C'era una volta in un giorno qualunque, in un mese qualunque, in un paese qualunque, un uomo qualunque. Si alzava presto la mattina, scendeva le scale mezzo addormentato, e poi andava in cucina a prepararsi un caffè per niente qualunque. Lo voleva forte, dal sapore deciso, caldissimo e con una macchia di latte sopra. Poi si sciacquava il viso, si vestiva e se ne andava al suo lavoro qualunque. Una mattina mentre camminava col suo passo qualunque si scontrò con un giovane che correva con il suo zaino in spalla. L'uomo qualunque rimase per un attimo senza parola, il giovane invece cominciò a sbraitare contro di lui. I libri per terra, lo zaino squinternato, il panino mezzo aperto e mezzo chiuso e l'acqua fuori dal suo borsello, insomma, che disastro non poteva quell'uomo giusto quella mattina scegliere un'altra strada? L'uomo in verità non sapeva cosa rispondere, nelle sue giornate qualunque anche le strade erano sempre state le stesse, e da quando stava in quel paese, da che ne aveva memoria, non aveva mai scelto una strada diversa, non ne aveva mai avuto motivo. Il giovane continuava a gridare, e l'uomo a guardare, e più quello gridava, più l'altro guardava fino a che venne un vigile a salvarli: “insomma cos'è questo baccano?”
“Quest'uomo mi ha investito”, disse il giovane senza esitazione. “E lei cos'ha da dire”, disse il vigile rivolgendosi a quell'uomo. “In verità faccio questa strada ogni mattina e non ho mai investito nessuno, avessi mai sbagliato proprio oggi a guardare l'orologio uscendo da casa un minuto prima?”.
“Caro signore, non resta che accertarsi”, disse il vigile fiero d'aver trovato una soluzione. Così tutti e tre, il giovane, l'uomo e quel vigile di paese, guardarono all'unisono ognuno il proprio orologio al polso e si comunicarono l'ora in quel momento. “Sono le 8:09” disse il giovane guardando quei due, “io faccio le 8:13 e sono giusto, ho regolato le lancette proprio adesso con l'ora della caserma. L'uomo qualunque invece non disse nulla, guardò e se ne andò lasciando le discussioni solo a quei due. Si era semplicemente accorto che il suo orologio pur essendo qualunque non poteva segnare un'ora qualunque. Per tutti quegli anni lui non lo aveva mai guardato, e poi quella mattina finalmente, qualcuno si era arrabbiato. Da quel giorno decise di non essere più uno qualunque, quanto piuttosto essere almeno di se stesso per poter dire a questo e quello “ sei stato tu a scegliere di correre anticipando il tempo e la caduta, se lo avessi rispettato, non saresti finito sul mio naso”.