Papà dai raccontami di quando andavi a scuola, di quelle mattine in cui assonnato e infreddolito eri costretto a mettere sul banco le tue mani e la maestra ti controllava le unghie e se le avevi sporche e lunghe ti dava una sonora bacchettata. Raccontami di quando non leggevi bene perché il giorno prima per aiutare la nonna a vendere le arance non avevi potuto ripassare, e la maestra ti puniva appuntando sul tuo grembiule un foglio in cui scriveva “asino” e ti costringeva ad andare in giro per la scuola così tutti potevano deriderti. Dai papà dimmi, che ti davano poi a merenda e a pranzo, sì il pane e formaggino ed una mela e tu la riportavi a casa così i tuoi fratellini più piccoli se la potevano mangiare loro. E poi che mi dici di quando tu capitasti in quella classe di compagni che non erano granché bravi e anche poco sviluppati fisicamente, che dissero alla nonna allora che ti vantava invece, ah sì, dissero ch'era tutta colpa del tuo braccio colpito dalla polio, è vero?
Dai papà raccontami di quando vi facevano studiare su quell'unico testo e vi davano quaderni, diari e pagelle tutte a tema e tu ti annoiavi a ripetere quelle lezioni militari, quelle filastrocche sulla vita del Grande, e a leggere sulla razza latina e l'emigrazione.
Dai papà dimmi ancora di quel passo che leggesti in classe e t'infiammò al punto che te lo ricordi ancora: “Sono gli occhi del “Grande” che vi scrutano. Che cosa sia quello sguardo, nessuno sa dire. È un’aquila cha apre le ali, e sale nello spazio. È una fiamma che cerca il vostro cuore per accenderlo d’un fuoco vermiglio. Chi resisterà a quell’occhio ardente, armato di frecce? Rassicuratevi, per voi le frecce si mutano in raggi di gioia…
Un fanciullo che, pur non rifiutandosi d’obbedire, chiede:”perché?” è come una baionetta di latta… “Obbedite perché dovete obbedire”.
Su dai papà dimmi di quando la maestra vi leggeva in classe la rivista “Difesa della razza” e voi bambini vi sentivate forti, unici e protagonisti per lingua, religione e mente. E dimmi di quando hai fatto a pugni per difendere questo pensiero e di come quel giorno la maestra ti lodò con una medaglia al valore militare.
Dai papà raccontami ancora di quando andavi a scuola...