/3
Il “tempo” non è solo quello oggettivo scandito dalle lancette dell’orologio o indicato dal calendario, c’è anche un tempo soggettivo, il cosiddetto “tempo psicologico”, la cui percezione è individuale ed è collegato con le esperienze, che possono essere state positive o negative ed influenzano le proprie scelte, gli atteggiamenti ed i comportamenti. Infatti, senza esserne consapevoli le nostre azioni quotidiane sono spesso regolate dal nostro prevalente orientamento temporale.
Gli individui orientati al presente decidono in base alle circostanze del momento;
quelli orientati al passato cercano nella propria memoria situazioni simili per decidere come comportarsi;
gli orientati verso il futuro considerano solo le possibili conseguenze (costi/benefici) che possono riceverne.
Lo psicologo sociale statunitense Philip Zimbardo, (figlio di genitori italiani originari della Sicilia) ha effettuato delle ricerche in merito con la collaborazione dello psicologo John Boyd ed altri. I risultati li ha pubblicati nel suo libro titolato: “ Il paradosso del tempo”. Egli ha individuato sei orientamenti psicologici:
orientamento psicologico verso il proprio passato positivo: gli individui con questo orientamento psicologico ricordano il proprio passato con piacere e nostalgia; amano la continuità nella propria famiglia ed i connessi rituali, hanno autostima e sono socievoli. Non gradiscono i cambiamenti e le novità. Sono i cosiddetti “laudatores temporis acti” (lodatori del tempo passato). La locuzione in lingua latina “Laudator temporis acti” è nell’”Ars poetica”, scritta dal poeta di epoca romana Quinto Orazio Flacco, più noto come Orazio (65 a.C.-8 a.C.), il quale scrisse la frase parlando delle persone anziane che, non potendo far retrocedere gli anni passati, vi ritornano volentieri con la memoria. Orazio critica tale orientamento, perché denota l’ incapacità, da parte delle vecchie generazioni di accettare le innovazioni del presente e di adeguarsi al progresso.
Orientamento psicologico verso il proprio passato negativo: è causato da esperienze traumatiche, dolorose, da ingiustizie e delusioni. Le persone comprese in questo tipo di orientamento psicologico hanno scarsa autostima e tendono alla depressione, all’ansia e all’aggressività.
Orientamento psicologico verso il presente edonistico: è tipico nei bambini che trovano nel gioco il divertimento e la gratificazione. Gli adulti compresi in tale orientamento psicologico tendono all’amicizia, sono creativi ma possono avere scarso autocontrollo. I tossicodipendenti, o i borderline, sono orientati al presente-edonistico (agiscono in base a un istinto di piacere, vivono il presente e pensano poco alle conseguenze delle proprie azioni). In queste persone il disagio nasce da una prospettiva temporale univoca e tendenzialmente rigida: è il loro modo di vedere il mondo, il filtro che utilizzano per dare un significato alla realtà.
Orientamento psicologico verso il presente fatalistico: l’individuo si affida al fato e pensa che tutto sia determinato dal caso. Tende ad essere ansioso ed aggressivo.
Orientamento verso il futuro con progetti ed obiettivi: è tipico di chi pensa che ogni mattina si debba pianificare la giornata e che rispettare le scadenze sia più importante del divertimento. Chi appartiene a questa categoria di solito è coerente e perseverante, ed ha autocontrollo. L’eccesso di programmazione può causare l’ansia, la competitività e l’asocialità.
Orientamento verso il futuro trascendentale: tipico nei credenti una religione, in chi crede alla vita oltre la morte. In questo gruppo ci sono persone anziane.