una ragazza madre con un bambino di circa sette anni. E’ qui per stare vicino al suo compagno che è in galera per omicidio.
Dovresti visitare il bambino e dirci se ha segni di violenza, che so lividi o altro, sai le solite cose. Com’è tenuto, se è ben nutrito, lo sai anche tu come funzionano queste faccende.”
“Ok, facciamo domani mattina verso le nove. Come si chiama il bimbo?”.
“  Michele Galliani. Verrà con la madre, una povera crista anche lei,  appena è rimasta incinta, la famiglia l’ha buttata fuori di casa!”.
Già, la solita storia.
 Arrivata in ambulatorio, controllò che l’inserviente avesse montato l’alberino di Natale, che passava l’amministrazione e che nel frattempo non si fossero fregati le palline come al solito. L’alberino c’era, sempre più piccolo, dati i soldi a disposizioni, ma era rallegrato da numerosi fiocchi rossi che lei stessa aveva riciclato da mazzi di fiori arrivati da conoscenti durante l’anno.
Palline recuperate dalle infermiere tramite una colletta personale e nastri luccicanti, nascondevano la realtà della situazione. Era pur sempre un albero di Natale che poca felicità avrebbe donato a chi lo avesse visto, perché significava che era in ospedale il giorno Natale.
 
Miriam si chinò e depose ai piedi dell’albero il libro dei dinosauri con un bel bigliettino colorato( non riciclato) intestato a Michele Galliani.
Iniziò la sua giornata con le solite pratiche da controllare, mentre pensava-...ma che cosa mi è venuto in mente di portare quel libro? Sono proprio stupida, erano meglio dei dolci o una macchinina. Chissà cosa se ne fa questo bimbo dei dinosauri, magari non sa nemmeno cosa siano.
Accidenti, potrei andare allo spaccio, forse hanno qualcosa di più adatto.
Ma sì, lì hanno forse la settimana enigmistica e Tv sorrisi e canzoni, non certo giocattoli.-
Mentre rimuginava  su tutte le scelte alternative che avrebbe potuto fare e non aveva fatto, bussarono alla porta.
“Avanti”.
Ecco, Michele era arrivato. Riccioli nerissimi, viso dall’espressione curiosa, ma serena e tranquilla. La madre pareva una ragazzina, tanto era giovane. Una donna che ancora non sarebbe stata pronta a fare la mamma. Ombelico di fuori a rischio congestione, una sigaretta accesa e l’espressione di chi vorrebbe essere in giro a fare la studentessa  spensierata, anziché la madre di un bambino con padre in galera.
Un’altra solita storia.
Miriam chiese notizie della salute del bimbo e fece le domande di routine, poi ad un certo punto chiese direttamente al bimbo: ”Come ti chiami?”.
Lui tutto contento di essere stato interrogato  da un adulto rispose con orgoglio: “Michele Galliani”.
“Michele Galliani!? Ma davvero? Ma sei proprio tu? E pensare che da stamani mi chiedevo chi potesse essere questo Michele Galliani!?”.
Mentre Miriam parlava, il bimbo la guardava sospettando che la dottoressa fosse fuori di testa per tutta quella sorpresa o  che forse lui si era perso qualcosa del discorso.
“Sai stamani, quando sono arrivata al lavoro ho visto che sotto l’albero di Natale c’era un pacchettino indirizzato a questo nome e mi domandavo chi mai potesse essere questa persona. Chissà come faceva Babbo Natale a saper che saresti passato di qui! Lesto vai a vedere , prima che qualcuno si prenda quel regalino!”.
Mentre diceva così, Miriam si sentì particolarmente stupida, magari questo ragazzino non credeva nemmeno a Babbo Natale!
Michele, guardò sua madre, aspettando un assenso per uscire dalla porta o quantomeno un cenno che non c’era nessun tranello nella faccenda.
Schizzò poi dalla sua sedia e si precipitò a prendere il pacchettino.
La madre guardò allora la dottoressa con un mezzo sorriso, senza dire una parola. Aveva capito: per un attimo fu complice di un mondo regolare, dove esiste Babbo Natale  ma non la galera.
Michele lanciò strilli di gioia: ”Mamma, vieni a vedere, ci sono tutti i dinosauri del film!”
Santo cielo, li conosceva tutti per nome!
Miriam nascose la sua commozione. “ Sì va bene, ma ora vieni qua, che ti devo visitare”.
Mentre gli alzava la maglietta per auscultarlo, lui gridava tutti i nomi dei dinosauri, come se sfogliasse l’album fotografico di amati parenti .
 Lei non riusciva a sentire  nulla con lo stetoscopio, a parte  la gioia di Michele.










No ricordo se l'ho già postato, nel caso scusatemi.  ;)

presenza

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Re:dinosauri di Natale
« Risposta #1 il: Dicembre 19, 2013, 23:06:40 »
... non credo di averlo letto, è particolarmente delicato, perciò lo avrei ricordato certamente.

patriziagiangregorio

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Re:dinosauri di Natale
« Risposta #2 il: Dicembre 20, 2013, 10:03:59 »
dolcissimo brano,i bimbi sono la gioia del mondo...

nihil

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Re:dinosauri di Natale
« Risposta #3 il: Dicembre 21, 2013, 09:13:11 »
le cose andarono proprio così! :rose:

lvalenz

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Re:dinosauri di Natale
« Risposta #4 il: Febbraio 07, 2014, 17:05:54 »
Anche questo racconto diventa intenso sul finale e regala una goccia di luce. Complimenti!
A livello stilistico ti suggerisco di considerare la possibilità di un lavoro paziente per "tonificare" il modulo espressivo; ti faccio un esempio, la seguente frase:
"Anche a lei a volte sfuggiva la logica del suo stesso cervello; infatti, trovò il libro in mezzo ai panni da stirare. Le venne in mente poi che lo aveva nascosto lì perché non lo trovasse suo figlio Alberto, che aveva otto anni."
Forse potresti impreziosirla con parole più vivide:
"Le sfuggiva il tortuoso sentiero della mente quando resta incustodita; così rimuginò, scoprendo il libro in mezzo ai panni da stirare. Ricordò infine che lo aveva nascosto a suo figlio Alberto, otto anni e un viso da adorabile monello."
Scusa, la mia non è una critica ma un piccolo suggerimento che nulla toglie alla poesia del tuo racconto. Complimenti!

nihil

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Re:dinosauri di Natale
« Risposta #5 il: Febbraio 07, 2014, 20:11:37 »
 :prtr:   grazie per i suggerimenti Ival, ma i ricami non mi vengono spontanei, sono piuttosto ruspante ;D

lvalenz

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Re:dinosauri di Natale
« Risposta #6 il: Febbraio 07, 2014, 21:32:56 »
Ciao Nihil, mi chiamo Luca. Anch'io non amo i ricami ma servono per vestire le nostre creature. Perché mandarle in giro rattoppate come se neanche noi credessimo che meritano una veste adeguata? Uff, sembra pedanteria. Ciaoo, Luca