Autore Topic: Il dolce sapore del cielo  (Letto 1256 volte)

prometeo

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Il dolce sapore del cielo
« il: Ottobre 20, 2013, 18:43:02 »
I soldi ci sono!
L’attenzione politica, socio-economica e mediatica in Italia è concentrata tutta sul pregiudicato B. e sulle sue sorti. La disoccupazione crescente, le ore di C.I.G. in aumento, la precarietà dilagante, la miseria galoppante per milioni di cittadini non sono all’ordine del giorno dei centri finanziari ed economici, politici, mediatici, se non per riempirsi la bocca ogni tanto di frasi fatte ed inconcludenti. Ogni volta  si sente affermare, quando le scelte riguardano la salvaguardia della dignità delle persone, che per vivere devono lavorare e che, giustamente, devono usufruire dei servizi scolastici, sanitari, pensionistici, di trasporto:”
Non ci sono i soldi!”
Invece i soldi ci sono per finanziare l’abolizione dell’IMU anche per i miliardari, per le grandi immobiliari, per la chiesa. Ci sono per dare soldi a fondo perduto alle imprese, alle banche, a tanti enti inutili, per gli F35.
In tutto il mondo capitalistico dell’occidente dal 2008 al 2012 alle banche sono stati dati  circa 1800 md. di dollari, una cifra pari quasi al P.I.L. italiano. Con questa cifra quante imprese e quanti lavoratori sarebbero entrati nella produzione? Forse non ci sarebbe il livello di disoccupazione attuale in Europa e nel mondo.
“I soldi ci sono!”
In Italia l’evasione fiscale e contributiva, il lavoro nero, la corruzione sottraggono allo Stato circa 400md. ogni anno. Tutti affermano di voler lottare contro queste illegalità, ma in pratica fanno di tutto per non affrontarle. Il furto di questi miliardi allo Stato aggrava il peso del fisco sui lavoratori dipendenti e pensionati, che coprono le entrate dirette del fisco per circa il 95 %. La cura della salute ha un costo ulteriore annuale sia in termini di attesa ed, in caso di urgenze, per la costrizione a scegliere il privato sia per i ticket, sempre più esorbitanti, sia perché i “ladri “, di cui sopra, usufruiscono dei servizi sanitari in posizione di esenzione per quantità di reddito.  Difatti la quota di non paganti risulta essere del 50% a livello nazionale e dell’80% nel sud.
Lo stesso discorso vale per la scuola ad esempio nel campo delle tasse universitarie e del godimento del servizio mensa.
Perché allora tutti i partiti parlamentari, compreso il M5S, ed i burocrati del sindacato non tengono conto di questa realtà e la pongono come prioritaria nel percorso politico?
Perché, quando devono tartassare ulteriormente, i lavoratori ed i pensionati portano esempi, spesso fasulli, per colpire condizioni di lavoro, stipendi e pensioni?
Perché non prendono esempio da altri Paesi nella lotta all’evasione, dove, pur esistendo, non ha i livelli italiani?
Il motivo è semplice. Essi sono tutti rappresentanti di queste classi sociali e difendono questi interessi. Gli avvocati in parlamento sono tantissimi, i lavoratori dipendenti ed i pensionati inesistenti. Difendono, oltre al profitto, la rendita, in molti casi, parassitaria. Nel capitalismo e, di conseguenza, nelle nazioni più avanzate la rendita va insieme al profitto, ma in percentuali più coerenti con il sistema e tenendo sotto controllo quella parassitaria. In Italia ha raggiunto proporzioni enormi e, per giunta, è quasi tutta parassitaria. Un esempio chiaro è il costo del lavoro che non vede la situazione italiana molto distante dalle realtà di altri Paesi, la differenza è nella tassazione delle buste paga e delle pensioni che è molto più alta in Italia e che costringe a dare al fisco mediamente il 40% del proprio stipendio o propria pensione. I sacrifici che ci hanno fatto fare e che continuiamo a fare sono finalizzati a mantenere queste situazioni di privilegio in una società che relega i lavoratori all’ultimo posto della scala sociale.
“Basta!”
Per dire ad alta voce questa parola bisogna togliere ogni fiducia a vecchi e nuovi ciarlatani borghesi e piccolo borghesi della politica. Essi, quando parlano, usano parole come riforme, cambiamento, futuro, speranza, felicità, ma non dicono mai il modo ed il come arrivare ad una vita migliore. La società che offrono è la stessa che stiamo vivendo con il profitto e la rendita, le disuguaglianza sociali, le ingiustizie, la schiavitù materiale e morale di non essere liberi di soddisfare i propri bisogni.
 Non è con Renzi o Grillo che si cambia!
Essi sono solo i nuovi attori di una commedia già conosciuta. Sono i nuovi suonatori di una nuova orchestra, ma la musica per chi lavora non cambia. Senza contare chi per interessi personali, dimostrato dalle condanne per sottrazione agl’italiani di una certa quantità di milioni di euro, fa di tutto per continuare a vendere illusioni e fumo, sempre per salvare la sua persona ed i suoi interessi finanziari.
Dire basta vuol dire  unirsi ed organizzarsi per portare avanti un’idea di una società senza classi dove tutti siano produttori e consumatori, dove tutto sia in comune e tutti siano “obbligati” a lavorare il tempo sociale per produrre i beni per la comunità.
Lavorare per superare questa realtà sociale è impegnarsi per il benessere proprio in un interesse comune.

