31 Dicembre: San SilvestroFu il primo papa della Chiesa non più minacciata dalle persecuzioni anti-cristiane, dopo il cosiddetto “
Editto di Costantino” o “Editto di tolleranza” dell’anno 313. Ho scritto “cosiddetto” perché non fu un editto ma un “
rescritto”: la risposta chiarificatrice ad un quesito sull'
editto di Serdica (l’attuale
Sòfia, capitale della Bulgaria), del
30 aprile 311, con il quale l’augusto
Galerio e i cesari dell’epoca,
Costantino e Licinio, concessero al cristianesimo lo status di “
religio licita” nell’impero e la libertà di culto, la cessazione delle persecuzioni contro i cristiani e la restituzione dei loro beni sequestrati.
Nel febbraio del 313 i due augusti dell’impero romano, Costantino I per l’Occidente e Licinio per l’Oriente, decisero di far applicare i provvedimenti contenuti nell’editto del 311, con il quale si poneva fine alle persecuzioni anti-cristiane.
Prima lo storico tedesco
Otto Seeck e poi lo storico italiano
Arnaldo Marcone (nel suo saggio “L’Editto di Milano ed il tempo della Tolleranza: Costantino 313 d.C.”), affermano che l’errata interpretazione di una proposizione di Eusebio di Cesarea fece chiamare “editto di Milano” ciò che invece è un rescritto e non fu promulgato a Milano da Costantino ma nel 313 da Licinio a
Nicomedia (l’attuale città di Izmit in Turchia) come direttiva per l’applicazione dell’editto del 311 nella pars occidentalis e nella pars orientalis dell’impero romano. Quindi i cristiani non ottennero la tolleranza con quel rescritto ma dall’editto di Galerio.
Nel 313sul soglio pontificio c’era come papa l’africano
Milziade, morto nel 314. Suo successore fu Silvestro I, che pontificò per 21 anni, dal 314 al 335; fu poi santificato e commemorato sul calendario nel giorno della sua morte, il 31 dicembre.
Il suo pontificato coincise con il lungo impero di Costantino I, morto nel 337. Fu l'imperatore a gestire, di fatto, il potere e le attività della Chiesa E Silvestro rendeva esecutivi gli ordini costantiniani.
Costantino I intervenne anche per ricomporre le diatribe che scuotevano la Chiesa al proprio interno. Cercò di evitare che nel cristianesimo si creassero dissensi, eresie, scismi, perciò
nel 325 convocò il Concilio di Nicea per ristabilire la pace religiosa e per risolvere la controversia ariana sulla natura di Cristo.
L'assemblea degli oltre 300 vescovi fu presieduta da Osio di Cordova, mentre Costantino ne era il presidente onorario. Il pontefice Silvestro I prese parte in modo indiretto ai negoziati. Fu fisicamente assente "per motivi di età", però inviò i suoi legati.
Su questo papa ci sono alcune leggende che sono in contrasto con gli avvenimenti storici. Un esempio è il “
Constitutum Constantini” (= delibera di Costantino), meglio conosciuto come “Donazione di Costantino”, un falso documento col quale per secoli la Chiesa di Roma fondò la legittimazione del proprio potere temporale (politico) in Occidente.
Il documento pretende di riprodurre un editto dell’imperatore Costantino I nell’anno 324 con il quale concederebbe al vescovo di Roma Silvestro I e ai suoi successori il primato sui cinque patriarcati (Roma, Costantinopoli, Alessandria d’Egitto, Antiochia e Gerusalemme) e attribuirebbe ai pontefici le insegne imperiali e la sovranità temporale su Roma, l’Italia e l’intero Impero Romano d’Occidente. L’editto confermerebbe inoltre la donazione di proprietàimmobiliari estese fino in Oriente e costituirebbe atto di donazione a Silvestro del palazzo Lateranense, che l’imperatore lasciò al pontefice quando trasferì la propria sede a Costantinopoli.
