Tu hai centrato il nocciolo della questione : che non e' fatto del puzzare o delle altre differenze che bene o male si possono ritenere marginali, provocate come spesso sono da situazioni di poverta'.
Il nocciolo della questione si impernia sulle due parole " integrazione " e " burqa ".
Il vero problema, grosso, che oggi sta solo mettendo le basi ma apparira' in tutto il potenziale destabilizzante fra pochi decenni, e' quello della inconciliabilita' culturale fra mondo occidentale e mondo musulmano. Sono addirittura agli antipodi.
La realta' musulmana prende piede nel nostro paese, lo vuole utilizzare, ma non certo integrarsi. Non importa affatto se siamo piu' o meno accoglienti e se li vogliamo integrare : quel che importa davvero e' che non vogliono integrarsi a noi, ma far integrare col tempo noi a loro.
Da paese accogliente ci troveremo ad essere un paese semplicemente colonizzato, e sempre piu' colonizzato nella misura in cui non poniamo limiti di alcun tipo all'immigrazione.
Altri paesi occidentali lo fanno, non sono pronti a dare tutto in cambio di nulla, a dare senza una uguale contropartita ( leggi, ad. es. liberta' religiosa e protezione dei luoghi di culto ) : pongono limiti numerici ( non permettono l'immigrazione selvaggia e incontrollata ), di accettazione di leggi, dell'avere un possibile lavoro, limiti di civilta' stessa.
Io mi chiedo : e' ragionevole e intelligente che un paese non si curi di preservare la propria identita' culturale, la propria tradizione religiosa, o quantomeno i propri valori-cardine?
Che non si curi che venga stravolto il rapporto fra autoctoni ed immigrati, permettendo l'ingresso indiscriminato a quantita' incontrollate e sempre crescenti dei secondi, i quali, anche in virtu' della grande prolificita', avranno un peso sempre maggiore?
Finche' si tratta di immigrati di area europea, con cultura in qualche modo condivisa e valori conciliabili, passi : si e' di fronte ad una mescolanza non destabilizzante ma che puo' essere fronte di scambio e arricchimento.
Ma quando si guarda al mondo musulmano, solo un ipocrita o un illuso puo' non cogliere le enormi differenze.
Tanto per scendere nel concreto, stiamo gia' permettendo ( assurdo, pazzesco ) che vivano secondo le loro regole ed esercitino prevaricazione e violenza sulle donne : attenzione, non peregrina, non assimilabile alla violenza che anche uomini occidentali possono attuare, perche' la prima e' frutto di una ben precisa cultura sprezzante e dominatrice nei confronti della donna, la seconda di tare psichiche o comportamentali individuali.
Se da noi uno uccide una donna, le fa violenza, la societa' lo pensa come un poverino, esecrabile, condannabile, uno che devia dai comportamenti accettati; e si puo' fare anche qualche manifestazione, per quanto poco produttiva, in difesa delle donne e del loro diritto a vivere in serenita' e liberta'.
Ma se, sempre nello stesso identico paese che si chiama Italia ( non Mohammedia ), un musulmano sfregia la figlia o addirittura la uccide perche' voleva essere un po' piu' libera, vestire come le pare, amare chi le piace anziche' il soggetto scelto dalle famiglie, si puo' sentir commentare : " Eh, per loro e' cosi'.. ". O anche, senza commenti, si avverte una sorta di misura diversa usata per loro : come se, nel nostro mondo, esistesse " il loro " mondo con le sue regole, e se le violenze fossero piu' scusabili in quanto discendenti da una cultura.
In un paese, che si chiama e ancora e' Italia, dove e' stabilito per legge che le persone debbano essere riconoscibili, si accetta che donne transitino pubblicamente in burqua, intabarrate da capo a piedi, e dentro a quell'involucro da matrioske ci potrebbe essere chiunque, per quel che se ne vede.
Al di la' poi della riconoscibilita', che razza di esempio di civilta' e progresso diamo, accogliendo e accettando gente simile?
Per che cosa si sono battute le femministe in Occidente, piacciano o meno? Per vedere disconosciute e umiliate nella loro identita' altre donne a due passi da loro, di diversa nazionalita' ma dentro al loro paese? Per vedere quasi in attesa una sorta di regresso, se questi esseri dovessero attestarsi sempre piu' nella povera, sciocca, accogliente Italia?
Ce ne saranno sempre di piu', perche' altri paesi sono piu' vigili, meno molli, piu' avveduti e lungimiranti, chiedono il rispetto delle regole vigenti, mentre quei coglioni di imbelli italiani si riempiono la bocca di parole, di fraternita' non richiesta, di bei discorsi, di buonismo autocompiaciuto, e spalancano le porte. E offrono assistenza, diritti, asili, moschee.
Quanto sono buoni! Ma in cambio di che?
Di un posto in paradiso?
Speriamo solo non sia quello di Allah.