ectobius

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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #1 il: Ottobre 21, 2013, 06:39:46 »
BRAVO!!

ciro

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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #2 il: Ottobre 21, 2013, 11:16:13 »
Discorso giustissimo. Purchè non conduca al solito errore: non mandarli a casa alla prossime elezioni.
Basterebbe questo per salvare l'Italia almeno per un quinquennio. E se Grillo ha governato con destra e sinistra con ministri suoi e ha infiltrato boiardi un ogni posto di potere, deve andare a casa pure lui. Una sola cortesia: non  mi si racconti la favoletta che dice che la colpa se tutti rubano è di Grillo perché non ha mandato a casa Berlu rifiutandosi di governare con la casta trentennale di sinistra. I bambini sono cresciuti. Non faccio il tifo per M5S ma voglio solo  l'abbattimento di tutti i privilegi e con quelle centinaia di miliardi recuperati un po' di ossigeno per  i più deboli. Solo questo.
 
Ciro

nihil

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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #3 il: Ottobre 23, 2013, 08:17:03 »
concordo. Prometeo però, sarebbe carino se ti presentassi nel forum "presentazioni", tanto per conoscerci meglio. ;)

piccolofi

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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #4 il: Ottobre 23, 2013, 14:12:02 »
A parte l'utopia storica, che cozza purtroppo contro la natura umana ( che senza " obblighi " non prenderebbe mai la strada indicata ); a parte il " mandarli a casa tutti " ( indubbiamente catartico ma non risolutore ), resta una domanda : chi dovrebbe prendere le redini del cambiamento?
Il marciume c'e', le ingiustizie infinite, il depredamento dei medio-piccoli e' l'eterno rimedio di bocconiani e non. 
Ma dopo la protesta, l'individuazione e la denuncia dei mali, a chi si suggerisce di affidarsi o appoggiarsi per cambiare tutto?

prometeo

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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #5 il: Novembre 20, 2013, 15:55:25 »
“Come l’asino che porta vino e beve acqua.”
La produzione di tutti i beni è generata dall’opera della classe lavoratrice, che crea i presupposti per il benessere sociale. Solo una minima frazione del valore prodotto va a chi, tramite la sua opera, lo produce. La gran parte va al capitale, che, insieme alla rendita, gode della fatica dei lavoratori. Mentre i salari perdono sempre più in potere d’acquisto, la precarietà e lo sfruttamento aumentano, la disoccupazione raggiunge livelli enormi, nonostante le “riforme” che in questi anni ci hanno propinato come propedeutiche alla maggiore occupazione, mentre erano solo un mezzo per aumentare lo sfruttamento, la povertà di sempre più larghi strati sociali cresce, si nota un aumento della ricchezza per alcuni strati della società che vivono di profitto e rendita. Tutti si riempiono la bocca di voler “cambiare”, creare una società più giusta, lottare la disoccupazione e la miseria, dare un futuro ai giovani ed ai meno giovani, far sì che le donne abbiano pari opportunità di lavoro e di vita, ma, in realtà, proseguono sulla strada dell’aumento dell’ sfruttamento per i lavoratori. L’ultimo esempio è la legge di stabilità, di cui si sta discutendo in parlamento, che non affronta i problemi della disoccupazione e della miseria, dello sfruttamento nei luoghi di lavoro, dei licenziamenti; che continua a rodere gli stipendi dando da una parte, e non a tutti, briciole e togliendo dall’altra grosse fette di pane. Eppure se solo si volesse… I crediti dello Stato nei confronti d’imprese e cittadini in libera professione o nel lavoro autonomo, accertati con azioni fiscali, superano i 500 miliardi di euro. Si parla solo dei crediti delle aziende nei confronti dell’amministrazione statale, ma non si parla di quanto capitale e rendita devono allo Stato! Se a questi miliardi aggiungiamo l’evasione fiscale e contributiva, che annualmente è di circa 300 miliardi, se aggiungiamo la corruzione, che si stima sui 60 miliardi, avremo una cifra enorme per abbattere il debito e rilanciare produzione e consumo. Potremmo non assistere ad una scuola pubblica dove i genitori devono contribuire finanziariamente e materialmente per farla andare avanti, mentre, nel contempo, si continua a foraggiare la scuola privata. Potremmo finalmente mettere in sicurezza l’edilizia scolastica. Potremmo avere una sanità dove non bisognerebbe aspettare 6-8 mesi per una visita oculistica e, magari, senza costi aggiuntivi per chi già contribuisce con la tassazione. Potremmo avere una rete di trasporto pubblico più efficiente e vicino ai bisogni dei cittadini. Si potrebbero aprire tanti cantieri di opere pubbliche e di salvaguardia del territorio. Si potrebbe porre fine all’imbroglio all’età della pensione ritardata perché si sarebbe ancora giovani, ma si è vecchi per poter avere un lavoro già intorno ai 45-50 anni. Tutto il castello di chiacchiere e di prese in giro dei vari vecchi B. e giovani B.,  unitamente ai loro seguaci in tutti i partiti parlamentari, cadrebbe. L’arrampicarsi  sui muri scivolosi dei vari dirigenti sindacali, supini alla linea dell’aumento dello sfruttamento per i lavoratori, sarebbe chiaro. Invece continuano a dire che “ i soldi non ci sono” “le capacità di spesa sono poche” per non toccare profitto e rendita, i ricchi, e continuare a salassare la classe lavoratrice attiva e pensionata. Ogni volta c’è un novello ciarlatano che dice di vedere la luce in fondo al tunnel. In realtà loro non hanno mai visto il buio del licenziamento, della disoccupazione, dello sfruttamento, della miseria, della perdita di dignità umana nell’impossibilità di soddisfare i bisogni materiali e spirituali. Fidarsi dei capitalisti e dei loro servitori è come fidarsi del lupo che vuol mangiarsi l’agnello. Pensare che una società migliore possa venire per un’elezione in più od in meno e per mano dei vecchi e nuovi illusionisti è pura demagogia.
“ Il grido di battaglia non è affatto tra monarchia o repubblica, ma tra dominio della classe operaia o dominio della borghesia”
Marx
Sta a noi lavoratori prendere in mano il nostro futuro e conquistarcelo.

