Sarebbe ora di istituire corsi per riprendere gli antichi mestieri e l'artigianato; con le nuove tecnologie sarebbe meraviglioso intraprendere nuovamente queste attività. L'artigiano è "l'uomo artifex". L'Italia fino agli anni 70 era eccellente nell'artigianato, poi, col benessere economico si sono abbandonati questi lavori per perseguire il sogno di vedere anche il proprio figlio (magari asino) laureato. Oggi son tutti laureati (e bisogna vedere come l'hanno conseguita la laurea) e non sanno manco appendere un quadro sulla parete. Non si sa fare nulla, tanti operai o manovali non sanno lavorare e lavorano male. Occorre rivalutare l'arte del "saper fare". lasciamo fare l'intellettuale a chi ha davvero stoffa e propensione per farlo e lasciamo le lauree per chi è davvero propenso e capacità di approfondire gli studi e conseguire un titolo per una professione che richiede un livello di conoscenze superiore. Sarebbe un ulteriore incentivo per evitare disoccupazione e professionisti incapaci (e ce ne sono tanti). Con la globalizzazione, le leggi comunitarie, con l'arrivo dei cinesi, si è quasi completamente seppellito l'artigianato italiano. Non parliamo poi di quei mestieri, altrettanto belli, che andrebbero pure rivalutati: il pescatore, l'agricoltore, il piccolo allevatore, ecc., e vendere i prodotti, come si suol dire adesso a "chilometro zero". Naturalmente dovremmo rivedere la questione comunitaria delle quote di produzione, ma sarebbe meglio uscire dal cappio dell'unione europea che ci ha pressoché distrutto l'economia. Investire su questi mestieri è la forma più lungimirante e redditizia per garantire ai giovani un futuro lavorativo. Occorrerebbe ridimensionare la grande industria e limitarla all'indispensabile, con seri, severi e frequenti controlli per evitare gravi problemi di inquinamento. Insomma, occorre, urge cambiare mentalità e dare una svolta in molti settori della vita sociale (e questo è uno dei tanti), se si vuol davvero risanare la nostra società.