6 gennaio: Epifania di Nostro Signore Il 6 gennaio la Chiesa cattolica celebra la manifestazione di Cristo ai popoli, simboleggiati dai
Magi che si recano dal neonato Gesù per omaggiare la sua divinità.
La Chiesa definisce questa festa “
Epifania”, parola che deriva dal vocabolo greco “epiphàneia” (= manifestazione, apparizione; in latino“Epiphanìa”, in italiano "Epifanìa”.
Lo stesso vocabolo greco fu tradotto in latino anche nella forma “Epiphània”, con l’accento sulla prima vocale “a” anziché sulla “i. E tale versione ha dato origine in Toscana alla parola "Befana", mitico personaggio sconosciuto nelle altre nazioni.
Per comprendere perché l’immaginario collettivo abbia creato nel passato un’anziana donna, non bella ed un po’ strega, si debbono esaminare in varie parti d’Europa alcune feste popolari, durante le quali veniva segato o bruciato un fantoccio con sembianze di vecchia, la quale impersona l’arcaica figura di “madre natura” giunta invecchiata alla fine dell’anno. Ma prima di morire offre dei doni: le sementi, da piantare nella terra per germogliare e fiorire in primavera, e riapparire nella forma di giovane “madre natura”.
La Befana di solito viene chiamata con aggettivi diversi:
la “
vecchia”: simboleggia l’inverno;
“
vecchina”: evoca l’indulgenza, la bontà verso l’infanzia;
“
vecchiaccia”, invece, è la metafora dei doveri e delle punizioni, perciò viene rappresentata come la strega delle favole, brutta e sdentata, avvolta in un mantello nero, le scarpe rotte, un nero cappello conico, che nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio vola sui tetti in sella ad una scopa, tenendola però, al contrario delle streghe, con il manico davanti a sé, mentre sulle spalle porta un sacco pieno di doni. Essendo magica, la Befana scende attraverso i comignoli e deposita ciò che reputa giusto nelle calze.
Per i fanciulli l’attesa della Befana è ricca di stupore, mistero, anche un po’ di paura. Verrà ? Lascerà il suo dono nella calza appesa sul camino o vicino la finestra ?
Molti bambini ormai non credono alla Befana ed è Babbo Natale che ad essi porta i regali, senza i pezzetti di carbone vero oppure dolce, che si usava mettere insieme ai regali nella "calza della befana" appesa alla cappa del camino, come monito e funzione pedagogica per le disobbedienze.
Babbo Natale è pienamente inserito nella “civiltà dei consumi, invece la Befana fa parte della civiltà contadina e patriarcale.
In Italia, fino al primo quinquennio del 1950 il prestigio della Befana era indiscutibile. Poi la “vecchina che vola sulla scopa” fu messa a dura prova da Babbo Natale e dalle decisioni governative, che in otto anni abolirono e poi ripristinarono la festa civile dell’Epifania. Infatti il 27 dicembre 1985 il Consiglio dei ministri ripristinò con un decreto legge la festività, soppressa dal Parlamento nel marzo del 1977.
Gli ortodossi per indicare l’apparizione, la manifestazione della divinità, usano il termine
teofania, che è più appropriato della parola epifania.
L’Epifania del Signore cominciò ad essere celebrata nel II secolo per commemorare le “manifestazioni” che Gesù dette della propria divinità, per esempio i miracoli.
In
Spagna i regali ai bimbi li portano i Magi. La sera della vigilia dell’Epifania i fanciulli di
Siviglia girano festosamente per le strade per assistere alla “
Cabalcada de los Reyes Magos”, un corteo sontuoso di carrozze con figuranti che impersonano i Magi e distribuiscono caramelle durante la sfilata.