nihil

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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #6 il: Novembre 20, 2013, 20:06:27 »
ha fallito il capitalismo, ma anche il comunismo, inteso come potere operaio. Una società civile giusta, temo sia un'utopia. Possiamo però cercare di avvicinarci a quell' utopia. :)

angelo

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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #7 il: Novembre 22, 2013, 13:00:31 »
Ciao a tutti, sono Angelo e mi sono iscritto pochi minuti fa. Concordo con Azzurra, la gente sembra rassegnata (e non solo in Italia), dovrebbe uscire allo scoperto ed alzare la voce, invece e' schiava di questi politicanti da strapazzo: rapaci, cinici ed incolti. Siamo rimasti nella "Gabbia" di questa Europa capace solo di parlare di deficit, conti in ordine, legge di stabilità e rigore. Ma dove e' finito il sociale? L'economia dovrebbe essere al servizio della società e non il contrario! Ache serve arrivare al pareggio del bilancio se poi il prezzo da pagare e' il deserto della recessione?

nihil

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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #8 il: Novembre 22, 2013, 14:43:02 »
Benvenuto Angelo, ci farai cosa gradita se passerai dal forum presentazioni e ci parlerai di te.  :rose:

prometeo

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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #9 il: Dicembre 20, 2013, 14:11:27 »
Il proletariato deve liberare se stesso e l’umanità intera.
Negli ultimi anni una delle  ideologie più propagandate è stata ed è che la “crisi”, presunta tale per il capitale e la rendita, sia responsabilità delle precedenti generazioni e che con nuove nei posti di governo si possa cambiare la realtà. Si “piange” sulla situazione dei giovani, immersi nel precariato e senza futuro, nascondendo la realtà che la percentuale di disoccupati tra i 45 e 65 anni sia la stessa di coloro tra i 18 ed i 35 anni. Ci si addolora per il fatto che tanti lavoratori debbano, stante la situazione attuale, andare in pensione a 70 anni. Si soffre per le donne che hanno poche opportunità di lavoro e di diritti. Ci si dispiace per gli stipendi sempre più magri e le pensioni da fame. Escludendo chi si trova in queste situazioni e che vorrebbe, giustamente, una vita diversa e migliore, coloro che in TV, sui giornali, nella rete, lamentano più fortemente questa realtà sono quelli che l’hanno voluta e creata. E’ B. ed i suoi accoliti, è il PD, è Monti, Casini, la Lega, è la dirigenza sindacale, sono i nuovi illusionisti della politica borghese, Grillo e Renzi, addirittura la BCE e il FMI. Tutti costoro hanno lottato per precarizzare il lavoro, per aumentare l’età pensionabile, per tenere bassi gli stipendi, per ridimensionare le tutele per i licenziati ed i disoccupati. Oltretutto, mentre strillano contro la disoccupazione, la perdita del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni, contro le poche opportunità per le donne, contro il precariato, preparano altri colpi di mano per aumentare lo sfruttamento dei lavoratori ed asservirli all’interesse del capitale e della rendita. Giocando sulla riduzione dei debiti pubblici, cresciuti negli ultimi anni per effetto dei miliardi di dollari ed euro donati alle banche e non certo per un miglioramento dello Stato sociale, essi camuffano la realtà e fanno passare i lavoratori colpevoli di anni lussuosi, è ridicolo, pur di non dire che le banche hanno aumentato i debiti pubblici. I lavoratori giovani ed anziani sono tutti preda dei rapporti di produzione ieri ed oggi e, se attualmente più forte è l’attacco alle condizioni di lavoro e di vita di chi lavora, lo si deve alla debolezza della classe lavoratrice senza alcuna rappresentanza politica e sindacale, nella parte dirigenziale, nel panorama politico-sindacale