Il falso documento presenta la donazione come una ricompensa a papa SilvestroI per aver guarito l’imperatore dalla lebbra tramite un miracolo.
Fino al XVI secolo il documento fu esibito dalla curia romana per avvalorare i propri diritti sui vasti possedimenti territoriali in Occidente e per legittimare le proprie mire di carattere temporale ed universalistico.
Papa Innocenzo IV nel 1246 fece addirittura raffigurare la cosiddetta “Donazione di Costantino I” in un ciclo di affreschi suddivisi in 11 riquadri nell’oratorio di San Silvestro, presso la chiesa romana dedicata ai Santi Quattro Coronati.
in questo riquadro è rappresentato l'imperatore Costantino I in ginocchio mentre offre a papa Silvestro I la tiara imperiale, simbolo del potere temporale. Il pontefice ha sulla testa la mitria vescovile, simbolo del potere religioso.
Con il suo gesto Costantino concede al papa l'autorità civile su Roma e di conseguenza sull’Italia e sull'impero romano d'Occidente. In tal modo il papa aggiunge al potere spirituale anche quello politico.
Quest’altra immagine rappresenta papa Silvestro I sul cavallo mentre entra a Roma, accompagnato dall’imperatore Costantino I che regge le redini. Il pontefice ha sulla testa la tiara imperiale che gli ha “regalato” l’imperatore e prende possesso della città di Roma e dell’Occidente. I suoi due poteri, religioso e temporale, sono simboleggiati dalla croce e dalla spada nelle mani dei due personaggi che precedono l’imperatore.
Tali affreschi furono motivati dai contrasti tra il pontefice Innocenzo IV e l'imperatore svevo Federico II. Il papa pretendeva non solo di governare la Chiesa ma di avere anche l'autorità sull'impero, pretesa inaccettabile da parte di Federico II. Quindi lo scopo di quelle provocatorie pitture murali in quel tempo era politico, perché vogliono evidenziare la legittimità del potere temporale dei papi, a cominciare dal papa Silvestro I.
La prima negazione dell’autenticità del “privilegium” fu quella del cardinale
Nicola Cusano nel suo “
De concordantia catholica”, presentato nel 1433. Sette anni dopo, nel 1440, il filologo
Lorenzo Valla (1405 circa – 1457) scrisse il “
De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio” (ma fu pubblicato postumo, nel 1517) col quale con argomentazioni storiche e filologiche, dimostrò che quel documento non poteva essere stato scritto in epoca costantiniana ma nella seconda metà dell’VIII secolo, forse durante il pontificato di Stefano II (752 – 757).
Comunque papa Silvestro I per i suoi “meriti” fu “elevato agli onori degli altari” e col tempo è diventato tra i santi più noti, perché nella “notte di San Silvestro” si festeggia il Capodanno. Per la verità la notte di San Silvestro è quella tra il 30 ed il 31 dicembre e non quella tra il 31 e l’1 gennaio. Comunque si usa dire così e la tradizione va “rispettata”. C’è il “cenone di Capodanno, vengono mangiate le lenticchie, il cotechino ed altre specialità gastronomiche. Le lenticchie simboleggiano auspici di ricchezza a chi le mangia la sera del 31 dicembre oppure nel pranzo di Capodanno.
Di solito la sera del 31 dicembre si trascorre in compagnia per il cosiddetto “veglione di Capodanno", perché si veglia fino all’alba del primo giorno dell’anno: in casa, nei locali pubblici, nelle piazze; si canta, si balla, si gioca, e a mezzanotte ci si scambia gli auguri, baci, abbracci, i tappi volano dalle bottiglie di spumante; si “sparano i botti”, vengono lanciati petardi e “bombe carta” per intimorire gli spiriti avversi; invece i fuochi pirotecnici, le fiaccolate, i falò simboleggiano il fuoco purificatore ed evocano gli antichi riti del solstizio d’inverno.