borghese. Prendere consapevolezza  degl’inganni mediatici e materiali che ogni giorno vengono perpetrati nei confronti dei lavoratori è il primo passo verso la coscienza della propria dimensione e degl’interessi di classe. Il capitalismo non potrà mai garantire piena occupazione, uguali diritti, una vita degna di essere vissuta da esseri umani nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. I suonatori che cambiano servono solo ad illudere che la musica sarà diversa, ma essa non cambia mai! Il capitalismo ha le sue leggi e la prima è fare profitto. Ciò comporta sfruttamento e miseria per miliardi di persone ed agi e privilegi per una minoranza di individui.  Il capitalismo eleva l’interesse a vincolo dell’umanità. L’interesse soggettivo ed egoistico determina la dispersione universale, la concentrazione degl’individui su se stessi, l’isolamento, la trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi  che si respingono a vicenda. La proprietà privata è la principale estraneazione e fa sì che l’interesse debba essere, giocoforza  particolare. Il dominio del capitale si concentra nel dominio della proprietà privata. La proprietà, l’elemento naturale e privo di spirito che si contrappone all’elemento umano e spirituale, viene così elevata sul trono e, in ultima istanza, onde portare a compimento codesta estraneazione, il denaro, questa astrazione vuota ed estraniata dalla proprietà, è stato fatto il signore del mondo. Con il capitalismo l’essere umano ha cessato di essere schiavo dell’uomo ed è divenuto schiavo della cosa. E’ necessario di conseguenza attrezzarsi ed organizzarsi per lottare nell’immediato per la difesa del lavoro, dello stipendio, dei diritti, nello storico per superare una dimensione sociale che è contro la socialità dell’essere umano.
“Il proletariato esegue la condanna che la proprietà privata pronuncia su se stessa producendo il proletariato, così come esegue la condanna che il lavoro salariato pronuncia su se stesso producendo la ricchezza altrui e la propria miseria. Se vince, il proletariato non diventa perciò il lato assoluto della società; infatti esso vince solo togliendo se stesso ed il suo opposto. Allora scompare sia il proletariato sia l’opposto che lo condiziona, la proprietà privata…Ciò che conta non è che cosa questo o quel proletario, o anche tutto il proletariato si rappresenta temporaneamente come fine. Ciò che conta è che cosa esso sia costretto a fare storicamente in conformità a questo suo essere”
K.Marx, F. Engels “La sacra famiglia”.
“ Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente.”
K.Marx, F.Engels, “L’ideologia tedesca”.   
Il comunismo si distingue da ogni movimento finora esistito in quanto rovescia la base di tutti i rapporti di produzione e le forme di relazione finora esistite. Per la prima volta tratta coscientemente tutti i presupposti naturali come creazione degli uomini finora esistiti. La sua organizzazione è quindi essenzialmente economica, è la creazione materiale delle condizioni dell’unione degli esseri umani e dei loro interessi comuni e fa delle condizioni esistenti le condizioni dell’unione.
“Nella società borghese il lavoro vivo è soltanto un mezzo per aumentare il lavoro accumulato. Nella società comunista il lavoro accumulato è soltanto un mezzo per rendere più largo, più ricco, più progredito il ritmo di vita degli esseri umani.”
K. Marx, F.Engels, “ Il manifesto del partito comunista”.
Il futuro è nelle nostre mani e lo possiamo realizzare liberando il proletariato e l’umanità intera dal giogo capitalistico.


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Re:Il dolce sapore del cielo
« Risposta #10 il: Dicembre 21, 2013, 09:21:20 »
più che dal giogo capitalistico, bisognerebbe levarsi dai piedi tutti quelli che predicano bene e razzolano male. Perchè il razzolare male riempie le loro tasche e svuota le nostre! e CI OFFENDE!